
Chissà come sarebbe un mondo senza comunicazioni rapide, senza la connessione, che ci tiene legati oggi. Eppure, fino a poco più di un secolo fa era questa la realtà. Poi, un uomo ha cambiato tutto: si chiama Guglielmo Marconi.
Nato a Bologna, visse tra l'Italia e l'Inghilterra, ma fu proprio a Londra che trovò il terreno fertile per i suoi esperimenti radiofonici. Strano a dirsi, ma in Italia, quando offrì la sua invenzione al Ministero delle Poste e Telegrafi, un funzionario propose di rinchiuderlo in manicomio.
Per fortuna, sua madre, una donna irlandese, lo sostenne e a Londra il suo genio venne riconosciuto. È lì che Marconi sviluppò la sua invenzione, che nel 1909 gli valse il Nobel per la Fisica. Nonostante il successo, però, rifiutò sempre la cittadinanza britannica per mantenere quella italiana, dimostrando un legame indissolubile con la sua terra.
Non il classico genio
Oggi, il nipote di Marconi, il prof. Guglielmo Giovanelli Marconi, docente dell’Università La Sapienza, in un'intervista al 'Corriere della sera' ha offerto un ritratto molto umano del famoso inventore.
Non era il classico "topo di biblioteca" anzi: “Amava molto il mare e la musica, vedeva la vita come una sinfonia di energie e comunicazioni, cosa che difficilmente si incontra in altri inventori”.
Secondo il nipote, Marconi è stato “una figura storica affascinante, un genio che ha vissuto un periodo di rivoluzioni rapidissime che hanno proiettato l’umanità in avanti di secoli”.
In quegli anni, oltre alla radio, nacquero anche il cinema e le prime automobili. Un'epoca di rivoluzioni che ha trasformato un mondo lento e senza comunicazioni in uno veloce e in rapida crescita.
Un'eredità che usiamo ogni giorno
L'eredità di Marconi va ben oltre la semplice radio che ascoltiamo in macchina. È la base di molte delle tecnologie che oggi diamo per scontate.
“Di eredità ce ne ha lasciate molte. Non solo la telegrafia senza fili, ma anche il principio del radar per la navigazione cieca, l’antenna parabolica poi usata come base per i satelliti, fino ad arrivare all’antenato del cellulare che oggi abbiamo sempre con noi”, spiega il nipote.
Se ci fermiamo a pensare, ogni volta che usiamo il nostro smartphone, stiamo in qualche modo rendendo omaggio al genio di Marconi.
Il consiglio per gli studenti
La storia di Marconi è una lezione di vita anche per tutti gli studenti. Pensate che fu il primo caso di giovane mai laureato a vincere il Nobel per la Fisica.
E la cosa più incredibile è che, racconta il nipote, proprio in questa materia, venne bocciato per ben sei volte all'università, che poi decise di lasciare. Un vero e proprio schiaffo alla tradizione, che dimostra come il successo non sia legato per forza a un titolo accademico. “Perciò”, conclude il nipote di Marconi, “il mio consiglio è di non scoraggiarsi mai, anche se si inciampa in qualche esame, oppure nella vita, si riuscirà sempre a trovare la propria strada”.
Un promemoria importante che la perseveranza, la curiosità e la passione sono i veri motori del progresso, ben più di un voto o di un pezzo di carta.