
Si sa, tra Corea del Nord e Corea del Sud non corre buon sangue. Specie nell'ultimo periodo, con i rapporti tra le due parti che si sono fatti sempre più tesi. Nelle ultime ore, poi, la tensione è sfociata in un fatto piuttosto insolito.
Nella giornata di ieri, infatti, la Corea del Nord ha inviato dei palloncini carichi di feci e rifiuti verso la Corea del Sud. Il video dei palloncini che sorvolano il cielo ha fatto il giro del web e molti si chiedono il motivo dietro questo gesto sgradevole.
Leggi anche:
- All eyes on Rafah, cosa vuol dire la frase sui social
- Cosa sappiamo della strage di civili a Rafah
- "L’amour toujours” di Gigi D'Agostino diventata un inno di estrema destra: ecco dove succede
Il lancio dei palloncini di rifiuti: cosa è successo?
Le tensioni tra la Corea del Nord e la Corea del Sud hanno preso una piega inaspettata. Così ieri dalla capitale Pyongyang sono partiti centinaia di pallonicini ricolmi di letame e immondizia alla volta di Seul. Le autorità della Corea del Sud hanno immediatamente allertato la popolazione civile, esortandola a non uscire di casa per i rischi legati alla sicurezza e all’igiene. Oltre 150 palloncini hanno sorvolato lo spazio che divide le due Coree: fotografie diffuse dai media mostrano palloncini bianchi gonfi con sacchetti di plastica. Alcuni dei palloncini atterrati sembrano trasportare un miscuglio di spazzatura, inclusi bottiglie di plastica, batterie, parti di scarpe e letame.
Perché la Corea del Nord ha lanciato i palloncini di feci?
Come riportato da 'IlSole24Ore', il vice Ministro della Difesa nord coreano Kim Kang-il, ha riferito che tali azioni sono una risposta diretta ai volantini anti-nordcoreani recentemente lanciati dalla Corea del Sud. I manifesti condannavano aspramente il regime nordcoreano, invitando i cittadini nordcoreani a mobilitarsi in segno di protesta. Secondo Peter Ward, ricercatore presso il Sejong Institute, “l’utilizzo di palloncini per fini propagandistici o come forma di protesta è molto meno rischioso di un’azione militare aperta, ma complica notevolmente la gestione della situazione senza un’escalation militare incontrollabile”.