
Tra gli eventi sportivi più seguito al mondo, il torneo anche quest'anno attirerà migliaia di appassionati.
Alcuni di loro però guarderanno le gare utilizzando un servizio streaming illegale – il famoso “pezzotto” - per aggirare gli abbonamenti delle piattaforme: ma è una scelta che principalmente si ripercuote sul calcio stesso.
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Multa di 1.000 con servizio streaming illegale: le indagini della Guardia di Finanza
Minori entrate si traducono in meno posti di lavoro e minore qualità dei campionati, ma soprattutto maggiori entrate per la criminalità organizzata. Per questo la Guardia di Finanza, nell'ambito dell'operazione The Net, ha identificato e chiuso migliaia di servizi IPTV, utilizzati da più di 500mila utenti. Ed è di poche settimane fa un'altra operazione che si è chiusa con la denuncia penale di ben 6mila tifosi, che dovranno pagare una multa di 1.000 euro a testa. Utilizzare il “pezzotto” non comporta soltanto guai con la giustizia, ma anche seri rischi per gli utenti: come trojan per la compromissione dei conti bancari, software illegali per l'esfiltrazione di dati sensibili e pop-up estremi o espliciti.Kieron Sharp, CEO di FACT, associazione leader nel Regno Unito per la protezione della proprietà intellettuale, è intervenuto sul tema per mettere in guardia dai pericoli dello streaming illegale: "La Champions League è uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo ed è in occasioni come questa che i tifosi sono tentati di guardare le partite attraverso siti di streaming illegali. Tuttavia, questi tifosi potrebbero non essere consapevoli dei pericoli e dei rischi associati allo streaming illegale: conseguenze non solo finanziarie, ma anche legali. Lo streaming illegale è gestito da organizzazioni criminali molto complesse e senza scrupoli, per questo guardare le partite attraverso un abbonamento ufficiale è l'unico modo per evitare non solo di mettere a rischio i propri dati, ma anche di garantire qualità e posti di lavoro" ha commentato il numero uno di FACT.