
Chi l’ha detto che i videogiochi servono solo per divertirsi? Un gruppo di ricercatori ha, infatti, voluto testare se giocare ai videgiochi possa avere effetti tangibili anche sulla salute, in particolare del cervello. E la risposta sembra essere affermativa.
Lo studio, pubblicato su 'PLOS ONE', ha coinvolto un gruppo di persone che, per sei mesi, ha giocato a Super Mario 64. I risultati sono stati messi a confronto con soggetti che avevano preso lezioni di piano o che non avevano ricevuto alcun tipo di stimolo particolare. E quello che hanno scoperto apre scenari sorprendenti sul potere delle attività cognitive.
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Videogiochi contro il tempo
Il dato più interessante riguarda l’ippocampo, una regione del cervello legata alla memoria. Nei partecipanti che si sono sfidati a colpi di videogiochi, si è registrato un aumento della materia grigia proprio in questa zona.
Un risultato unico, che non è stato riscontrato né in chi ha suonato il piano, né in chi non ha ricevuto alcuna stimolazione.
Musica e pianificazione mentale
Non solo videogiochi, però. Chi ha preso lezioni di piano ha mostrato un incremento in un’area diversa: la corteccia prefrontale dorsolaterale. Questa regione è fondamentale per le funzioni esecutive, cioè la capacità di pianificare, organizzare e prendere decisioni.
La musica, insomma, si è dimostrata un allenamento perfetto per il pensiero strategico e il problem solving.
Un beneficio condiviso
C’è un’area cerebrale che, comunque, ha beneficiato di entrambe le attività: il cervelletto. Questa parte del cervello supporta i movimenti e l’equilibrio, ma contribuisce anche a capacità cognitive più complesse.
Sia i videogiocatori sia i musicisti hanno quindi visto un potenziamento di questa regione, segno che l’allenamento mentale ha un impatto positivo generale.
Il cervello si allena come un muscolo
Il messaggio dei ricercatori, in ogni caso, è uno in particolare: non conta solo esercitare la mente, ma come la si esercita.
Esporsi a contesti nuovi e stimolanti, che sia un videogioco come Super Mario, la tastiera di un pianoforte o qualsiasi altra sfida, può davvero rimodellare i circuiti neuronali e proteggerli dall’invecchiamento.
Come hanno spiegato gli studiosi, questo dimostra che “forme diverse di apprendimento possono ‘allenare’ specifiche reti cerebrali, rafforzando l’idea che il tipo di attività mentale conti tanto quanto l’impegno stesso”.