
Per la prima volta, la legge italiana potrebbe presto stabilire che il consenso ad avere rapporti sessuali deve essere espresso in modo esplicito, libero da costrizioni e valido nel momento stesso in cui l’atto avviene. Non basteranno, dunque, più forme di assenso implicite o condotte ambigue: l’assenza di consenso "attuale e consapevole" renderà configurabile il reato di violenza sessuale. Pena la reclusione da sei a dodici anni.
La novità, a cui si collega un aggiornamento della normativa in materia, è frutto di un emendamento bipartisan presentato dalle deputate Michela Di Biase (Pd) e Carolina Varchi (FdI), che introduce nel codice penale un principio finora riconosciuto solo dalla giurisprudenza: il sesso senza libero consenso è stupro, in ogni caso.
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La vulnerabilità come condizione di rischio
Il testo, inoltre, prevede anche l’estensione della tutela nei confronti di chi si trova in una condizione di “particolare vulnerabilità”, richiamando l’articolo 90-quater del Codice di procedura penale. Questa condizione comprende fattori legati all’età, a stati di infermità o di deficienza psichica, ma anche situazioni di dipendenza psicologica, affettiva o economica dalla persona autrice del reato.
In questo modo, la legge riconosce che la violenza può manifestarsi anche in forme di sottomissione psicologica o di dipendenza, e che la mancanza di un consenso libero può derivare non solo da minacce o forza fisica, ma anche da squilibri di potere o condizionamenti emotivi.
Un passo avanti nella tutela senza divisioni politiche
L’emendamento nasce da un lavoro congiunto che ha coinvolto tutti i gruppi parlamentari. “È un importante passo avanti per il codice penale italiano, che viene adeguato agli standard più avanzati”, ha dichiarato Michela Di Biase. “Il consenso deve essere sempre liberamente espresso e revocabile: solo il sì è un sì”.
Dello stesso tono le parole di Carolina Varchi: “Con il voto di questa sera facciamo un passo ulteriore nella tutela delle donne. Da oggi tolleranza zero: è stupro se non vi è consenso libero ed attuale”, come riporta 'Rai News'.
La mediazione è stata sostenuta anche dal ministro per le Pari Opportunità Eugenia Roccella, con contatti diretti tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein, in vista di un’approvazione senza divisioni politiche.
Cosa cambia nella pratica
La riscrittura dell’articolo 609-bis rafforza il principio secondo cui la violenza sessuale non è solo un atto fisico di coercizione, ma include anche ogni situazione in cui la libertà di scelta della vittima è limitata o annullata.
L’introduzione del consenso “libero e attuale” mira a superare zone grigie giuridiche e culturali, riconoscendo come violenza anche l’assenza di un esplicito assenso o la sottomissione psicologica.
Il provvedimento, dopo l’approvazione in Commissione, sarà ora esaminato dall’Aula della Camera.