Lucilla Tomassi
Autore
Pranzo di famiglia durante il giorno del Ringraziamento

L’immaginario collettivo lo associa a tavolate infinite, tacchini dorati e famiglie riunite. 

Ma il Giorno del Ringraziamento non è soltanto la festa più “calda” degli Stati Uniti: è un rito che attraversa secoli di storia americana e continua a rimodellarsi, passando da celebrazione religiosa a simbolo laico di gratitudine e identità nazionale. 

Oggi cade il quarto giovedì di novembre, un appuntamento che coinvolge un intero Paese e che ha radici molto più complesse della narrativa hollywoodiana. 

Per capirle bisogna tornare alla traversata della Mayflower, alle difficoltà dei primi coloni e all’incontro con i nativi americani. 

Una storia stratificata, fatta di miti consolidati e fatti documentati, che spiega meglio di mille film perché gli Stati Uniti continuano a considerare il Thanksgiving una giornata speciale.

Indice

  1. Un’origine meno idilliaca di quanto sembri
  2. Il “primo Thanksgiving”: tra mito e testimonianze
  3. Dal Seicento alla Casa Bianca: come diventa una festa nazionale
  4. Perché il Thanksgiving resta così importante oggi

Un’origine meno idilliaca di quanto sembri

Il racconto popolare raffigura i Padri Pellegrini come pionieri diretti verso un nuovo mondo da colonizzare. La realtà è più articolata: erano dissidenti puritani in fuga dalle restrizioni religiose dell’Inghilterra, e per oltre un decennio avevano trovato riparo nei Paesi Bassi, dove la libertà di culto era più ampia ma le prospettive economiche limitate. 

Solo nel 1620 decisero di tentare una nuova migrazione e salparono verso l’America a bordo della Mayflower. L’arrivo fu tutto fuorché trionfale. L’inverno, le malattie e la scarsa conoscenza del territorio misero a dura prova la piccola comunità puritana: quasi metà dei coloni non superò i primi mesi.

La cesura tra mito e storia si nota soprattutto nel rapporto con i nativi. La versione che sopravvive nei libri per ragazzi parla di collaborazione immediata, come se i Wampanoag avessero accolto i coloni con un corso accelerato di agricoltura. 

È vero che furono loro a insegnare come coltivare il mais, pescare e sfruttare il terreno. Ma è altrettanto vero che le dinamiche tra i due gruppi erano delicate e segnate da equilibri politici complessi, non da una fratellanza improvvisa.

Il “primo Thanksgiving”: tra mito e testimonianze

Il celebre banchetto del 1621 viene spesso raccontato come una cena condivisa dai pellegrini con i nativi “per sdebitarsi dell’aiuto ricevuto”. Le ricostruzioni storiche, tuttavia, restituiscono un quadro meno patinato del racconto popolare. 

Il diario del governatore William Bradford, una delle poche fonti dirette dell’epoca, parla semplicemente di una celebrazione del raccolto. I Wampanoag non erano stati invitati: si avvicinarono al villaggio dopo aver udito i coloni sparare alcuni colpi a salve, una pratica comune per festeggiare un momento importante. Arrivarono con il loro capo, Massasoit, e portarono del cibo. Fu in quel contesto, nato in modo imprevisto, che il banchetto prese forma.

Un pasto quindi ci fu, questo è certo. Ma la composizione del menù è ben diversa da quella delle rappresentazioni moderne. Il tacchino, oggi simbolo assoluto della festa, non è documentato come pietanza principale

È più probabile che si mangiassero pesce, selvaggina e mais, secondo disponibilità. Il Thanksgiving moderno nasce dunque da un miscuglio di memoria storica e mitologia, amplificato nei secoli da istituzioni, politica e cultura pop.

Dal Seicento alla Casa Bianca: come diventa una festa nazionale

Per oltre due secoli, il giorno del ringraziamento non ebbe una data fissa: ogni comunità lo proclamava quando riteneva opportuno. 

La svolta arriva nel 1863, quando Abraham Lincoln, nel pieno della Guerra Civile, decide di farne un appuntamento nazionale annuale. Non solo per ragioni religiose, ma per creare un simbolo capace di unire un Paese lacerato.

La forma attuale, invece, arriva quasi un secolo dopo. Nel 1941, sotto la presidenza di Franklin D. Roosevelt, il Congresso stabilisce che il Thanksgiving si terrà ufficialmente il quarto giovedì di novembre

Perché il Thanksgiving resta così importante oggi

Oggi il Thanksgiving è una festa largamente laica, ancorata più alla gratitudine che alla religione. È il giorno dei ritorni a casa, dei viaggi interminabili, delle cucine in fermento fin dall’alba. 

È il momento in cui gli Stati Uniti celebrano un’idea collettiva di comunità, spesso idealizzata ma profondamente radicata.

La celebrazione non è priva di controversie (molti gruppi nativi lo vivono come un ricordo doloroso legato alla colonizzazione), ma continua a rappresentare per la maggioranza degli americani un richiamo all’unità e alla memoria.

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