
Oltre tremila persone ferite, decine di morti ed esplosioni in lungo e in largo tra il Libano e la Siria. La portata del conflitto israelo-palestinese si sta allargando. Il Medio Oriente oggi si è svegliato ancora scosso dall'ennesimo atto di una guerra che non accenna a finire.
Solo che questa volta non si è trattato di bombardamenti e raid aerei, bensì di un attacco cibernetico lanciato nel cuore della capitale libanese Beirut.Centinaia di ricetrasmittenti cercapersone sono esplose in simultanea, provocando diversi morti e feriti. Un episodio che ha infiammato la polveriera mediorientale, accrescendo anche i timori di una possibile discesa in campo dell'Iran nel conflitto israelo-palestinese. Infatti, come riportato da diverse fonti di Hezbollah – organizzazione terroristica con sede in Libano e sostenuta dall'Iran - sembrerebbe proprio che dietro l'attacco hacker possa celarsi la mano di Israele.
Cosa è successo in Libano e in Siria
Un attacco su vasta scala, lanciato in maniera improvvisa. I numeri di oggi parlano di circa 4mila morti, tra cui 200 bambini. Il fatto è avvenuto nel pomeriggio del 17 settembre: i cercapersone sono esplosi nella periferia sud di Beirut e nella Valle della Beqa, al confine tra Libano e Siria. Tra i coinvolti c’è anche l’ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, rimasto lievemente ferito.
Secondo il Wall Street Journal, i cercapersone bomba erano parte di una nuova fornitura che i fondamentalisti libanesi affiliati ad Hezbollah avevano ricevuto dall'esercito iraniano. E stando alle prime ipotesi, a provocare la deflagrazione dei dispositivi potrebbe essere stato un malware, o un software in grado di esplodere tramite un input da remoto. All'indomani l'attacco cibernetico, le autorità libanesi puntano il dito contro il governo israeliano. Il Premier Netanyahu nega e respinge le acccuse al mittente, mentre – come si legge su 'QuiFinanza' - il ministro libanese Ziad Makary ha parlato di “aggressione da parte di Israele”. Ma ad oggi non esistono prove concrete a supporto delle accuse di Makary.
Cosa sono i cercapersone
Prima ancora dei telefoni portatili, dei cellulari e degli smartphone, esistevano i cosiddetti cercapersone. Parliamo di apparecchi per comunicare, utilizzati per inviare messaggi brevi tramite segnale radio: con un cercapersone puoi inviare un qualsiasi tipo di messaggio, ma non chattare. Si tratta appunto di messaggistica unidirezionale, cioè a senso unico: non si può rispondere alla comunicazione ricevuta. Erano molto in voga negli anni '80 e '90 e spesso in dotazione a medici e infermieri, che in questo modo potevano essere rintracciati per qualsiasi urgenza. Sempre in ambito sanitario, i cercapersone venivano consegnati a persone bisognose di un trapianto o di un'operazione importante: il 'bip' - il suono emesso dal cercapersone alla ricezione del messaggio - comunicava ai pazienti che era arrivato il loro turno nella lista d'attesa.