
Quasi la metà degli adolescenti italiani si rivolge all’Intelligenza Artificiale nei momenti di fragilità emotiva e più di quattro su dieci chiedono a chatbot e assistenti digitali indicazioni sulle scelte importanti della vita.
È uno dei dati che apre la nuova edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio di Save the Children, un volume che quest’anno scandaglia in profondità l’adolescenza italiana, tra benessere psicologico, abitudini culturali, divari territoriali e relazioni vissute in una dimensione sempre più onlife.
Ne emerge un quadro fatto di ragazzi iperconnessi ma spesso soli, capaci di cercare nuove forme di protagonismo ma esposti a rischi crescenti: dal cyberbullismo all’uso non prescritto di psicofarmaci, dal drop out sportivo ai limiti dei servizi di salute mentale.
Un’istantanea ampia che mette al centro le richieste dirette di una generazione in trasformazione.
Indice
- L’Intelligenza Artificiale come spazio emotivo
- Benessere psicologico: un equilibrio fragile, soprattutto per le ragazze
- I divari nei consumi culturali e nello stile di vita
- Onlife e relazioni: tra iperconnessione, cyberbullismo e amicizie solide
- Demografia e nuove fragilità familiari
- I divari del sistema scolastico
- Salute mentale: servizi insufficienti e divari enormi
- L’impegno di Save the Children
L’Intelligenza Artificiale come spazio emotivo
La fotografia sull’uso dell’IA mostra che il 92,5% degli adolescenti la utilizza, contro il 46,7% degli adulti. Per quasi un terzo dei 15-19enni l’uso è quotidiano, solo il 7,5% dichiara di non ricorrervi mai.
L’aspetto più rilevante riguarda la funzione emotiva: il 41,8% afferma di aver cercato conforto in chatbot e assistenti digitali quando si sentiva triste, solo o ansioso, mentre il 42,8% ha chiesto consigli su decisioni importanti legate a relazioni, scuola o lavoro.
La disponibilità costante e l’assenza di giudizio sono tra gli elementi più apprezzati, tanto che il 63,5% trova più soddisfacente confrontarsi con l’IA rispetto a una persona reale e quasi la metà ha condiviso informazioni personali.
Benessere psicologico: un equilibrio fragile, soprattutto per le ragazze
Meno della metà degli adolescenti mostra un buon livello di benessere psicologico. Le differenze di genere sono profonde: solo il 34% delle ragazze dichiara un equilibrio soddisfacente, contro il 66% dei ragazzi, la forbice più ampia rilevata tra i Paesi europei.
Il 9% si è isolato volontariamente per problemi psicologici, il 2% ha vissuto forme estreme di ritiro sociale prolungato. L’uso non prescritto di psicofarmaci coinvolge il 12% degli adolescenti nell’ultimo anno, con un’incidenza quasi doppia tra le ragazze (16,3%) rispetto ai ragazzi (7,5%).
Anche la soddisfazione verso se stessi è in calo: il 60% si dice soddisfatto o molto soddisfatto, oltre 12 punti in meno rispetto al 2007.
I divari nei consumi culturali e nello stile di vita
Passiamo alla cultura. Solo la metà dei 13-17enni (50,1%) ha visitato musei o mostre nell’ultimo anno, con percentuali che nel Mezzogiorno scendono al 39,5%. Il 46,2% non legge alcun libro al di fuori di quelli scolastici, con divari marcati tra ragazze (39% di non lettori) e ragazzi (52%).
A fare la differenza sembra anche l’humus familiare, con i figli di genitori laureati che partecipano molto di più alla vita culturale: il 66% visita musei o mostre, contro il 32,9% di chi ha genitori con titolo fermo all’obbligo scolastico.
Sul fronte dello stile di vita, quasi un adolescente su cinque (18,1%) non pratica alcun tipo di attività fisica, un dato che nel Sud sale al 29,2%.
Il drop out sportivo aumenta con l’età e riguarda soprattutto le ragazze, mentre la possibilità di viaggiare resta un marcatore di disuguaglianza: solo il 47,6% dei giovani tra 15 e 24 anni ha fatto almeno una vacanza in un anno, contro quote europee che arrivano fino al 90%.
