
Chi entra in un museo accede a uno spazio pensato per osservare, capire, sentire. Un luogo dove le opere – antiche o contemporanee – chiedono attenzione, non distrazione. Ma negli ultimi tempi, in Italia e all’estero, sempre più spesso questi luoghi diventano teatro di scene imbarazzanti e incidenti evitabili, tra selfie andati storti, opere danneggiate e comportamenti fuori luogo.
Il rischio di trasformare sempre più le visita ai musei in gite tragicomiche in stile Fantozzi è concreto. Per questo Libreriamo – uno dei principali media online dedicato alla promozione culturale – ha deciso di stilare un vero e proprio “Galateo dei musei”, raccogliendo i contributi dei principali direttori museali italiani.
Undici regole semplici, pensate per tutelare il patrimonio artistico e migliorare l’esperienza di chi lo visita. Perché – soprattutto in un’estate che si preannuncia da record per i flussi turistici – educazione e rispetto diventano strumenti di conservazione tanto quanto le teche o i sistemi di allarme.
Indice
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Il galateo dei musei: le regole per non trasformare l’arte in un campo minato
- Alleggerisci la borsa
- Abbassa la voce, alza l’attenzione
- Snack e sigarette? No, grazie
- Il telefono non è una protesi
- Non monopolizzare il capolavoro
- Guarda con gli occhi, non con il telefono
- Niente flash, per favore
- Selfie stick? Meglio di no
- Guarda dove metti i piedi
- Giù quelle mani
- Le pareti non sono schienali
Il galateo dei musei: le regole per non trasformare l’arte in un campo minato
Dalle sale degli Uffizi ai corridoi del MUDEC, cresce l’esigenza di rieducare i visitatori al buon senso. Libreriamo ha così raccolto l’appello di chi coordina il lavoro delle gallerie più visitate d'Italia, realizzando un "manuale di comportamento" per chi vuole godersi l’arte senza comprometterla. Ecco i suoi pilastri:
Alleggerisci la borsa
Le sale dei musei non sono corsie d’aeroporto né piste da slalom. In ambienti stretti e pieni di opere fragili, una borsa ingombrante può trasformarsi in un’arma impropria. Svuotala del superfluo, lascia il bagaglio mentale fuori dalla porta e entra leggero, in tutti i sensi.
Abbassa la voce, alza l’attenzione
Parlare a voce alta in un museo è come accendere la radio durante un concerto di musica classica. Le opere chiedono silenzio, o almeno discrezione. Le chiacchiere personali possono aspettare: chi ti sta accanto è lì per ascoltare un’altra storia, non la tua.
Snack e sigarette? No, grazie
Mangiare e fumare tra una sala e l’altra non è solo maleducazione, è un potenziale disastro conservativo. Briciole, macchie, vapore e odori alterano l’ambiente e mettono a rischio le opere. Se hai fame, c’è il bar. Se hai voglia di fumare…resisti.
Il telefono non è una protesi
Ricevere una chiamata mentre osservi un capolavoro interrompe un dialogo ben più interessante. Il museo non è il tuo salotto, né un call center. Se proprio devi rispondere, fallo fuori. E ricorda: in molti musei del mondo è vietato parlare al telefono persino nei corridoi.
Non monopolizzare il capolavoro
Davanti a un’opera d’arte non sei il protagonista di un film in slow motion. Osserva, emozionati, riflettici pure. Ma poi fatti da parte. Altri aspettano il loro turno e, come te, meritano il diritto di perdersi in quei pochi centimetri di bellezza.
Guarda con gli occhi, non con il telefono
Non tutto dev’essere fotografato. E di certo non tutto dev’essere filtrato. Passare il tempo a scattare, inquadrare, correggere e postare vuol dire sottrarre attenzione all’opera reale, quella che hai davanti agli occhi, e che non ti capiterà di rivedere ogni giorno.
Niente flash, per favore
Luce e pigmenti non vanno sempre d’accordo. Anche un solo colpo di flash può danneggiare in modo irreversibile materiali antichi e delicati. Prima di fare clic, controlla i cartelli.
Selfie stick? Meglio di no
Vuoi immortalare il momento, ma rischi di colpire una cornice da migliaia di euro. I bastoni da selfie amplificano il rischio di incidenti, specie in ambienti affollati. Se proprio non puoi farne a meno, muoviti con attenzione. Altrimenti, meglio evitarli del tutto.
Guarda dove metti i piedi
Nel museo, il pavimento non è mai solo pavimento. Può ospitare opere, delimitazioni, allestimenti temporanei. Basta un passo distratto per innescare un effetto domino disastroso. Quindi cammina con attenzione, sempre.
Giù quelle mani
La tentazione di sfiorare una scultura o avvicinarsi a un quadro è umana, ma inopportuna. Il cartello “vietato toccare” non è un pro forma: la superficie di un’opera è spesso la sua parte più fragile. Usa gli occhi, non le mani. E resisti all’impulso.
Le pareti non sono schienali
Appoggiarsi a una parete del museo può sembrare innocuo, ma quel gesto può bastare per danneggiare un quadro appeso o un sistema di fissaggio delicato. Se ti serve una pausa, ci sono le sedute predisposte.
“I musei dedicano da sempre tempo e minuzia alla conservazione di reperti storici messi a disposizione del pubblico attraverso le mostre, anche grazie al costante lavoro di curatori, educatori del museo e volontari che si adoperano per rendere al meglio la visita degli spettatori – afferma Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo – I musei sono posti pubblici che devono ospitare più persone possibili, proprio come avviene nei centri commerciali. Ma occorre, come avviene in tutti i luoghi aperti al pubblico, avere rispetto per l’ambiente che li sta ospitando e per le altre persone che stanno visitando una mostra o un museo e vogliono vivere un’esperienza unica".
"Per rendere fruibili nel miglior modo possibile i percorsi museali e perseverare le opere per le generazioni future - prosegue Trovato - abbiamo ritenuto opportuno raccogliere le esperienze di alcuni tra i principali direttori dei musei italiani per stilare una lista di regole da seguire durante una visita d’arte, un vademecum per non recare ulteriore danni all’immenso patrimonio artistico che i nostri musei hanno il privilegio di ospitare”.