
Il prossimo 8 novembre sarà un venerdì complicato per chiunque abbia in programma di spostarsi con autobus, metro e tram: è stato indetto uno sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale.
Le principali città italiane rischiano di restare paralizzate, e per molti sarà una vera sfida arrivare al lavoro o a scuola.
Questa volta, infatti, i sindacati hanno deciso di non garantire alcuna fascia di servizio, una scelta che non si vedeva da quasi vent’anni e che potrebbe bloccare l’intero Paese.
Ma perché questa mobilitazione? In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c'è da sapere.
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Come funzionerà lo sciopero dell'8 novembre
La data è fissata: l'8 novembre il trasporto pubblico locale si fermerà per 24 ore in tutta Italia.
I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna hanno indetto lo sciopero per protestare contro la mancata firma del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, che è scaduto ormai da quasi un anno.
Lo sciopero riguarderà tutti i mezzi di trasporto locale, quindi autobus, tram e metropolitane, ma non i treni.
Ciò che rende questa mobilitazione particolarmente problematica è l’assenza di fasce di garanzia: durante le ore di punta (prima delle 8:45 e dalle 15:00 alle 18:00) non ci sarà alcun servizio minimo garantito, come invece accade solitamente.
L’ultima volta che si è verificata una situazione del genere risale al 2005.
A Roma è anche prevista una manifestazione nazionale davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si terrà venerdì mattina e che coinvolgerà numerosi lavoratori del settore.
Perché scioperano? I motivi della protesta dell’8 novembre 2024
Le ragioni dello sciopero sono molteplici, ma al centro delle richieste c'è innanzitutto il rinnovo del contratto di lavoro, interrotto nel maggio scorso.
Oltre all’adeguamento economico delle retribuzioni per i circa 100 mila lavoratori coinvolti, i sindacati chiedono maggiore sicurezza, sostenibilità e risorse per il settore, tutti punti chiave inseriti nel 'manifesto' del trasporto pubblico locale.
Un settore che, secondo i sindacati, sta attraversando una crisi sempre più evidente.
“Mentre tutta l'Europa investe sul trasporto pubblico locale, noi abbiamo una condizione di arretramento in tutte le città, dalle medie alle grandi”, così il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, come riporta ‘Ansa’.Le sigle puntano il dito contro il taglio del Fondo per il Tpl, ridotto di circa un miliardo e mezzo di euro negli ultimi dieci anni.
Inoltre, il problema della sicurezza è diventato insostenibile: i lavoratori sono arrivati “all’esasperazione” a causa del rischio aggressioni, che è ormai altissimo, quasi quotidiano, come sottolineato da Marco Verzari della Uiltrasporti.
Il messaggio dei sindacati è chiaro: senza un serio rifinanziamento del settore, il trasporto pubblico locale italiano rischia di andare verso il collasso.