matteobortone
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ricercatore italiano ucciso in colombia
Fonte: La Repubblica


Era uno studioso eccellente Alessandro Coatti, il biologo italiano di 38 anni trovato senza vita in Colombia. La scoperta della morte del ricercatore è avvenuta domenica scorsa nella città di Santa Marta, nel nord del Paese. Il suo corpo è stato fatto a pezzi, con alcune parti abbandonate in una valigia e altre in un sacco.

Coatti, che si trovava lì per una vacanza, ma soprattutto per studiare le specie locali e svolgere attività di ricerca, è stato ucciso in circostanze ancora misteriose.

Era arrivato in Colombia il 28 marzo scorso per continuare il viaggio in solitaria che stava svolgendo in Sudamerica. Purtroppo, però, non è mai tornato al suo ostello dove alloggiava, fino alla tragica scoperta.

Indice

  1. Il ritrovamento del corpo: indizi e misteri
  2. Le indagini e la ricompensa per chi darà informazioni
  3. Chi era Alessandro Coatti?
  4. La tragedia nelle parole della famiglia

Il ritrovamento del corpo: indizi e misteri

Il corpo smembrato è stato ritrovato grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, che hanno notato dei comportamenti sospetti di un gruppo di uomini mentre abbandonavano una valigia, rintracciata poi in mezzo alla vegetazione.

All'interno del bagaglio, la polizia ha trovato solo le braccia e la testa di Coatti, mentre il tronco e le gambe sono stati rinvenuti solo successivamente, in un sacco nero lungo il fiume Manzanares.

Il ricercatore non aveva con sé i documenti, l’unico indizio che ha permesso di identificarlo è stato un braccialetto dell’ostello dove alloggiava. Giunti nella struttura, il personale dell’albergo ha raccontato che Coatti era diretto al Mercato Pubblico con l’intenzione di trovare lì un trasporto per il Parque Tayrona, parco naturale e nota meta turistica nelle vicinanze della città. 

Le indagini e la ricompensa per chi darà informazioni

Le forze dell'ordine colombiane hanno avviato un’inchiesta. Coatti, secondo il colonello che segue le indagini, non aveva precedenti penali né legami sospetti, ed era un visitatore che non sembrava essere coinvolto in affari illeciti.

Nonostante l'assenza di indizi diretti, il sindaco di Santa Marta con un post sui social ha annunciato una ricompensa di 50 milioni di pesos (circa 10.000 euro) per chiunque sia in grado di fornire informazioni utili all'indagine.

Il primo cittadino, come riporta ‘La Repubblica’, ha lanciato un messaggio chiaro: “Questo crimine non rimarrà impunito. I criminali dovrebbero sapere che a Santa Marta non c'è posto per la criminalità. Li perseguiteremo finché non saranno assicurati alla giustizia”.

Chi era Alessandro Coatti?

Alessandro Coatti era un brillante scienziato, uno di quei cervelli in fuga dall’Italia per costruire un futuro migliore all’estero. Nato a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, inizialmente ha lavorato presso il Cnr di Pisa, per poi proseguire la sua carriera in Europa, trascorrendo due anni in Germania e infine approdando in Inghilterra.

A Londra, ha collaborato con l'ambasciata italiana e ha conseguito un prestigioso master in neuroscienze presso l'University College, fino a raggiungere un importante traguardo professionale presso la Royal Society of Biology. Nonostante la sua carriera andasse molto bene, Coatti era però alla ricerca di una nuova direzione per il futuro, per questo aveva deciso di licenziarsi per intraprendere un viaggio alla scoperta del Sudamerica. 

Un giovane promettente che aveva lasciato un segno profondo in chi l'aveva conosciuto, come sottolineato dal suo relatore di tesi: "Alessandro? Era uno studente eccezionale ma soprattutto una persona particolare”, ha ricordato il professore.

Anche i colleghi lo ricordano, ancora increduli di quanto successo: “Sono e siamo tutti sotto shock, è davvero orribile, terrificante la fine che ha fatto”, racconta il direttore della comunicazione della Royal Society of Biology di Londra.

La tragedia nelle parole della famiglia

La sua famiglia, residente ad Alfonsine, è stata avvertita dalle autorità colombiane. Nonostante fosse lontano da casa, Alessandro era sempre rimasto molto legato a casa e agli amici in Italia.

Sempre a ‘La Repubblica’ su zio ha raccontato: “L’anno scorso era già stato in Sudamerica, e aveva iniziato a dirmi che voleva andare a vivere laggiù, studiare le piante, fare il missionario”. Cosa potrebbe essere successo al nipote? “A mio fratello - ha proseguito - ho detto che per me è finito nelle mani dei trafficanti di organi”.

Intanto l’ambasciata italiana a Bogotà si è subito attivata e mantiene i contatti con i familiari. Bisognerà ora attendere la fine delle indagini per far rientrare in Italia il corpo senza vita del ricercatore.

Data pubblicazione 9 Aprile 2025, Ore 17:19
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