
Più della metà dei giovani inglesi accetterebbe di buon grado un dittatore al governo. E non solo: oltre un terzo sarebbe disposto perfino a sopportare un governo militare.
Non è la trama di un romanzo distopico alla Orwell, ma la fotografia della realtà scattata dal sondaggio “Gen Z: Trends, Truth and Trust”, elaborato da Craft per Channel 4.
La ricerca, che ha intervistato un campione rappresentativo a livello nazionale di 3mila persone di età compresa tra 13 e 65 anni, ha puntato i riflettori sul desiderio, sempre più crescente nelle giovani generazioni, di un cambio di marcia radicale nella società.
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Gen Z: cresce la sfiducia nei confronti della società e delle istituzioni
Non a caso, secondo i dati, il 47% vorrebbe un cambiamento radicale per la civiltà occidentale, anche attraverso una rivoluzione.
In sintesi, tre sono le tendenze più rilevanti emerse dal sondaggio:• disimpegno democratico: più della metà (52%) della Gen Z pensa che “il Regno Unito sarebbe un posto migliore se al potere ci fosse un leader forte che non deve preoccuparsi del parlamento e delle elezioni”, con un terzo (33%) che afferma che “sarebbe meglio che ci fosse l’esercito a guidare il Paese”
•la parità di genere vissuta come un discrimine: un altro elemento molto significativo e in parte sorprendente emerso dal sondaggio è che quasi la metà dei maschi under 30 intervistati (45%) ritiene che “siamo andati così lontano nel promuovere l’uguaglianza delle donne che stiamo discriminando gli uomini”. Il 44% pensa che la parità di diritti delle donne sia andata fin troppo lontano
• incertezza sul futuro: il 58% dei giovani non ha la minima fiducia nei media tradizionali. Per loro anche il post di un amico o un conoscente vale più del parere di un giornalista. E ancora, un terzo (33%) dei ragazzi e delle ragazze si fida di personalità dei media alternativi basati su Internet, quasi il triplo rispetto al 12% dei 28-65 anni.
Una nuova ricerca della verità
Parte di questa visione, così lontana dal mondo di oggi, la si deve in parte alla fruizione dei social media. Secondo Alex Mahon, amministratrice delegata di Channel 4, le piattaforme social contribuirebbero all'”abbandono sfrenato della ricerca della verità” come riportato da La Repubblica.
Il cosiddetto disimpegno dalla democrazia, che secondo l'indagine sta richiamando sempre più ragazzi tra i 13 e i 27 anni, nasce nel momento stesso in cui si entra in contatto con il mondo dei social media, proprio a causa della loro natura estremamente polarizzante.
Non più solo destra e sinistra, dunque, ma un nuovo modo di intendere e interpretare la realtà: la Gen Z, oggi, cura le proprie “playlist di verità” a suo modo, tramite fonti tradizionali e “alternative”. Con il risultato che non è poi così raro oggi avere a che fare con un giovane che sposa i valori della sinistra, ma che si trova anche in linea con alcune idee spostate più verso destra.