
La Storia si è fermata (non a Eboli) ma alla Seconda Guerra Mondiale. Questo è quello che accade (se va bene) a oltre la metà dei maturandi, che tra qualche giorno dovranno sostenere l’esame di Maturità e magari saranno costretti a confrontarsi con tracce di italiano su temi ignoti ai (loro) programmi scolastici.
Un problema che si presenta puntualmente ogni anno e che puntualmente viene messo in evidenza dal portale specializzato Skuola.net, a cui giungono le lamentazioni degli studenti che non solo indietro sui programmi ma anche sulla preparazione all’esame, ovvero le simulazioni delle tre prove che compongono lo stesso.
Il frutto, probabilmente, dell’atteggiamento di molti prof, non esattamente centrato sull’appuntamento.
Secondo quanto riportato dai 1.000 maturandi intervistati da Skuola.net, ben più della metà - circa 6 su 10 - ha visto l’ultimo periodo di lezioni dedicato dai docenti principalmente a verifiche e interrogazioni, con l’esame di Stato, di fatto, "snobbato" dalla maggior parte di loro.Indice
- Programmi incompleti: agli studenti tocca arrangiarsi
- La Storia resta indietro: per 1 su 2 si ferma alla Seconda Guerra Mondiale
- Letteratura a metà: autori del Novecento spesso dimenticati
- Materie caratterizzanti: meglio, ma non per tutti
- Poche simulazioni, attualità trascurata: la pratica è il vero tallone d’Achille?
- Il paradosso della Maturità: quasi certamente promossi, ma poco preparati
Programmi incompleti: agli studenti tocca arrangiarsi
A rimanere sullo sfondo non è stato, però, solo il tratto finale del percorso scolastico, ma anche temi cruciali legati alle materie scolastiche che, spesso per mancanza di tempo, non vengono trattati, lasciando agli studenti il difficile compito di recuperare in autonomia.
Sebbene quest’anno, va detto, su questo fronte si sia registrato un leggero miglioramento.
La Storia resta indietro: per 1 su 2 si ferma alla Seconda Guerra Mondiale
Parlando di Storia - disciplina oggetto sia delle tracce “argomentative” della prima prova che del colloquio orale - oltre la metà dei maturandi rivela di avere approfondito la seconda metà del Novecento: un terzo abbondante (37%) addirittura ha portato a compimento lo studio della Storia fino ai giorni nostri, mentre quasi un quinto (17%) è arrivato a trattare gli anni ‘70. Quando dodici mesi fa ci si fermava sotto la soglia psicologica del 50%.
Resta però il fatto che circa 1 su 2 continua a non andare oltre la Seconda Guerra Mondiale: per il 31% le lezioni si sono fermate proprio alla fine del secondo conflitto mondiale, mentre l’8% non ci è mai addirittura arrivato, terminando le attività con la Prima Guerra Mondiale. C’è poi chi - il 7% - sostiene che la Grande Guerra non sappia nemmeno cosa sia.
Letteratura a metà: autori del Novecento spesso dimenticati
Passando alla Letteratura Italiana - anch’essa centrale nella prima prova e nel colloquio orale - la situazione peggiora ulteriormente: meno di 1 su 3 dice di avere trattato tutti gli autori principali dello scorso secolo, e di avere avuto persino del tempo da dedicare al ripasso.
Più di 1 su 4 è invece arrivato al secondo ‘900, mentre per circa un altro terzo (32%) le lezioni si sono fermate alla prima metà del secolo scorso. E un buon 12% è stato ancora meno fortunato, chiudendo i libri poco oltre l’avvio del ’900.
Materie caratterizzanti: meglio, ma non per tutti
Per fortuna le cose cambiano per quanto riguarda le materie caratterizzanti i singoli indirizzi di studio, che saranno protagoniste della seconda prova scritta. Qui, il 52% degli studenti dichiara di avere terminato il programma, mentre il 31% si presenterà all’appuntamento con l’esame avendo lasciato indietro poco e nulla.
La parte restante - quasi 1 su 5 - dovrà anche qui fare da sé, tra chi dice di avere a malapena superato la metà del programma (11%) e chi lamenta una tabella di marcia da parte dei docenti del tutto insufficiente (6%).
Poche simulazioni, attualità trascurata: la pratica è il vero tallone d’Achille?
Mettendo per un attimo da parte la teoria, pure sulla pratica - dicono i maturandi - si poteva fare meglio. Solo 3 su 10 hanno svolto in classe più di una simulazione delle prove scritte. La metà (il 50%) ha avuto modo di prendere confidenza con l’esame in appena una o due occasioni, mentre il 18% non ha potuto fare alcuna esercitazione.
Qualche docente di buona volontà, poi, ha ben pensato di intavolare un dibattito in classe sulle questioni più scottanti legate ai temi dell’attualità, che potrebbero tornare utili sia in sede di prima prova che durante il colloquio orale.
In questo caso, il 36% conferma che la contemporaneità è stata spesso parte integrante delle lezioni, mentre il 42% si è dovuto accontentare di qualche approfondimento in ordine sparso. Sempre meglio di quel 22% che, invece, dovrà scoprire cosa avviene nel mondo per conto proprio.
Il paradosso della Maturità: quasi certamente promossi, ma poco preparati
“Il format dell’esame attuale di Maturità - spiega Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net - privilegia in maniera decisa il percorso pregresso dello studente - che pesa il 40% del voto - rispetto all’esito dell’esame stesso: ecco perché i bocciati alla Maturità sono lo ‘zero virgola’ mentre i non ammessi sono poco meno del 4%. Questo i docenti lo sanno e quindi si concentrano soprattutto, verso la fine dell’anno, sulle verifiche per determinare in maniera quanto più possibile equa (dal loro punto di vista) la valutazione dello studente”.
“Peccato che - prosegue Grassucci - ai maturandi resti poi la bega di sostenere l’Esame senza essere adeguatamente preparati: dai cronici ritardi sui programmi scolastici effettivi rispetto alle indicazioni ministeriali, sui cui sono tarate le prove di Maturità, alla mancanza di tempo per preparare elementi accessori come il Curriculum dello Studente o la relazione sui PCTO, oppure di ‘simulare’ le prove d’esame. Basta farsi un giro sui social per osservare le lamentazioni dei maturandi e il lodevole tentativo di aiutarsi l’un l’altro con consigli e dritte su ciò che i prof si ‘dimenticano’ di spiegare o raccontare sull’esame di Maturità”.