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Banconote da 50 euro

Un controllo antidroga di routine si è trasformato in un sequestro di denaro falso. È accaduto a Terni, dove un diciottenne, studente incensurato e descritto come “ragazzo di buona famiglia”, è stato fermato dai Carabinieri dopo aver ritirato un pacco in un punto di consegna.

Il giovane, con un atteggiamento ritenuto anomalo dai militari, è stato sottoposto a un controllo. All’interno del plico, c’erano decine di fogli stampati con la riproduzione di banconote da 20 e 50 euro, ancora da ritagliare, per un valore complessivo di circa 15mila euro, insieme a centinaia di patch olografe della dea “Europa”, pronte per essere incollate.

Indice

  1. La scoperta in casa e il sequestro
  2. L’arresto e le accuse
  3. La difesa: “Un gioco nato sui social”
  4. Le indagini proseguono

La scoperta in casa e il sequestro

L’ispezione è poi proseguita nell’abitazione del ragazzo, dove gli investigatori hanno trovato altre banconote false in tagli da 10 a 200 euro e quasi trecento patch olografe ancora confezionate. Il totale del denaro contraffatto sequestrato ammonta a oltre 35mila euro.

Le analisi preliminari hanno rivelato che si tratta di riproduzioni di buona qualità, anche se incomplete. I tecnici della Banca d’Italia stanno ora esaminando il materiale per determinare il grado di sofisticazione delle banconote e dei kit utilizzati per la stampa.

L’arresto e le accuse

L’indagine ha portato all’arresto del giovane, con l’accusa di falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, reati disciplinati dall’articolo 453 del codice penale e puniti con pene fino a dodici anni di reclusione.

Dopo una breve permanenza ai domiciliari, è stato convalidato l'arresto. Nei suoi confronti è stato disposto l’obbligo di dimora, con permanenza notturna in casa e firma quotidiana presso la polizia giudiziaria.

La difesa: “Un gioco nato sui social”

L’avvocato che rappresenta il ragazzo ha chiesto il giudizio abbreviato per il suo assistito. Il legale ha escluso qualsiasi intento criminale: “È una storia nata sui social", spiega, come riporta 'Il Messaggero', "non si configura il reato ipotizzato, non essendoci né la compilazione né la spendita delle banconote false. È il frutto di un divertimento tra amici, una sfida a chi riesce a stampare banconote più simili a quelle vere".

Le indagini proseguono

Gli inquirenti, intanto, stanno cercando di ricostruire la rete di contatti e la provenienza del materiale, analizzando lo smartphone del ragazzo e i canali utilizzati per l’acquisto del kit. 

La spedizione del plico, secondo le prime verifiche, sarebbe avvenuta da un indirizzo italiano non riconducibile direttamente al giovane. Gli investigatori non escludono che il ragazzo possa essere finito in un circuito più ampio, legato alla produzione e distribuzione di denaro falso, ma al momento ogni ipotesi resta aperta.

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