
Una giornata istituita dal l’Assemblea Generale dell’ONU nel lontano 2001 per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti dannosi prodotti dai conflitti armati sull'ambiente. Risorse idriche inquinate, raccolti e foreste devastati e animali uccisi troppo spesso non rientrano nelle strategie militari: il rischio, oltre quello di vittime umane, è quello di compromettere interi ecosistemi.
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Giornata contro lo sfruttamento dell'ambiente: risorse naturali tra le cause scatenanti dei conflitti
Infatti, vittime della guerra non sono solo soldati e civili. Anche le risorse naturali e gli ecosistemi sono preda dei conflitti armati. Per questo l'ONU ha istituito la ricorrenza, cioè per garantire che la protezione dell'ambiente rientri nelle strategie per la prevenzione dei conflitti armati. Ma non è tutto qui. Alle risorse naturali si lega la gran parte delle cause scatenanti i conflitti più recenti. Il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) ha dimostrato infatti che, negli ultimi 60 anni, almeno il 40% di tutti i conflitti interni erano connessi allo sfruttamento delle risorse naturali.Il 27 maggio 2016 le Nazioni Unite hanno adottato la Risoluzione UNEP/EA.2/Res.15, che ha riconosciuto ” il ruolo degli ecosistemi integri e delle risorse naturali gestite in modo sostenibile nel ridurre il rischio di conflitti armati” e ha ribadito l'impegno per l'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ad oggi, le Nazioni Unite coordinano sei agenzie e dipartimenti per aiutare i paesi a identificare e prevenire i fattori che portano alla distruzione delle risorse naturali in situazioni di guerra: il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), il Programma delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UNHABITAT), l’Ufficio per il Supporto al Consolidamento della Pace (PBSO), il Dipartimento degli Affari Politici (DPA) e il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali (DESA).