
La morte di Hulk Hogan, causata da un attacco cardiaco nella sua abitazione in Florida, a 71 anni, ha segnato la fine di un'epoca. Non solo del wrestling, che lui stesso in particolare riuscì a trasformarlo in uno show globale, ma di un'intera cultura pop statunitense che ha plasmato gli anni '80 e '90.
Un mondo colorato di muscoli, bandane sgargianti, slogan urlati a pieni polmoni e vere e proprie "soap opera" a rallentatore. Il trionfo del glam, di cui Hogan è stato un protagonista indiscusso. Una figura simbolo, ma allo stesso tempo piena di contraddizioni, che è riuscita a uscire fuori dal ring arrivando anche sui grandi schermi.
Indice
Chi era Hulk Hogan
Dietro l'icona che ha inventato la "Hulkamania"c'era, però, un uomo: Terry Gene Bollea, nato nel 1953 ad Augusta, in Georgia.
Perché Hogan non è stato solo un wrestler, ma un vero e proprio marchio, un simbolo potentissimo, una gigantesca costruzione mediatica.
Era l'icona assoluta della World Wrestling Federation (WWF, oggi WWE), il volto buono, muscoloso e soprattutto patriottico di un'America che, in quegli anni, aveva un disperato bisogno di eroi in calzamaglia.
Rappresentava l'idea che chiunque potesse diventare ciò che desiderava, un baluardo dell'autodeterminazione in un mondo che cambiava rapidamente. La sua carriera, come la sua vita, è stata un mix di successi clamorosi e cadute rovinose, di riflettori accecanti che lasciavano dietro di sé ombre pesanti.
Trasformò il wrestling in spettacolo
Prima di Hogan, il wrestling professionistico era un fenomeno di nicchia, spesso relegato a eventi regionali o a fiere di paese. Gli spettacoli erano pochi, i wrestler guadagnavano principalmente viaggiando da una città all'altra.
Poi arrivò la TV, e con essa Hulk Hogan nella WWF (oggi WWE), sotto la guida visionaria di Vince McMahon. Il wrestling divenne un'industria globale. Il punto di svolta fu WrestleMania I, nel 1985, un evento trasmesso in pay-per-view, che vide Hogan in coppia con Mr. T - altro personaggio celebre dello spettacolo - contro Roddy Piper e Paul Orndorff, alla presenza di celebrità come Muhammad Ali e Cyndi Lauper, che salirono sul ring.
Fu un segnale inequivocabile: il wrestling era diventato un fenomeno commerciale.
La carriera e i record
Il carisma straordinario di Hogan e la sua fisicità esagerata, uniti ai suoi famosi "promos" urlati e al leggendario grido "Whatcha gonna do when Hulkamania runs wild on you?" ("Cosa farai quando Hulkamania ti travolgerà?") conquistarono il pubblico di tutto il mondo.
Hulk Hogan, nel corso della sua carriera da atleta, è stato dodici volte campione del mondo, vincendo sei volte il titolo WWF - World Heavyweight Championship e sei volte il WCW - World Heavyweight Championship.
Ancora oggi, detiene il regno più lungo nella storia del WCW (469 giorni). Ha vinto il Royal Rumble match per due anni consecutivi (1990 e 1991) ed è il terzo wrestler di sempre con il maggior numero di giorni complessivi da WWE Champion (6 regni - 2185 giorni).
La sua carriera è costellata di successi, sia come l'eroe statunitense della WWF sia come "Hollywood" Hulk Hogan, il malvagio leader del New World Order nella WCW. Ha spesso chiuso WrestleMania (otto volte) e Starrcade (tre volte), i principali eventi annuali delle rispettive federazioni.
L’incontro con André the Giant
Il 29 marzo 1987, a WrestleMania III, Hulk Hogan compì una delle imprese più iconiche nella storia del wrestling: sollevò e schiantò al suolo André the Giant - altro lottatore iconico e attore, alto più di 2,20 metri e pesanti più di 230 kilogrammi - con una "body slam" davanti a oltre 90.000 spettatori al Silverdome di Pontiac, Michigan.
