Imma Ferzola
Autore
Marta Giovannetti
Fonte: Il Resto del Carlino

A soli 13 anni ha scritto un’autobiografia in cui racconta la propria adolescenza e ha deciso di destinare l’intero ricavato alla scuola.

Protagonista è Marta Giovannetti, studentessa di terza media, che ha trasformato un diario personale in un libro messo in vendita per sostenere il comitato genitori e il Consiglio dei ragazzi.

Indice

  1. Come è nato il libro 
  2. Dalla prima stampa alla vendita solidale
  3. Il ruolo della scuola e degli insegnanti
  4. Un racconto di crescita personale
  5. La dedica alla nonna e il messaggio ai coetanei

Come è nato il libro 

Il volume si intitola “Tra le parole non dette - Quello che non ho detto vive ancora, nascosto tra le cicatrici della memoria” ed è nato come raccolta di pensieri e ricordi.

Marta ha iniziato scrivendolo a mano, poi al computer, fino a dare forma a un flusso di parole sulla propria esperienza. “È il racconto dei momenti che hanno segnato la mia vita", racconta la giovane scrittrice a 'IlRestodelCarlino', "quelli che non dimenticherò mai e che non voglio lasciare andare, anche se hanno fatto male”.

Dalla prima stampa alla vendita solidale

La prima edizione del libro è stata realizzata in una trentina di copie. Successivamente, grazie al sostegno di alcune realtà locali, è stata avviata una riedizione in alcune centinaia di copie. Il libro sarà venduto durante il concerto di Natale delle scuole locali.

Il ruolo della scuola e degli insegnanti

Determinante è stato anche il supporto del suo istituto. Tra le persone a cui il libro è dedicato c’è la maestra Elisa, che ha incoraggiato Marta a coltivare la scrittura. “È stata capace di appassionarmi a un mondo parallelo fatto di carta e inchiostro: un pianeta meraviglioso”, sottolinea l'autrice. Il progetto è stato seguito anche dal professor Marco Susanna, che ha contribuito a trovare gli sponsor per la nuova tiratura.

Un racconto di crescita personale

Nelle pagine del libro Marta ripercorre alcune tappe complicate della sua vita:

  • il divorzio dei genitori, definito “la mia prima delusione d’amore”,
  • il trasferimento con la madre,
  • la sensazione di sentirsi ai margini.

Da queste esperienze nasce il racconto di una maturità precoce e della fatica di accettarsi. “Tutti abbiamo difetti che non sono limiti ma segni destinati a renderci unici", dice ancora la scrittrice, "Il mondo è fatto di unicità e non c’è niente di più importante di essere fedeli a se stessi”.

La dedica alla nonna e il messaggio ai coetanei

Il libro è dedicato alla nonna Babi, scomparsa cinque anni fa, con cui il rapporto si è costruito nel tempo nonostante la distanza tra Italia e Romania. Accanto a Marta ci sono la famiglia e le amiche più strette, che hanno sostenuto il progetto. Il racconto si rivolge ai ragazzi della sua età: “Continuate a vivere ogni giorno a mille, sorridendo, cogliendo tutte le opportunità”.

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