Gli esseri umani hanno vari modi di ridere. A volte sbuffano, altre volte ridacchiano, oppure scoppiano in una fragorosa risata. Ma lo standard è la cosiddetta cachinnazione (per usare il termine tecnico), ovvero la classica risata di pancia. Il suono è esattamente lo stesso in tutto il mondo, ma ci sono differenze fisiche, tic personali e aspettative sociali che “personalizzano” le nostre risate.
Quindi, la risata è universale, ma questo vale solo finché non proviamo a tradurre quel suono in parole. A quel punto, entra in gioco l'effetto Torre di Babele.
Indice
Paese che vai, risata che trovi
In Italia, come ben sappiamo, si segue l’esempio americano: chi ride, di solito, scrive “ahahaha”, con la variante “hahaha” a seconda di dove si metta l’aspirazione. È la formula più riconoscibile e neutra, quella che funziona ovunque. Ma basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire che la risata cambia suono e forma.
Dalla Spagna al Portogallo
In Spagna, per esempio, il ridere si tinge di patriottismo linguistico: qui si scrive “jajajaja”, con la “j” che in castigliano si pronuncia come la nostra “h”. In Portogallo, invece, la fantasia prende il sopravvento: le risate diventano “rá rá rá rá” o “quá quá quá”, suoni che sembrano usciti da un fumetto.
Ma non è finita qui: i portoghesi, per sintetizzare, usano anche “rss”, abbreviazione di “risos”, cioè “sorrisi”, una sorta di versione locale del più internazionale “lol” (lot of laugh). Inoltre, per chi parla l'idioma lusitano - quindi anche chi vive, ad esempio, in Brasile - una formula molto frequente è "kkkkk".
Tra “héhéhé” e “mdr”, i francesi ridono con stile
Oltralpe, invece, la risata è più raffinata. I francesi si divertono con “hahaha” o con il più civettuolo “héhéhé”, ma quando qualcosa li fa davvero sbellicare, digitano un secco “mdr”, acronimo di “mort de rire”, letteralmente “morto dal ridere”. Un modo elegante e sintetico per dire che la battuta è andata a segno.
Lettere e simboli: come si ride in Russia e nel mondo arabo
Spostandosi più a Est, i russi si esprimono con una serie di caratteri che, a prima vista, possono sembrare indecifrabili: “хахаха” (“hahaha”), “бгггггг” (“bgggg”) o “гггггг” (“gggggg”). Quando l’ilarità raggiunge il culmine, c’è anche “олололо” (“olololo”), una versione grafica che ricorda il nostro “lol”.
Negli alfabeti non latini la risata cambia ulteriormente forma. Gli arabi, per esempio, scrivono ههههههههه, una sequenza di “h” ripetute: nell’alfabeto arabo non si rappresentano le vocali, ma la risata, quella vera, resta comunque sonora. Stesso principio per gli iraniani, che digitano “خخخخخخخخخخخخخ” (“khhhhhhh”), ridendo di fatto solo con le consonanti.
In Asia si ride con numeri, simboli e consonanti
In Thailandia le risate si contano: “55555” è la formula più usata, perché in thai il numero 5 si legge “ha”. In Corea si preferiscono i segni doppi o tripli, come “ㅋㅋ” (“kk”) e “ㅎㅎㅎ” (“hhh”), mentre in Cina domina la linea grafica “哈哈哈哈哈” (“hahahahaha”). In Giappone, invece, dove ridere a voce alta è considerato poco educato, si scrive “wwww”, derivato dalla parola “warai”, che significa “risata”: un sorriso più discreto, ma pur sempre autentico.
Ognuno ride a modo suo
Che siano lettere, numeri o simboli, le risate scritte raccontano abitudini e culture diverse. C’è chi ride con le vocali, chi solo con le consonanti, chi addirittura con i numeri. Ma in ogni angolo del mondo, anche dietro a un semplice messaggio, il desiderio è sempre lo stesso: condividere un momento di leggerezza.