
Alla Bertozzi, premiata insieme al connazionale Barry Sharpless e al danese Morten Meldal, si deve il merito di aver rivoluzionato la chimica: trasformandola in uno strumento per esplorare i tessuti viventi senza alterarli. La passione per la scienza nasce in famiglia, di origini italiane: suo padre era un fisico nucleare del MIT, e i suoi fratelli sono ricercatori in Italia.
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La tecnica della chimica a scatto
"E' un riconoscimento a una tecnica semplice per assemblare nuove molecole" ha spiegato la Reale Accademia Svedese per le Scienze. Gli americani Carolyn Bertozzi e Barry Sharpless e il danese Morten Meldal hanno infatti aperto la strada alla cosiddetta "chimica a scatto", inaugurata circa 20 anni fa proprio da Sharpless e che consiste nella possibilità di unire le molecole in modo più efficiente e nello stesso tempo più semplice. L'assemblaggio delle molecole è un procedimento molto richiesto in alcuni settori, come la farmaceutica. Ma fino a una ventina di anni fa le tecniche per assemblare le molecole erano difficili da applicare e richiedevano tempi lunghi e costi molto alti. Le cose sono cambiate con l'arrivo della chimica a scatto, che grazie alle ricerche condotte da Sharpless all’inizio degli anni 2000 ha reso molto più semplice ottenere le reazioni e nello stesso più sicuro, evitando prodotti di scarto indesiderati.A fare un passo in avanti ulteriore è stata Bertozzi, che per prima ha utilizzato la chimica a scatto per osservare, senza interferire con esse, le reazioni chimiche che avvengono negli organismi viventi. Il primo passo compiuto dalla chimica statunitense in questo senso è stata la mappa di molecole che si trovano sulla superficie delle cellule, chiamate glicani, che fino ad allora era stato molto difficile osservare. Questo adattamento della chimica a scatto, chiamato ‘reazioni bio-ortogonali’ ha permesso di ottenere farmaci anticancro più precisi nel raggiungere il loro obiettivo, attualmente in fase di sperimentazione clinica.