Onlife e relazioni: tra iperconnessione, cyberbullismo e amicizie solide
La vita dei nativi digitali si gioca in un continuo passaggio tra offline e online. Il 38% guarda spesso il cellulare anche in presenza di amici o genitori, il 27% si sente nervoso quando non lo ha con sé e il 13% rientra in un profilo di uso problematico di internet.
Sul fronte dei rischi, il dato più allarmante è quello del cyberbullismo: il 47,1% dei 15-19enni dichiara di essere stato vittima di messaggi offensivi, minacce o esclusioni online, in forte aumento rispetto al 31,1% del 2018. Il 30% ha fatto ghosting e il 37% frequenta siti pornografici per adulti (il 54,5% tra i ragazzi, il 19,1% tra le ragazze).
Eppure, il capitale relazionale resta significativo: oltre 8 adolescenti su 10 sono soddisfatti del rapporto con gli amici e quasi il 78% valuta positivamente quello con i genitori, pur riconoscendo gravi problemi nel 31% dei casi.
Demografia e nuove fragilità familiari
Gli adolescenti sono una minoranza sempre più esigua: solo il 6,86% della popolazione ha tra i 13 e i 19 anni, poco più di 4 milioni di persone, a fronte di un over 65 ogni quattro residenti. Le proiezioni indicano un’ulteriore contrazione entro il 2050. Cambiano anche le famiglie: un adolescente su quattro vive con un solo genitore e il 22% è figlio unico. Le famiglie monogenitoriali con più figli adolescenti sono particolarmente esposte alla povertà ed esclusione sociale: la quota tocca il 46%, contro il 20,7% delle famiglie con due genitori e un solo figlio 11-15enne. In media, nel 2024, oltre un adolescente su quattro (26,1%) tra 11 e 15 anni è a rischio povertà o esclusione sociale, con differenze marcate tra Nord (15,2%), Centro (24,1%) e Mezzogiorno (41,9%).
I divari del sistema scolastico
La scuola resta un terreno cruciale per capire come si producono e si consolidano i divari. Il tasso di dispersione implicita alla fine delle superiori è dell’8,7%, ma sale al 10,8% negli istituti tecnici e al 22,8% nei professionali, mentre nei licei si ferma al 3,9%.
Gli early school leavers (18-24enni che hanno abbandonato precocemente la formazione) sono il 9,8%, in calo rispetto al 14,3% del 2020, ma con un forte squilibrio di genere: 12,2% tra i ragazzi, 7,1% tra le ragazze.
Gli studenti con cittadinanza non italiana rappresentano il 12,2% degli alunni complessivi, ma solo l’8,6% alle superiori e il 4,1% tra i diplomati dei licei; tra i maschi, la quota scende addirittura al 3,2%. Dati che raccontano una segregazione educativa ancora molto presente.
Salute mentale: servizi insufficienti e divari enormi
Nel 2023 gli accessi in pronto soccorso di 0-17enni per disturbi mentali sono stati 64.319. A fronte di un bisogno crescente, i posti letto in Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza restano poco più di 400 in tutta Italia, con regioni completamente sprovviste.
Anche il sistema di presa in carico successivo è fragile: 99 strutture residenziali e 94 semiresidenziali, per 2.438 posti complessivi, pari allo 0,7% del totale delle strutture residenziali e semiresidenziali del Servizio sanitario nazionale.
I divari territoriali sono marcati e lasciano molte famiglie senza un presidio vicino, con il rischio concreto che ragazzi e ragazze vengano ricoverati in reparti per adulti o restino in attesa di una risposta che tarda ad arrivare.
L’impegno di Save the Children
Di fronte a questo scenario, Save the Children interviene su più livelli. Nei 27 Punti Luce distribuiti in 15 regioni l’organizzazione lavora con una rete di partner e istituzioni locali per contrastare la povertà educativa e offrire opportunità gratuite di studio, gioco, cultura e sport.
Tra le altre iniziative, poi, c’è il programma “Qui, un quartiere per crescere”, il cui obiettivo è trasformare alcuni territori fragili in luoghi capaci di garantire reali chance di crescita a bambini e adolescenti. O il Movimento Giovani per Save the Children, che coinvolge ragazze e ragazzi tra i 14 e i 25 anni nella promozione dei diritti dell’infanzia, anche con azioni di peer support sul benessere mentale.