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STUDENTE studia in aula

C’è chi si chiude in casa per settimane, chi ha difficoltà a dormire regolarmente e chi soffre dal punto di vista fisico e non solo mentale. Per molti studenti la pressione per gli esami può diventare insostenibile, e spesso non dipende solo dalla difficoltà dello studio, ma da tutto ciò che ruota intorno: l’ansia da prestazione, la paura del giudizio, l’idea di dover dimostrare qualcosa a sé stessi o agli altri.

Lo sa bene uno studente all’ultimo anno di Ingegneria gestionale, che ha raccontato la sua esperienza e il suo rapporto con gli esami in un post pubblicato su Reddit.

Indice

  1. La paura e la soluzione
  2. Scrivere aiuta
  3. La legge di Kidlin

La paura e la soluzione

Il ragazzo ha raccontato che per anni ha vissuto ogni esame universitario come se fosse una prova di "sopravvivenza": notti insonni, pasti saltati, ansia costante, anche se studiava con metodo e ottimi risultati.

Il problema non era la preparazione, ma lo stato psicologico con cui arrivava all’appello: esausto, teso, vulnerabile

Poi, dopo mille metodi ed escamotage anti-ansia (come vitamine, planning quotidiani, meditazione) un giorno ha trovato, quasi per caso, una strategia semplice ma efficace che gli ha cambiato completamente il modo di affrontare la pressione: scrivere su un foglio di carta quello che lo terrorizzava di più.

Scrivere aiuta

Il post ha ricevuto centinaia di commenti. Alcuni confermano quanto sia utile appuntarsi le proprie ansie. "Bravo, in generale verbalizzare e scrivere delle proprie ansie aiuta tanto a razionalizzarle e minimizzarle".

C’è anche chi riconosce il metodo come una vera tecnica psicologica: "Sono una persona che soffre di ansia, e la mia psicologa fa la stessa identica cosa per ogni paura che ho, e funziona molto bene perché capisci che alla fine non succede nulla di così tremendo".

E qualcuno ha messo l'accento sulla teoria che sta dietro tutto questo: la legge di Kidlin.

La legge di Kidlin

"Hai attuato la legge di Kidlin, lo dovrei far spesso pure io". La legge di Kidlin afferma proprio che "se si riesce a formulare chiaramente un problema, si è già a metà strada verso la sua soluzione". Scrivere o esprimere in modo chiaro quello che ti spaventa aiuta a: sciogliere i nodi mentali, vedere il problema con occhi nuovi, capire meglio cosa affrontare e come.

È un approccio che funziona non solo con l’ansia da esame, ma anche in altri ambiti: nella gestione di progetti, nella comunicazione, nel problem solving.