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Studentessa fa i compiti per le vacanze

Ci vuole coraggio a non assegnare i compiti per le vacanze. Infatti, solo il 24% degli studenti delle scuole secondarie non ha ricevuto assegnazioni. Tutti gli altri, chi più chi meno, ha dovuto alternare il mare a montagne… di esercizi.

Tuttavia, il richiamo dell’estate è stato più forte della paura di un brutto voto. Per questo, ben 6 studenti su 10 ammettono di essere tornati in classe senza aver completato le attività assegnate. Ignorando, se non del tutto almeno in parte, le scadenze. Al contrario, alla resa dei conti, solo 1 su 3 può dire di essere rientrato in aula con la coscienza davvero serena, avendo portato a termine tutte le assegnazioni.

Ma, al di là del lavoro svolto, anche all’interno del piccolo gruppo che dichiara di aver rispettato le consegne la sensazione è che ci sia stata scarsa dedizione. Ad esempio, più di 2 studenti su 3, infatti, hanno scelto - con varie sfumature di intensità - di affidarsi all’Intelligenza Artificiale per svolgere gli esercizi, archiviando la pratica in fretta e senza sforzi.

A evidenziare queste dinamiche è un sondaggio del portale Skuola.net, a cui hanno preso parte 1.000 studenti delle scuole medie e superiori, svelando come è stata affrontata la questione “compiti delle vacanze” dalle ragazze e dai ragazzi.

Indice

  1. Solo un terzo degli studenti è in regola con i compiti
  2. Medie più diligenti, superiori decisamente meno
  3. L’AI diventa la scorciatoia preferita dagli studenti
  4. Originalità in crisi: compiti “falsati” per due su tre
  5. Troppi compiti e poca motivazione: il peso delle assegnazioni estive
  6. Genitori divisi tra sostegno, opposizione e “aiutini”
  7. Riposo interrotto: la scuola che ti segue anche in vacanza

Solo un terzo degli studenti è in regola con i compiti

Al momento della rilevazione, effettuata subito dopo l’inizio dell’anno scolastico, solo il 34% degli alunni si è dichiarato pienamente in regola con gli esercizi assegnati a inizio estate. Il 40%, invece, ha detto di averne completata la maggior parte, mentre il 13% ha ammesso di aver svolto meno della metà dei compiti. Mentre una percentuale simile non ha fatto praticamente nulla. Per questi ultimi, verosimilmente, il ritorno in classe è stato accompagnato dalla certezza di presentarsi a “mani vuote”.

Medie più diligenti, superiori decisamente meno

Giusto alle scuole medie c’è stato un maggior rigore: il 51% ha svolto tutti i compiti, il 35% si è fermato a metà strada. Ma 1 studente su 7 ha comunque completamente ignorato l'assegnazione. Nelle scuole superiori, invece, i colleghi più grandi sono stati meno ligi al dovere: solo 1 studente su 3 ha completato i compiti, il 41% è rimasto a metà, mentre quasi un terzo (29%) probabilmente è tornato in classe senza aver svolto alcun esercizio.

L’AI diventa la scorciatoia preferita dagli studenti

Inoltre, su molti di loro, a qualsiasi livello, come detto aleggia l’ombra della “scorciatoia”. Che si tratti di chi ha portato a termine i compiti con più solerzia o di chi si è limitato a terminarli parzialmente, la maggior parte degli studenti ha fatto ricorso all’Intelligenza Artificiale per svolgere le attività: è il 59% del totale - decisamente meno alle medie (45%) e un po’ di più alle superiori (63%) - ad ammettere di avere fatto ricorso all’’aiutino’.

A conferma, dunque, di un utilizzo sempre più diffuso di strumenti come ChatGPT e sorelle, il 20% degli studenti ha dichiarato di ricorrere all’IA con una certa frequenza, mentre un 33% l’ha usata sporadicamente. Per fortuna, solo un 6% confessa di aver fatto un uso costante dell’IA per tutti i compiti. Ma resta la lezione di fondo: questa tecnologia è ormai diventata una risorsa quasi imprescindibile per velocizzare le attività scolastiche.

Originalità in crisi: compiti “falsati” per due su tre

E non è finita qui. Perché, ovviamente, all’IA continuano a sommarsi l’immancabile aiuto dei genitori e l’utilizzo di risorse via web. Cosicché, a conti fatti, i compiti svolti molto spesso non rispecchiano il reale impegno degli studenti. Solo un terzo di loro, il 33%, può vantare elaborati originali, frutto esclusivamente del proprio lavoro. Il 9% degli intervistati, invece, ammette di aver prodotto quasi nulla di proprio, con compiti che mancano di autenticità. La maggior parte, il 40%, si colloca a metà strada, avendo prodotto lavori propri solo in parte.

Troppi compiti e poca motivazione: il peso delle assegnazioni estive

Tutto questo, probabilmente, è il frutto di una percezione distorta dei compiti, visti sempre più come un fastidio piuttosto che come uno strumento utile per l’apprendimento. A contribuire a questa visione, c'è il fatto che a volte i docenti esagerano con la quantità di compiti assegnati, talvolta aggiungendo nuove attività anche a vacanze in corso.

Il risultato di questo “abuso” dello strumento è che molti studenti si trovano disorientati di fronte a una mole di compiti che, oltre agli esercizi tradizionali, include anche attività più creative. Si parla, ad esempio, di elaborati su letture di italiano, o anche in lingua straniera, e di altri tipi di attività che richiedono un maggiore impegno e pensiero critico.

Il 38% degli studenti ha dovuto provvedere anche a questa tipologia di compiti “alternativi”, mentre il 62% ha ricevuto quasi esclusivamente esercizi tradizionali. Tra quelli che hanno avuto compiti creativi, il 41% li ha considerati prioritari, ma un altro 43% ha comunque dovuto dedicare più tempo agli esercizi tradizionali. Solo il 16% li ha beatamente ignorati.

Genitori divisi tra sostegno, opposizione e “aiutini”

Tutto ciò contribuisce, ovviamente, ad accrescere anche la “fronda” delle famiglie che si schierano contro i compiti. Oltre 4 intervistati su 10, con percentuali simili tra medie e superiori, dichiarano infatti che i propri genitori si sono mostrati contrari alle assegnazioni per le vacanze. Il 27% ha comunque invitato i figli a svolgerli lo stesso, per evitare problemi, il 3% gli ha invece vietato di farli, mentre il 13%, forse per senso del dovere, ha offerto supporto diretto durante l’esecuzione dei compiti.

Ad alimentare il malcontento generale, potrebbe esserci anche il fatto che l’impegno scolastico si ripercuote in modo significativo sulla vita familiare. Infatti, il 33% degli studenti ha dovuto portare con sé il materiale scolastico anche durante le vacanze vere e proprie, quelle lontano da casa. Il 29% ha portato solo le letture.

Riposo interrotto: la scuola che ti segue anche in vacanza

Ciò ribadisce un fatto, su cui fanno perno gli oppositori di questa pratica: l’onere dei compiti incide sul riposo estivo, sottraendo tempo prezioso alla famiglia e alla possibilità di distogliere la mente dagli impegni. Non a caso, solo il 30% degli studenti dice convintamente di essere riuscito a staccare completamente la spina dalla scuola, non pensando affatto agli esercizi per le vacanze.

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