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Ormai le donne sono più istruite degli uomini. Nonostante ciò, continuano ad avere meno opportunità lavorative. Con guadagni nettamente inferiori. Un paradosso che emerge con forza dal recente Rendiconto di Genere dell'INPS, un'analisi dettagliata della condizione femminile nel nostro paese.

I dati parlano chiaro: le donne superano gli uomini nei percorsi di istruzione, rappresentando il 52,6% dei diplomati e il 59,9% dei laureate, ma come detto sono meno occupate e peggio pagate quando entrano nel mondo del lavoro.

Indice

  1. Donne più istruite, ma meno occupate
  2. Divario retributivo e posizioni di vertice
  3. Famiglia e lavoro, carenza di asili nido

Donne più istruite, ma meno occupate

Il tasso di occupazione femminile, infatti, in Italia si è attestato nell'anno preso a riferimento (2023) al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini, evidenziando un divario di genere significativo, pari a 17,9 punti percentuali. Inoltre, le assunzioni femminili sono state solo il 42,3% del totale. Spesso con contratti precari: solo il 18% delle assunzioni di donne è a tempo indeterminato, contro il 22,6% degli uomini. La maggior parte delle lavoratrici è, al contrario, impiegata con contratti part-time, raramente per scelta.

Il divario retributivo è ovunque

Anche il divario retributivo di genere rimane un aspetto critico, con le donne che percepiscono stipendi in molti casi inferiori di oltre venti punti percentuali rispetto agli uomini. In particolare, la differenza è pari al 20% nelle attività manifatturiere, del 23,7% nel commercio, del 16,3% nei servizi di alloggio e ristorazione, del 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e servizi alle imprese.

Forti differenze anche ai vertici aziendali. Nonostante le miglior prestazioni nel percorso di studi, appena il 21,1% dei dirigenti è donna, mentre tra i "quadri" il genere femminile rappresenta solo il 32,4%.

Conciliare famiglia e lavoro è un'impresa

Le donne, infine, continuano a faticare parecchio per provare a conciliare lavoro e famiglia. Nel 2023, le giornate di congedo parentale utilizzate dalle donne sono state 14,4 milioni, contro appena 2,1 milioni degli uomini.

Questo accade anche perché, tra le altre coe, il numero degli asili nido rimane insufficiente, con solo l'Umbria, l'Emilia Romagna e la Valle d'Aosta che raggiungono o si avvicinano all'obiettivo dei 45 posti nido per 100 bambini nella fascia d'età 0-2 anni.