
Il Green Pass è la misura voluta dall’Esecutivo per cercare di monitorare e tenere sotto controllo la trasmissione del virus, limitando l’accesso a moltissime attività pubbliche se non si è in possesso di tale certificazione.
Coloro che sono contrari al vaccino hanno la possibilità di svolgere un tampone per entrare in possesso del certificato verde; tuttavia, visto gli ingenti costi dei tamponi, l’alta richiesta presso le farmacie e le cliniche private, sempre di più sono gli utenti che cercano di falsificare questo lasciapassare con risultati spesso nefasti.E proprio in merito alla compravendita dei Green Pass falsi si inserisce una storia, sventata dalla Polizia Postale, che ha dell’incredibile. L’accaduto è infatti paragonabile a una trama di un film action con tratti spy: i personaggi principali sono modella genovese, un giovane e sveglio ragazzo laziale di appena 17 anni, un gruppo di hacker russi e una somma di oltre 20mila euro tirata su in meno di un paio di mese. Ma scopriamo cos’è successo davvero.
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L’incredibile storia del 17enne romano in combutta con hacker russi
La vicenda in questione inizia dall’esigenza di una giovane modella di Genova, no-vax, di andare in palestra senza però spendere ogni due giorni per un tampone, riporta Repubblica. Dunque, vagando su canali Telegram, si imbatte in colui che viene soprannominato online come Marco, il quale tiene ben nascosta la sua vera identità, ovvero quella di uno studente di soli 17 anni che vive con i genitori in quel di Rieti, ma che comunque, grazie alla sua astuzia, è riuscito ad entrare in affari con hacker russi.Il canale Telegram trovato dalla ragazza mette subito in chiaro le informazioni più importanti: “Il nostro obiettivo è fornire un servizio di qualità veloce e automatico, anonimo e che garantisca la massima privacy. Non intendiamo fare affari con i dati dei nostri clienti e non siamo interessati in alcun modo a raccogliere dati sanitari”. Ovviamente, al messaggio fissato in alto nella chat, non possono mancare anche i prezzi: per un Green Pass occorrono 150 euro, per quattro 300 euro e per sei 500 euro, che però non scoraggiano i più.
La truffa dei Green Pass che arriva fino in Russia
La ragazza ignara non si fa pregare per condividere con Marco le sue informazioni personali e sanitarie. Tuttavia scopre ben presto che con il passare delle ore e dei giorni, del Green Pass contraffatto neanche l’ombra. Quando prova a ricontattare Marco però, il giovane la mette in guardia: "Non ci metto nulla a continuare a truffare usando la sua identità", ed è a questo punto, che oltre alle minacce, inizia a chiederle anche altri soldi. La modella quindi non vede via d’uscita se non quella di presentarsi in commissariato.Da quel momento in poi a intervenire sono gli uomini della polizia postale di Genova, che seguendo i soldi scoprono un giro di investimenti in criptovaluta e denaro reale, che termina la sua corsa nel conto corrente di un medico del Lazio. Subito spunta quindi l’ipotesi di un dottore che per arrotondare procurava Green Pass fasulli a clienti paganti. Tuttavia la realtà è ben diversa: a offrire i certificati non era il camice bianco, ma suo figlio diciassettenne. Il ragazzo aveva giustificato le ingenti entrate raccontando ai genitori di guadagnare denaro vendendo pacchetti virtuali di giochi online.
La Polizia Postale di Roma ha quindi fatto irruzione nella casa dell’indagato e ha scoperto che l'adolescente vendeva singoli Green Pass o interi pacchetti, dividendo il guadagno con i suoi complici russi per poi sparire nel nulla, ricattando ed estorcendo altro denaro alle vittime insoddisfatte. Centinaia, forse di più, i truffati, abbastanza per permettere al giovane, in pochi mesi, di riuscire ad accumulare oltre ventimila euro, parte dei quali era stata investita in criptovalute ma anche per esaudire qualche sfizio: prodotti tecnologici, capi di abbigliamento e altro materiale che è poi finito sotto sequestro.
Nessuna però le denunce precedenti a quella della modella, che è però bastata agli inquirenti per fermare la truffa ai danni dei no-vax coinvolti. Il giovane è ora accusato di estorsione e truffa.