
Non tutte le avventure in montagna iniziano con una bussola e una cartina. A volte bastano uno smartphone e una certa fiducia nell'intelligenza artificiale. Che però, quando diventa eccessiva, può farci ritrovare in guai seri.
È quello che è successo di recente a due giovani canadesi, che hanno deciso di affidare la pianificazione della loro gita a ChatGPT e Google Maps. Pensavano di essere pronti per un trekking nelle Unnecessary Mountains, vicino Vancouver.
Ma, nel giro di poche ore, si sono trovati smarriti, infreddoliti e costretti a chiedere aiuto.Per fortuna, la storia si è conclusa senza gravi conseguenze.
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Una gita "intelligente" finita male
L’idea sembrava semplice: digitare su ChatGPT il tipo di escursione desiderata, ottenere un percorso e partire. I due escursionisti hanno seguito le indicazioni senza porsi troppe domande, convinti che nel terzo millennio sullo schermo del telefono possiamo leggere tutto quello che ci occorre sapere.
E invece, si sono ritrovati nel bel mezzo delle montagne innevate con abbigliamento inadatto e attrezzatura insufficiente. A salvarli, l’intervento tempestivo dei soccorsi. "Abbiamo chiesto loro il numero di scarpe e abbiamo portato scarponi e bastoncini”, ha raccontato Brent Calkin, della squadra di ricerca e soccorso di Lions Bay, al 'Vancouver Sun'.
Quando l’IA si dimentica… della neve
La responsabilità dell’incidente non è tutta da imputare a ChatGPT, ma alcuni limiti sono evidenti. Nella risposta ricevuta dall'intelligenza artificiale, nessuna informazione sulle condizioni meteo, zero accenni alla presenza di neve, niente indicazioni su pendenze o sentieri esposti.
In pratica, una descrizione piuttosto generica e incompleta di un’attività che, invece, richiede esperienza e preparazione.
Esperti e soccorritori lanciano l’allarme
Sandra Riches, direttrice di BC AdventureSmart, a 'Radio Canada' ha spiegato che il problema sta proprio nel modo in cui si usano gli strumenti tecnologici: "Possono esserci delle insidie, ad esempio informazioni incoerenti o mal indirizzate”.
I soccorritori, che in quelle zone operano regolarmente, mettono in guardia: “Strumenti come ChatGPT e Google Maps non sono sempre adatti per la navigazione in montagna, dove le condizioni si evolvono rapidamente, anche da un giorno all’altro”.