Carla Ardizzone
Autore
Sbatti il bullo (e il prof umiliato) sui social, diventa cyberbullo anche tu! articolo

Skuola.net è sempre stata dalla parte dei ragazzi, e lo saremo sempre. Ma in casi come questi, vale la pena di cercare di capire cosa sta saltando per la testa a qualcuno di loro.
Piccolo riassunto delle puntate precedenti: recentemente un ragazzo interrogato dal professore, decide di fare il prepotente e di uscirsene in maniera minacciosa e - a dire il vero - alquanto infelice: "Chi è che comanda?", "Dammi sei, mettiti in ginocchio" cercando di strappargli dalle mani il registro. E i compagni? Lì a fare il video per metterlo in Rete, esaltando il bulletto e umiliando ulteriormente il prof. Sì, perché il video non rimane tra quei venti alunni, di quella classe, di quell'istituto tecnico di Lucca: le immagini si diffondono su Internet e diventano di dominio pubblico, fonte di divertimento (per molti) e di pena (per pochi). Finché il caso non diventa nazionale e scattano le denunce.

Poi la stampa - e quindi, il pubblico, cioè tutti noi - decide che la cosa è davvero interessante, e scova altri video del genere: uno salta fuori proprio questa mattina, guarda caso proveniente dalla stessa scuola, con un ragazzo che ha deciso di dimostrarsi ben più "eroico" del primo. Infatti - che genio! - ha indossato un casco integrale da moto e ha deciso di minacciare il professore mimando una testata. Un altro da Velletri, ancora oggi, ha tenuto a far sapere alla professoressa che l'avrebbe voluta "squagliare nell'acido". Che gran successo avrà questo video (immancabilmente girato dai "picciotti"), quante condivisioni, quanti like, e quanto parlare farà! Magari si va sui giornali, magari si diventa famosi. Magari hanno pensato questo, nel momento in cui hanno schiacciato il tasto rec, i ragazzotti della classe, e tutti quelli che hanno cliccato su "condividi".

Ma mica si finisce qui. Video di questo genere, sul "mondo alla rovescia", dove studenti armati di smartphone diventano i "boss" di una scuola che non ha più autorità, ce ne sono a bizzeffe. Studenti contro studenti, prof contro studenti, studenti contro prof. Ricordiamo il più recente caso della docente disabile legata e colpita dai propri alunni. Eppure, come puntare il dito contro questi giovani? Del resto, se sono gli stessi adulti (nella fattispecie parenti, genitori, ecc.), fin troppo spesso, a contestare il ruolo e il valore dell'istruzione a suon di aggressioni e minacce più o meno velate in caso di brutti voti o similari, c'è poco da stupirsi. Per rendersene conto, basta seguire la cronaca degli ultimi mesi. A proposito, occhio al periodo degli scrutini finali, non sia mai si bocci qualcuno: altrimenti, c'è da credere che per qualche ardito insegnante il viaggio dell'estate 2018 sarà quello verso il pronto soccorso.

Eh, ma c'è qualcosa che non va. Non pensate? Fermi tutti, non vogliamo fare i benpensanti e sparare a zero sugli studenti di oggi, come fanno in tanti: i violenti sono sempre esistiti, in tutte le scuole e in tutte le epoche. Purtroppo, aggiungiamo. E i vigliacchi, pure. Ma se i primi sono sempre stati una minoranza, e lo resteranno, il mondo odierno ha dato ai secondi armi di "distruzione di mass...media" di grossa potenza. Da mettere, poi, anche un po' al servizio dei prepotenti (indiscussi protagonisti del film) pur rimanendo i veri registi della sopraffazione e dell'umiliazione: eccoli, i vigliacchi. Dietro la macchina da presa, a scegliere le immagini giuste, creare il video. E poi condividere, mettere like. E poi "ah, che ridere", condividere ancora e ancora. Un gran successo di pubblico al botteghino che incoraggia e giustifica la scelta di certi "plot". Perché, in fin dei conti, che facciamo di male? Chissà chi è quello che le prende e quello che le dà, chissà quando è successo, chissà se è vero o si tratta solo di una "fake news". Puro spettacolo davanti al quale battere le mani o bacchettare, da spettatori.

Tutto è troppo lontano, dietro uno schermo, per avere davvero importanza. Di chi è la colpa di tutto questo, non lo sappiamo e non siamo qui per analizzarlo. Esisteranno saggi e libri che i sociologi avranno pena di scrivere sull'argomento.

Ma quello che è evidente è che ultimi ad avere un ruolo, qui, sono i deboli, i percossi, gli umiliati. E, ancora dopo di loro, in fondo in fondo al barile, i coraggiosi. Quelli che dicono stop, fermati, questo non si fa: il controllo sociale. Loro proprio, cerchiamo. Dove siete finiti?

Skuola | TV
Wannabe Sick Luke, dalla Dark Polo Gang a Dopamina: ‘La trap l’ho inventata io, ora voglio stupire al microfono’

Ospite del vodcast YouTube di Skuola.net, il produttore che ha cambiato il suono della trap italiana si racconta tra ambizione, identità, paternità e la sfida di reinventarsi

Segui la diretta