
Per imparare a recitare, e quindi poter dimenticare se stessi nel momento della recitazione, è necessario non solo prender parte a corsi di recitazione, ma occorrono anche forza di volontà e talento, ossia quella capacità di “entrare” nel personaggio, farlo proprio, fino a capirne l’essenza e renderlo quanto più reale agli occhi del pubblico.
E’ ciò che fa Giulia Grandinetti, giovanissima e talentuosissima attrice e regista marchigiana, ogni volta che porta in scena un suo spettacolo; è proprio a lei, infatti, che oggi rivolgiamo la nostra attenzione, al suo lavoro e al suo nuovo spettacolo teatrale: “Alice e il Paese che si meraviglia”. Giulia ce lo presenta così.
LO SPETTACOLO - “Alice e il Paese che si Meraviglia” nasce come uno spettacolo teatrale, ma in realtà è molto di più. E’ un progetto multiculturale che sta trovando la sua espressione in varie forme artistiche. Nato come spettacolo teatrale messo in scena tra il 2011 ed il 2013 dai giovani attori dell’Associazione Culturale Aurora (all’epoca Ass. Piccola Pietra), il progetto si è evoluto da un romanzo (attualmente alla ricerca di una casa editrice per essere pubblicato) in una sceneggiatura cinematografica. Sicuramente un momento fondamentale per la creazione di questo progetto consiste nel momento della mia più grande crisi, in cui non sapevo se abbandonare tutto per trasferirmi all’estero, date le scarse prospettive presenti purtroppo nel nostro Paese oggi. Volevo tentare di fare qualcosa di grande, qualcosa di folle, qualcosa che mi permettesse di dire a me stessa “Io almeno so di averci provato a cambiare le cose”, prima di ipotizzare se lasciare il mio Paese o no. Così nel febbraio-marzo 2014 ho organizzato dei provini ed ho iniziato a proporre il mio progetto cinematografico a degli attori professionisti emergenti, senza saper minimamente come avrei potuto realizzare il mio film. Ad oggi, dopo tanti sacrifici, pare che le condizioni necessarie ci siano ed ho quindi deciso di rischiare, conseguendo la filosofia folle che da quasi ormai 4 anni spinge questo progetto, e girare il film in estate.
A LEZIONE DI RIVOLUZIONE - L’arte ha il potere di rendere la nostra stessa vita un continuo emozionante spettacolo. Questo progetto mi ha letteralmente cambiato la vita, accompagnandomi in giornate ed avventure imprevedibili, proprio come accade ad Alice seguendo curiosamente il bianconiglio.
Certamente fra le varie emozioni positive, posso citare i “sì” ricevuti e vissuti dalle persone che hanno deciso di far parte di questa follia e le moltissime coincidenze che da mesi ci perseguitano rendendoci partecipi di un qualcosa che naviga nella stessa direzione. Ci sono però state anche giornate indimenticabili in quanto tremendamente negative, difficili da affrontare. Giornate in cui la domanda “Ma che sto facendo?” risuonava spesso nell’eco delle mie stanze interiori. Una notte particolarmente brutta è stata a dicembre del 2013 in cui, influenzata a letto, perseguitata da incubi, ho detto a me stessa “Sento troppo peso addosso e poca fiducia nel trovare una grande casa di produzione che investa in questo film: domani mi alzo e capisco come girare questo film anche in un modo più povero, ma con la massima qualità”. E così è stato, così sta accadendo.
I GIOVANI E IL TEATRO, QUALI ASPETTATIVE? - Il teatro, o meglio forse l’arte in generale, è a mio parere una grande occasione di salvezza. C’è necessità di connetterci tra noi, di ascoltarci, di abbracciarci e toccarci, o arriveremo a fraintendere la vita, a dimenticarcene. Mi sento di voler specificare però che l’arte può essere condivisa ogni giorno al di là della nostra effettiva professione. Scegliere di lavorare come attori/registi di teatro ha certamente un certo tipo di peso. Si può amare il teatro anche come spettatori, scrittori, amatoriali (che amano il teatro), critici. L’importante è aver sempre la voglia di non dimenticarci degli altri e del bisogno dell’uomo di scambiare per crescere, di emozionarsi per evolversi. Il teatro è certamente un ottima palestra per allenare i nostri sensi, la nostra filosofia quotidiana.
Per Giulia il teatro non è altro che uno specchio di ciò che siamo stati o potremmo essere nella nostra vita. Grazie al suo esempio e alla volontà d’animo, ciò che ci è più chiaro oggi è che, se si vuole realizzare in un sogno, bisogna inseguirlo fino alla fine, dare il meglio di se stessi e crederci fino in fondo.
Martina Napoli