Questo momento, sebbene coreografato, fu reso possibile anche dalla collaborazione di André the Giant e consolidò l'immagine di Hogan come la figura di punta della federazione, rafforzando la sua reputazione di "uomo forzuto" capace di superare ogni avversario.
Un momento, questo, considerato il primo vero "WrestleMania Moment", per il suo impatto simbolico e la sua risonanza emotiva, rappresentando un punto di svolta nella carriera di Hogan e nella narrazione dello sport.
Il debutto al cinema con Stallone
Una delle avventure più famose della sua carriera fuori dal ring è legata al film "Rocky III" (1982) - terzo capitolo della saga sul pugilato più famosa di sempre - in cui interpretava Thunderlips, Labbra Tonanti, il wrestler gigante che affronta Rocky Balboa in un match di beneficenza.
Sylvester Stallone lo scelse personalmente per la parte. Salvo, poi, forse pentirsene. Visto che, durante le riprese, Hogan colpì accidentalmente Stallone con una mossa troppo realistica, proprio come richiesto dall’attore, che gli causò lividi e contusioni, tanto da dover interrompere il set.
Stallone stesso dichiarò che il colpo lo aveva fatto volare tre metri più in là e che la forza di Hogan era assolutamente autentica. Quel ruolo fu fondamentale per consolidare la popolarità di Hogan, rendendolo un volto noto anche nel cinema d'azione e nella cultura pop hollywoodiana.
La filosofia di Hogan
L'Hulkamania, generata inevitabilmente da WrestleMania, divenne molto più di una moda. Fu una vera e propria filosofia semplificata in quattro precetti: mangia bene e prendi le vitamine, dì le preghiere, credi in te stesso, allenati duro.
Un messaggio semplice, perfetto per un pubblico giovane, ma veicolato con un'efficacia dirompente.
Hogan incarnava la vittoria del bene sul male, dell'uomo che si rialza dopo ogni caduta, puntando il dito al cielo e invocando una forza superiore. Era puro teatro, sì, ma un teatro che ha segnato un'intera generazione.
La crisi e la nuova immagine
Negli anni la sua immagine pubblica ha, però, vacillato a causa di contraddizioni e ombre, incluso il suo negare per anni dell'uso di steroidi, che poi decise di ammettere durante il processo WWF del 1994.
Nonostante ciò, negli anni '90, Hulk riuscì a dare una svolta sorprendente alla sua carriera fuori dal ring. Abbandonando il look iconico colorato, si reinventò come "Hollywood Hogan" nella WCW, tingendosi la barba di nero e diventando il volto della New World Order (nWo).
Questo passaggio da eroe a cattivo lo ha mantenuto al centro dell'attenzione. Trasformazione che, sebbene non sempre compresa appieno dal pubblico, che arrivò a odiarlo, si è rivelata un successo clamoroso.
Reality show e scandali
Negli anni 2000, Hogan tornò sotto i riflettori grazie al reality show "Hogan Knows Best", che lo presentava come un padre-padrone un po' goffo ma premuroso con la moglie Linda e i figli Brooke e Nick.
Questa parentesi, però, finì in una tragedia mediatica: un tradimento, il divorzio, e l'incidente stradale causato dal figlio Nick, che finì in prigione. Ma lo scandalo più devastante arrivò nel 2015, con la fuga di video in cui Hogan pronunciava pesantissimi insulti razzisti.
La WWE lo rimosse immediatamente da ogni apparizione, cancellando persino il suo nome dalla Hall of Fame virtuale. Solo dopo anni di limbo è stato perdonato e gli è stato permesso di tornare sul ring, ma non è più stata la stessa cosa.
Negli ultimi anni, appesantito dalle vicende personali e con problemi di salute, Hogan ha continuato a recitare un personaggio ormai quasi caricaturale, schierandosi anche in politica a sostegno di Donald Trump.