
Dal punto di vista storico, si tratterebbe di un’iniziativa della chiesa cattolica, che ha cristianizzato i riti pagani legati alla fertilità, i Lupercalia, che ricorrevano proprio nel periodo di febbraio. Ma la figura di San Valentino che c’entra in tutto questo? Perché è ormai indissolubilmente associata all’amore?
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14 febbraio, la festa degli innamorati
Oggi è San Valentino, la festa degli innamorati, che si festeggia ogni anno il 14 febbraio. La ricorrenza prende il via dal tentativo della chiesa cattolica di porre fine al rito pagano della fertilità che si celebrava fin dal IV secolo a.C a febbraio, periodo della rinascita. La festività era quella dei Lupercalia, in onore del dio della fertilità Lupercus. Tradizione voleva che uomini e donne si unissero secondo un principio di casualità, procreando senza che tra loro ci fosse la condivisione di un sentimento. Gli antichi Padri della chiesa naturalmente non potevano vedere di buon occhio tale comportamento. Ritenendo immorale la circostanza, cercarono quindi di istituire un “santo degli innamorati” da festeggiare in sostituzione del dio pagano, troppo fuori dalle righe per i dettami cristiani. Ma chi era San Valentino? Come ha fatto a diventare il patrono degli innamorati?
Chi era San Valentino
Il Santo cristiano, patrono delle coppie di innamorati, è una figura avvolta dal mistero e dall’incertezza storica, tant’è che ancora non è chiarissimo cosa abbia a che fare con l’amore. Solo aneddoti, che però si situano spesso al confine tra la leggenda e il detto popolare. Quello che sappiamo è che si decise di ricordare San Valentino come patrono degli innamorati nell’intorno del Quattordicesimo secolo, nell’Inghilterra cortese, fatta di corti e cavalieri.Si trattava probabilmente di un sacerdote (forse di un vescovo) che morì come martire a Roma nel Terzo secolo. Poco si sa sul suo conto e poco si sapeva anche quando venne istituita la sua festa, nel 469, da Papa Gelasio I, che scrisse di lui che era un uomo che riceveva “giusta reverenza” nonostante i suoi meriti fossero “noti soltanto a Dio”.
In realtà, negli antichi documenti, si ha traccia di tre differenti San Valentino legati alla data del 14 febbraio, ed è anche possibile che non corrispondessero alla stessa persona. Uno di questi era nato a Terni, città in cui era poi divenuto vescovo. Un altro era sacerdote romano, mentre l’ultimo era vescovo della provincia romana d’Africa. Insomma, un personaggio dai tanti volti.
La leggenda di San Valentino, patrono degli innamorati
Quello che si dice il potere delle storie: pur nell'incertezza delle fonti storiche, San Valentino è sopravvissuto ai secoli grazie alla leggenda sul suo conto. A vincere è spesso la narrazione più colorita, che sa muoversi agevolmente di bocca in bocca fino a creare una rete di racconti in cui è impossibile non rimanere impigliati. E alla fine tutti sanno che…San Valentino iniziò a godere di una discreta fama soprattutto a partire dal basso Medioevo, attraverso la Letteratura. Lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer, autore de I Racconti di Canterbury, lo consacrò come santo patrono dell'amore con il poema The Parliament of Fowls, in cui associa Cupido al Santo. Scrisse poi su di lui antiche leggende che avevano al centro il tema amoroso. E fu così che la sua figura si affermò nel mondo delle corti e dell’amore cortese.
La fama del patrono degli innamorati si consolidò poi attraverso l’aneddotica. Stando ai racconti che lo vedono protagonista, il vescovo univa le coppie di innamorati nel sacro vincolo del matrimonio, andando in contrasto con la tradizione pagana in difesa dell’amore vero e della libera scelta. Altro aneddoto romantico: si narra che fece appacificare una coppia circondadoli con il volo dei piccioni in amore. Da qui l’espressione “fare i piccioncini”.