
La precoce scomparsa di due figlie ha ispirato un padre, Massimo Di Menna, nella realizzazione di un progetto di inclusione sociale che ne custodisce la memoria.
La prima figlia è venuta a mancare a seguito di un tumore cerebrale a soli 12 anni, e dopo pochi anni una seconda figlia ha perso la vita in un incidente stradale, lasciando un vuoto nei genitori e nella sorella, che ha trovato forma in un progetto.
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La nascita del progetto
Il dolore vissuto è stato convogliato in un progetto che aveva iniziato a prendere forma già nel lontano 2020, mentre Massimo e la famiglia erano al fianco della figlia Maia, in ospedale.
"Un giorno, mentre ero in ospedale nelle ultime settimane di vita di Maia, chiesi alla psicologa che segue le famiglie in questi casi come avrei potuto fare per sopravvivere: mi disse che potevo portare mia figlia dentro di me.
Io l’ho portata dentro il Campus", ha spiegato il padre, come riportato 'Leggo'.Il bosco destinato a diventare un campus
Alla fine, Massimo Di Menna ha comprato un bosco di 21 ettari a San Lazzaro, vicino Bologna, dove sta nascendo un centro di aggregazione sociale, che prevede ristorante, palestra, teatro, centro sociale, officina per cooperative e molto altro. Un servizio gratuito e aperto alla cittadinanza, con un occhio di riguardo verso le persone più fragili e con disabilità: “Un luogo di teatro, arte e musica, che dia il senso di accoglienza, e dove magari organizzare una sorta di Erasmus dei talenti”
Le difficoltà nella realizzazione
Acune attività sono già partite, come l’asilo nel bosco, mentre altre si scontrano con le complessità burocratiche: "È un’area piena di vincoli paesaggistici", ha commentato Massimo, "cercavo una cosa che mi desse sollievo, ma devo ammettere che è stato un progetto davvero impegnativo".
Il libro che custodisce la memoria
Anche Micol, l'altra figlia, è stata ricordata con una iniziativa sociale: in Rwanda, una scuola per bambini in difficoltà porta avanti il suo nome. A lei e Maia, la madre Margherita Lanteri Cravet, ha dedicato il libro “Dopo torno”, custodendo la memoria di due vite spezzate troppo presto.