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la metà dei minorenni acquista articoli vietati

Non arrivano buone notizie dall’indagine Vietati ai minori”, realizzata dal MOIGE (Movimento Italiano Genitori), su un campione di oltre 1.000 ragazzi, tra i 10 e i 17 anni, in tutta Italia. I dati confermano una vendita piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge.

La diffusione è certamente legata alla facilità con cui riescono ad avervi accesso, con più della metà dei commercianti che non verifica l’età di chi compra, e vende senza problemi anche ad acquirenti palesemente al di sotto dell’età consentita. Il 62% degli intervistati dichiara che al momento dell’acquisto di tabacco e sigarette il venditore non ha verificato la sua età, percentuale che sale al 71% per il consumo di cannabis light.

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Alcol, quasi nessuno chiede l’età

L'indagine portata avanti dal MOIGE mette in luce come i ragazzi siano schietti nell'affermare che comprare alcol se si è minorenni in Italia non è di certo impossibile; è infatti il 57% degli intervistati che afferma di non aver dovuto rispondere a nessun quesito in merito all'età posto dal gestore o da chi ha venduto loro gli alcolici, solo il 4% dei minorenni afferma che l’età è stata sempre controllata. Percentuale che nel sud e nelle isole raggiunge il 65%, mentre al centro è del 50% e al nord del 28%. Gli alcolici sono accessibili a ragazzi di età compresa tra i 10 e i 17 anni prevalentemente presso bar (38%) e locali come pub e discoteche (31%). Particolarmente allarmante, inoltre, il dato emerso dalla domanda: “Nei pub/bar/discoteche hanno continuato a venderti alcolici nonostante tu fossi visibilmente alticcio/brillo?”, il 57% ha risposto di no, ma un preoccupante 22% risponde sempre o spesso e di questi il 16% ha tra i 10 e i 14 anni.

Fumo, la limitazione di acquisto con tessera sanitaria non funziona

La limitazione della possibilità di acquisto di tabacco ai distributori, attraverso l’inserimento della tessera sanitaria, non ha influito sulla diffusione del fumo tra i minori, l’11% di loro conferma di riuscire a comprare sigarette e tabacco utilizzando diversi stratagemmi, tra cui il documento di amici più grandi (59%) o di fratelli o genitori (26%). Per chi acquista in tabaccheria (41%) o nei bar (1%), ancora una volta incide il mancato controllo da parte dei commercianti.

Il 62% dei gestori non verifica l’età, la situazione migliora nel centro Italia, dove la percentuale scende al 25%, mentre coloro che dichiarano che l’età viene chiesta sempre o spesso sono il 12%. Parlando invece della vendita di cannabis light i dati cambiano e salgono: nel 71% dei casi il commerciante non verifica l’età dell’acquirente. Inoltre la cannabis light dovrebbe essere venduta per uso tecnico o da collezione (ovvero non deve essere fumata) ma nell’86% dei casi, secondo l’indagine, nei locali di vendita non ci sono avvisi espliciti al riguardo.

Gioco d’azzardo: 2 ragazzi su 3 comprano “Gratta e Vinci”

Un’altra attività vietata ai minori di 18 anni in Italia, ma largamente diffusa proprio tra loro, riguarda il gioco d’azzardo; gratta e vinci (69%), scommesse sportive (45%), gioco del lotto (16%), e slot machine (10%), i più gettonati tra i giovani. Sebbene il 52% degli intervistati dichiari che c’erano sempre o spesso avvisi in cui veniva riportato il divieto di gioco per i minori, nel 65% dei casi il gestore non ha chiesto loro l’età e in più di un caso su due (57%) non si è rifiutato di far giocare o vendere il servizio ai minori.

Internet e pornografia: un connubio pericoloso

Il web è il protagonista della nostra epoca ed è probabilmente un’arma a “doppio-taglio” per i ragazzi. E’ proprio qui che questi ultimi riescono a reperire una quantità allarmante di contenuti pornografici; il 44% di loro dichiara di aver scoperto la pornografia perché gliene hanno parlato gli amici, il 19% tramite internet, il 9% attraverso pubblicità online che lo/la hanno incuriosito e il 40% in altro modo. Anche nel mondo virtuale, la verifica dell’età anagrafica sembra pura utopia: l’81% dei siti non verifica l’età dell’utente e, quando questo accade, il 15% mente per poter accedere ugualmente.

Il vuoto normativo nel settore dei videogiochi

Un’altra frontiera ampiamente sorpassata dai ragazzi under 18 è quella dei videogiochi vietati ai minorenni. Un divieto che tuttavia non trova corrispondenza in una legge specifica, generando così un vuoto normativo. Il 35% dei minori rivela che gioca solitamente con amici collegato ad internet, il 19% con amici in presenza, il 6% con fa-miliari, il 3% online con sconosciuti e il 36% da solo. Le conseguenze e i rischi vengono ampiamente sottovalutati dai ragazzi stessi: il 32% dei ragazzi ritiene che giocare a videogiochi con contenuti violenti o volgari non comporti dei rischi, per il 41% esistono, ma sono pochi. Solo il 27% riconosce che questo comportamento può avere conseguenze serie. E nonostante nei negozi siano presenti avvisi informativi che indicano di prestare attenzione all’età minima consigliata, al momento dell’acquisto, il 63% dei venditori non verifica l’età di chi compra e solo il 12% lo fa abitualmente.