7 min
terza guerra mondiale

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, fatto di conflitti e crisi internazionali, qualcuno ha tirato fuori un data che spiazza e spaventa: il 3 novembre 2025. Non si tratta di una fake news virale (o almeno non proprio), quanto piuttosto del momento scelto da Sir Richard Shirreff, ex vice comandante supremo alleato in Europa per la Nato,  per fare una previsione apocalittica.

In un articolo sul 'Daily Mail', infatti, Shirreff dall'alto della sua esprienza ha delineato uno scenario di guerra così dettagliato e inquietante su un possibile attacco da parte della Russia, che sembra vero o quantomeno verosimile.

Stando alla sua analisi meticolosa, quel giorno - il 3 novembre - potrebbe scoppiare la “Terza Guerra Mondiale" e l'Europa, così come la conosciamo, potrebbe cambiare per sempre in meno di una settimana. Perché, secondo la visione del militare, la perderebbe in appena cinque giorni.

Sarebbe, dunque, una guerra lampo in cui la Russia, supportata dalla Cina, annienterebbe le nostre difese, sgretolando l'Alleanza Atlantica.

Non ci sono prove che questo scenario si possa effettivamente verificare o meno. Ma, come lo stesso generale afferma, non è detto che la sua trama non possa diventare una tremenda realtà.

Indice

  1. La previsione del generale: un attacco russo-cinese
  2. Il primo attacco
  3. Il blackout si espande, entra in gioco la NATO
  4. La Cina al fianco della Russia
  5. L'ordine mondiale sconvolto in pochi giorni di guerra

La previsione del generale: un attacco russo-cinese

Secondo la visione di Sir Richard Shirreff, la Terza Guerra Mondiale non sarebbe scatenata dalla Russia, ma da un'iniziativa della Cina. Pechino avrebbe intenzione di invadere Taiwan e, per tenere impegnati gli Occidentali, chiederebbe a Putin di sferrare un attacco a sorpresa contro la NATO.

Pur sapendo che questo ruolo subalterno non gli piacerebbe, Putin accetterebbe, perché presto lo zar potrebbe aver bisogno di molte risorse finanziarie e militari per non essere destituito in patria, dopo tre anni e mezzo di guerra in Ucraina. 

Così, agendo per conto della Cina, il presidente russo metterebbe a nudo le debolezze dell'Europa, aprendo la strada a un'offensiva devastante.

Il generale britannico ha fissato indicativamente come data di inizio il 3 novembre 2025, alle due del pomeriggio (ora della Lituania). Un giorno, comunque, non frutto di analisi concrete ma scelto solo per far capire tempistiche e dinamiche di un possibile attacco.

Il primo attacco

L'incubo, secondo Shirreff, avrebbe inizio con un massiccio blackout elettrico a Vilnius e nel resto della Lituania. Non si tratterebbe di un attacco convenzionale, ma di un virus "malware" che si diffonde sulla linea elettrica, causando il caos. In breve tempo, il blackout si espanderebbe anche in Estonia e Lettonia.

Il generale ha scritto nel suo articolo che "le banche, gli uffici e gli ospedali si fermano. Presto esplode il panico nei Paesi baltici, perché agenti e fiancheggiatori russi (giunti dalla Bielorussia) scatenano rivolte, furti e saccheggi, che costringono le autorità al coprifuoco".

Il blackout si espande, entra in gioco la NATO

Lo scenario è destinato ad aggravarsi qualora il blackout raggiungesse Regno Unito, Francia e Germania (cosa data per scontata). A quel punto, i leader occidentali cercherebbero di mantenere la calma.

Ma la notte del 4 novembre, Putin annuncerebbe che le truppe russe nell'enclave di Kaliningrad sono "in massima allerta" e ammassano mezzi militari al confine con la Lituania. La tensione salirebbe alle stelle, e quando la Lituania subirà l'attacco e risponderà al fuoco, il presidente russo deciderà di agire.

Putin si prenderà rapidamente il corridoio di Suwalki, una sottile striscia di terra tra Lituania e Polonia, fondamentale per il transito delle truppe NATO. A quel punto, il segretario generale della NATO invocherà l'articolo 5, che impegna tutti gli alleati a difendere un membro attaccato. Secondo Shirreff, il Presidente USA Donald Trump temporeggerà, la Russia si approprierà del corridoio, rendendo sempre più difficile la difesa della Lituania, che, di fatto, rimarrà isolata.

La Cina al fianco della Russia

Mentre l'Europa è nel caos, il 6 novembre la Cina interverrà ufficialmente, schierandosi apertamente con la Russia. Pechino annuncia che appoggia Mosca "perché difende i suoi cittadini in Ucraina e Lituania". A dare concretezza a questa alleanza, la Cina invia a Mosca una valanga di munizioni e armi.

Poche ore dopo, la Cina lancia la sua offensiva contro Taiwan, con una pioggia di missili che colpiscono le infrastrutture militari e portuali dell'isola. In seguito, invia "100mila droni contro Taipei" e "politici, imprenditori e giornalisti vengono uccisi". A quel punto, gli Stati Uniti, guidati da Trump, minacciano la Cina, ma Pechino non si ferma, circondando Taiwan con le proprie navi da guerra.

L'ordine mondiale sconvolto in pochi giorni di guerra

Il 7 novembre, a soli cinque giorni dall'inizio del conflitto, l'ordine mondiale sarebbe già stravolto. Il presidente americano sarà costretto a cedere e lasciare Taiwan al suo destino, almeno militarmente. Anche imponendo lo stop a ogni rapporto commerciale con Pechino, questo non verrebbe applicato dagli alleati occidentali.

Il racconto di Shirreff si ferma qui, lasciando un quadro alquanto drammatico. Con la Cina che avrà ottenuto quello che ha sempre desiderato: Taiwan. La Russia che non solo si sarà presa l'Ucraina, ma avrà anche invaso e rivendicato i Paesi baltici. Mentre la NATO, stando alla visione del generale, sarebbe "di fatto disintegrata".

Un incubo, questo, che si spera non diventi mai realtà. Ma, come ha concluso Shirreff, è una trama che non va sottovalutata.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta