
Esiste un'età, scientificamente provata, in cui si dovrebbe smettere di fare tardi la sera o comunque di esagerare con i bagordi. E non è solo una questione di resistenza fisica o di gusti che cambiano con gli anni: in ballo ci sono meccanismi fisici e mentali.
In un recente studio condotto a Berlino, i ricercatori hanno infatti analizzato il comportamento sociale di un campione ampio di persone che frequentano regolarmente ambienti notturni, come club e discoteche. L’obiettivo era capire se, e come, la vita notturna influenzi il benessere mentale nel lungo periodo.
I risultati? Sorprendenti. Perché l'età individuata non è quella che ci si potrebbe immaginare. E, anzi, fino a quel momento "fare serata" in un certo senso è persino incentivato.
Una data precisa, e scientifica
Lo studio ha evidenziato che fare questo tipo di vita stimola aree del cervello legate alla felicità, alla creatività e alla socialità. In particolare, coloro che hanno continuato a uscire regolarmente anche dopo i 30 anni hanno registrato un aumento del 25% nella soddisfazione generale di vita e una riduzione del 40% dei livelli di stress, rispetto a chi ha abbandonato la vita notturna.
Alla luce di questi dati, gli studiosi hanno individuato anche una soglia simbolica: l’età ideale per “smettere” di andare in discoteca, almeno dal punto di vista del benessere, sarebbe 69 anni. Una cifra che ha fatto sorridere molti, ma che non è frutto di ironia: è una conclusione basata su dati raccolti nel corso della ricerca.
“Perché alcune persone invecchiano, mentre altre semplicemente evolvono con la musica”, si legge nel report. Una frase che sintetizza bene il senso dello studio: l’età anagrafica conta meno di quanto si pensi, soprattutto se a guidare la propria routine è la passione per la musica e il bisogno di condivisione sociale.
Una nuova prospettiva sul "fare serata"
Lo studio berlinese mette, perciò, in discussione l’idea che il divertimento notturno sia una prerogativa dei più giovani. Al contrario, uscire la sera, ballare e sentirsi parte di una comunità può avere effetti positivi sul lungo termine, anche ben oltre i 60 anni.
Sulla base di questo studio è chiaro che il "clubbing" non sia una fase della vita da “archiviare”, ma un'esperienza da vivere secondo i propri tempi. E, se i dati dicono la verità, farlo fino a 69 anni potrebbe non essere solo socialmente accettato, ma anche consigliato.