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fonte foto: via Money.it

Stasera Inter e Napoli, domani Milan e Juventus: torna la Champions League. La competizione calcistica più prestigiosa del continente è pronta con la terza giornata dei gironi di qualificazione.

Tra gli eventi sportivi più seguito al mondo, il torneo anche quest'anno attirerà migliaia di appassionati. Alcuni di loro però guarderanno le gare utilizzando un servizio streaming illegale – il famoso “pezzotto” - per aggirare gli abbonamenti delle piattaforme: ma è una scelta che principalmente si ripercuote sul calcio stesso.

Multa di 1.000 con servizio streaming illegale: le indagini della Guardia di Finanza

Minori entrate si traducono in meno posti di lavoro e minore qualità dei campionati, ma soprattutto maggiori entrate per la criminalità organizzata. Per questo la Guardia di Finanza, nell'ambito dell'operazione The Net, ha identificato e chiuso migliaia di servizi IPTV, utilizzati da più di 500mila utenti. Ed è di poche settimane fa un'altra operazione che si è chiusa con la denuncia penale di ben 6mila tifosi, che dovranno pagare una multa di 1.000 euro a testa. Utilizzare il “pezzotto” non comporta soltanto guai con la giustizia, ma anche seri rischi per gli utenti: come trojan per la compromissione dei conti bancari, software illegali per l'esfiltrazione di dati sensibili e pop-up estremi o espliciti.

Kieron Sharp, CEO di FACT, associazione leader nel Regno Unito per la protezione della proprietà intellettuale, è intervenuto sul tema per mettere in guardia dai pericoli dello streaming illegale: "La Champions League è uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo ed è in occasioni come questa che i tifosi sono tentati di guardare le partite attraverso siti di streaming illegali. Tuttavia, questi tifosi potrebbero non essere consapevoli dei pericoli e dei rischi associati allo streaming illegale: conseguenze non solo finanziarie, ma anche legali. Lo streaming illegale è gestito da organizzazioni criminali molto complesse e senza scrupoli, per questo guardare le partite attraverso un abbonamento ufficiale è l'unico modo per evitare non solo di mettere a rischio i propri dati, ma anche di garantire qualità e posti di lavoro" ha commentato il numero uno di FACT.

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