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nico acampora pizzaut
Fonte: Corriere della sera

Una prenotazione andata in fumo, cinquanta posti rimasti scoperti e tanta amarezza. È quanto accaduto a PizzAut, il ristorante di Monza gestito da cuochi e camerieri con autismo, dopo che una comitiva di insegnanti ha deciso di non presentarsi al pranzo prenotato, senza nemmeno preoccuparsi di annullarlo.

Il racconto lo ha fatto direttamente Nico Acampora, fondatore del progetto, che sui social e al 'Corriere della Sera' ha denunciato il gesto, definendolo un vero e proprio "bidone".

Ma, visto il contesto, non si è trattato solo di un danno economico ma anche un colpo al cuore per un locale che, ogni giorno, porta avanti una missione sociale oltre che culinaria.

Indice

  1. Il “bidone” da nota sul registro
  2. Preparativi vani e amara sorpresa
  3. Un danno economico e morale
  4. La reazione del pubblico

Il “bidone” da nota sul registro

La delusione di Acampora traspare fin dalle prime parole: "Cinquanta insegnanti che fanno il bidone. Dovremmo dargli una nota sul registro". Il gruppo di docenti era atteso a mezzogiorno. Avevano prenotato tramite The Fork, specificando persino nelle note: "siamo insegnanti e forse saremo più di 50".

All’ultimo, però, la doccia fredda: "5 minuti fa ci hanno detto che non verranno. Non hanno però disdetto la prenotazione su The Fork..." racconta il fondatore, che sottolinea di aver scelto di non indicare il nome della scuola di provenienza dei docente "perché sono più corretto di loro".

Preparativi vani e amara sorpresa

La giornata, per Acampora, era iniziata tra i paddock dell’Autodromo di Monza, dove serviva pinse con parte della brigata, in occasione del Gran Premio di Formula 1.

Ma, nonostante gli impegni, aveva deciso di passare anche al ristorante, dato l'importante afflusso di clienti per la prenotazione delle 12.

Poi la spiacevole sorpresa: la sua collaboratrice, l’educatrice Kerol, aveva già tentato più volte di contattare il gruppo per confermare il numero dei partecipanti, ma senza successo. Risultato: locale praticamente vuoto.

Un danno economico e morale

Lo sfogo di Acampora si concentra anche sull’aspetto pratico della vicenda: "Siamo riusciti a trovarli che era ormai quasi mezzogiorno, troppo tardi anche per trovare altri clienti che riempissero i tavoli. Ci hanno detto che non sarebbero venuti e che avevano provato a telefonare per disdire e che non avevano potuto perché in agosto eravamo chiusi. Tuttavia, PizzAut non ha numeri di telefono, le prenotazioni e le disdette si fanno tramite l'app".

Risultato: un pranzo con tanti tavoli liberi e un mancato incasso che pesa su un progetto costruito con fatica, passione e inclusione.

Chi sceglie PizzAut, infatti, lo fa non solo per, come dice sempre Nico, "mangiare la pizza più buona della galassia conosciuta", ma anche per sostenere una missione che dà dignità e opportunità lavorative a ragazzi con autismo.

La reazione del pubblico

La vicenda ha fatto rapidamente il giro dei social, scatenando centinaia di commenti. Tra questi, molti provenienti da insegnanti che hanno voluto prendere le distanze dal comportamento dei colleghi, ponendo una domanda che pesa come un macigno: "Che messaggio danno ai loro alunni?".

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