
Bonus cultura sotto accusa. Secondo quanto riporta il quotidiano "Il Secolo XIX" soltanto il 6% dei fondi è stato utilizzato. La misura, prevista dal governo Renzi, assegna a tutti i giovani che compiono diciotto anni, residenti in Italia (in possesso di permesso di soggiorno dove richiesto) un bonus da 500 euro, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale del nostro Paese. Un anno fa, quando venne annunciata l'iniziativa, le opposizioni criticarono il governo parlando di “scambio elettorale”: Renzi rispose dicendo che "questo modo di pensare è offensivo"
Bonus cultura: cosa è possibile acquistare
Il bonus, operativo dal 3 novembre 2016 e utilizzabile fino al 31 dicembre 2017, può essere speso per l'acquisto di biglietti per assistere a rappresentazioni teatrali, cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, ingresso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali. Dall’elenco sono esclusi, per esempio CD e DVD, mentre ci sono alcune limitazioni sui biglietti per i musei e i parchi.
Un sistema poco amato dai ragazzi
Solo che tanti maggiorenni alle prese con il bonus hanno dovuto fare i conti con un farraginoso sistema burocratico. Prima lo SPID (l'identità digitale), poi l'iscrizione al portale 18APP, poi la ricerca di enti culturali e punti vendita che aderissero all'iniziativa. Lungaggini che alla fine hanno fatto desistere molti ragazzi.
Sui social è partita la compravendita
Molti studenti si sono lamentati di non saper come spendere il bonus e infatti, come è stato denunciato a dicembre scorso, molti lo hanno incominciato a rivendere in cambio di soldi. Su Facebook, ad esempio, in un gruppo dedicato alla compravendita e scambio di libri di testo, è stato possibile verificare come molti i ragazzi 'svendessero ' i 500 euro messi a loro disposizione per libri, musei, concerti e spettacoli teatrali. Il governo è stato così costretto a prolungare i termini di iscrizione dal 30 gennaio al 30 giugno con la speranza di far decollare l'iniziativa.
Rischio fallimento: in pochissimi hanno speso i 500 euro
Al 17 gennaio scorso i diciottenni che erano riusciti a spendere la cifra erano solo il 6,3%: 200mila coupon per acquisti nei negozi fisici e 350mila per rivenditori online, per un totale di 6 e 12,5 milioni di euro. Pochi se rapportati ai 290 milioni stanziati complessivamente. Per evitare un flop colossale, dunque, è necessario un deciso cambio di rotta, ad esempio, con l'aumento dei rivenditori che aderiscono all'iniziativa.