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di Margherita Paolini
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le scuole e le università dicono no alle pagine spotted, ecco perchè

Le scuole e le università si oppongono alle pagine “spotted”, una moda che riguarda il mondo dei social network e che coinvolge in prima istanza gli istituti scolastici creando pagine ufficiali con tanto di logo ad essi associato.

A quanto pare, sarebbero utilizzate come strumento di cyber bullismo.

GOSSIP GIRL ALL'ITALIANA- Si tratta di profili Facebook cerati e gestiti nel totale anonimato dai giovani studenti. Approdate in Italia all’inizio del nuovo anno, le pagine “spotted” (che letteralmente significa “avvistato”) hanno spopolato sul celebre social network nel giro di pochi mesi. M;a perchè sono considerate così tanto pericolose? A quanto pare in pagine in cui figurano lochi di scuole ed università italiane siu darebbe vita ad una sorta di Gossip Girl all'italiana. Insomma, anzichè generare scambi di appunti e solidali confronti su interrogazioni ed esami, si sparla di questo o quest'altro membro dell'università o della scuola in questione, con tanto di nome e cognome e, spesso, pesanti allusioni sessuali.

I VANTAGGI DELLE PAGINE “SPOTTED” - La prima pagina “spotted” è stata quella della Sapienza di Roma, ben presto superata per numero di amici (circa 17 mila) da quella del Politecnico di Milano. Anche gli istituti superiori non sono rimasti immuni al fenomeno “spotted” e non occorre uno sforzo per capirne il motivo. Commenti su compagni di scuola o di corso, informazioni su ragazze e ragazzi che non si conoscono personalmente, opinioni su questo o quel professore senza svelare la propria identità hanno attirato in breve tempo migliaia di amanti del gossip che spesso si trasforma in semplice e triste chiacchericcio.

IL SITO PRECURSORE DEL FENOMENO - Questa tendenza non è dell’ultima ora. Le sue origini sono legate a un’idea partita da uno studente di informatica dell’University College of London che, nel 2010, creò un sito, FitFender, che consentiva di pubblicare commenti su tutte le ragazze “avvistate” nel campus universitario. Sebbene il sito fu chiuso dopo poco per violazione della privacy, il fenomeno non conobbe un arresto. Al contrario si diffuse rapidamente in America, fino ad arrivare, dopo tre anni dal suo battesimo, anche in Italia.

IL PERICOLOSO ANONIMATO E IL BULLISMO IN RETE - Purtroppo il principio fondamentale su cui tale sistema si basa, l’anonimato, sta rischiando di diventare anche il limite più grande di questa trovata. Infatti in questi mesi si è riscontrato che, con troppa facilità, da frasi carine e messaggi gentili le pagine “spotted” diventano il luogo favorito per commenti sgradevoli e volgari e, nella peggiore delle ipotesi, la bacheca di veri e propri insulti nei confronti di soggetti che possono essere identificati nella cerchia dei ragazzi senza troppe difficoltà. Basta infatti esplicitare le iniziali del ragazzo preso di mira, evidenziandone caratteristiche e particolari, e il gioco è fatto. Così stanno prendendo vita episodi di cyber bullismo che vanno duramente condannati e contro i quali le autorità scolastiche non possono che prendere misure cautelari molto pesanti.

L’OPPOSIZIONE DELLE AUTORITÀ SCOLASTICHE - I Presidi di vari istituti superiori italiani, come anche alcuni rettori di note università, si stanno dissociando completamente da questo fenomeno con atti di denuncia alla polizia postale, chiusura delle pagine create, sanzioni contro gli studenti. Atteggiamento comprensibile, in quanto volto a difendere la tranquillità di ogni studente, oltre che la reputazione dell’istituto scolastico o universitario.

USARE I SOCIAL NETWORK CON INTELLIGENZA - I social network rappresentano per i giovani di tutto il mondo una realtà ormai fondamentale ed irrinunciabile. Numerosissimi sono infatti i vantaggi che essi garantiscono, a partire dall’informazione, dal confronto e dal dialogo tra giovanissimi. Non si può dire che rientrino nel bacino dei risvolti positivi di questo fenomeno, il chiacchiericcio e i pettegolezzi sgradevoli a cui spesso danno vita degli utenti poco intelligenti. Il rischio di questi inconvenienti non può che crescere dietro l’espediente dell’anonimato.

La tua scuola ha una pagina spotter?

Margherita Paolini