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Pazzi per il sushi? Attenti all'epidemia di sindrome sgombroide

Pesce crudo, riso, alghe e vegetali. Sono questi i principali ingredienti del sushi, piatto tipico della cucina giapponese molto amato anche da noi, soprattutto dai giovani. Chi infatti non ha mai avuto modo di gustare un Sashimi o un Nigiri? Pochi, forse solo i più tradizionalisti, fedeli alla cucina italiana e a forchetta e coltello! Proprio sul sushi, però, in questi giorni si sta alzando un polverone. Pare infatti che a Milano stia provocando un allarme un’epidemia. Scopri cosa sta accadendo!

LA VICENDA – Da gennaio ad agosto, nel capoluogo lombardo sono stati registrati ben 38 casi di sindrome sgombroide, ovvero un’intossicazione da prodotti ittici. A provocarla, una cattiva conservazione del pesce. Riconoscere la sindrome sgombroide non è facile, si presenta spesso come una normale allergia alimentare: eritema e prurito al volto e alla braccia, tachicardia, palpitazioni, diarrea e, ma si tratta di un caso estremo, all’edema della glottide che può portare al soffocamento. Di solito, i sintomi si possono verificare in un lasso di tempo che va dai 30 minuti alle due ore dal momento dell’ingestione. Il consiglio quindi è quello di scegliere ristoranti affidabili e, prima di impugnare le bacchette, dai un’occhiata a quello che stai per mangiare!

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I PESCI A RISCHIO – La sindrome sgombroide è dovuta alla cattiva conservazione del pesce crudo. Ma quali sono le specie a rischio? Ecco una breve lista: agoni, alacce, alici, aringhe, costardelle, lampughe, sardine, sgombri, tonnetti e tonni. Se quindi sceglie di mangiare questi tipi di pesce, crudo, assicurati che sia stato conservato bene.

CONSIGLI - Se quindi decidi di mangiare pesce crudo, ma non conosci il posto che ha scelto, evita di ordinare tonno, pesce azzurro, palamita e sgombro. Se sei a casa, invece, evita di mangiare il tonno in scatola aperto giorni prima.

Manlio Grossi

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