Maria_Zanghi
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bulimia nervosa disturbo alimentareQuando si parla di disturbi del comportamento alimentare si tende spesso ad associare il problema all'anoressia, a una persona, quindi, minuta, fragile, che mangia poco per evitare di prendere peso, nonostante il suo aspetto fisico urli il contrario. Ma non sempre è così, come ci svela la storia di Rachele, una ragazza 21enne che da tre anni soffre di bulimia nervosa. "Non sono minuta, né magra, ma sono anch’io fragile come una foglia" - così si descrive la ragazza all'interno del suo racconto, pubblicato sul sito di Animenta.

Per Rachele vivere con il suo disturbo alimentare ha significato una perdita del controllo di se stessa. E' arrivata al ricovero presso una clinica specializzata, un dolore grande, anche e soprattutto per la sua famiglia che l'ha vista sprofondare nella sua sofferenza senza riuscire a farla riemergere da buio. Grazie all'aiuto delle persone giuste e della sua forza di volontà oggi Rachele sta affrontando la sua bulimia e guarda con occhi diversi ciò che più le ha da sempre fatto paura: il suo corpo.

Il terrore della bilancia: "Mi ingozzavo ma il senso di colpa mi portava a nascondere il cibo"

Per tre anni Rachele ha vissuto una vita-non-vita nutrendo un'innaturale terrore nei confronti della bilancia. Uno strumento che la spaesava e le incuteva quel timore che non le permetteva di vivere in serenità la sua adolescenza. "Segnavo quotidianamente le calorie ingerite per poi arrivare qualche giorno dopo con una fame che mi costringeva a ingozzarmi con qualsiasi cosa avessi sottomano, con le lacrime agli occhi, i sensi di colpa che stringevano il cuore e l’ansia di essere vista, che mi portava a nascondere ogni traccia di cibo. E per finire il rubinetto dell’acqua aperto, per nascondere qualsiasi rumore".

Rachele ha sofferto di bulimia nervosa: "Il pensiero che qualcuno mi guardasse mi uccideva"

Il cibo utilizzato da Rachele come sfogo per nascondere il disagio intimo, ma che è diventato esso stesso fonte di vergogna perché causa di forme fisiche - a suo dire - troppo pronunciate. "Non ho mai indossato un vestito se non lungo, o con le calze sotto, perché secondo me mascherava la cellulite. Non ho mai fatto una passeggiata in riva al mare d’estate, perché il pensiero che la gente potesse guardarmi mi uccideva". Un pudore che ha sempre nascosto una problematica ben più grande, di cui Rachele, però, si è sempre guardata bene dal raccontare. Ha pensato fosse una "cosa passeggera che si sarebbe risolta con il tempo", ma che con il passare del tempo, invece, è peggiorata sempre più. Rachele si accorge di essere malata di bulimia nervosa quando tocca il fondo, perdendo il controllo di sé. "Il problema è che sto male con me stessa" - ha scritto. "Non avrei mai pensato che potesse succedere davvero. E invece sì, si perde il controllo. Diventa una mania, un’ossessione, un’ansia e un terrore. Come se cadessi in un vortice che ti trascina sempre più giù, fino ad essere quasi risucchiata".

La scelta è tra "risalire o rimanere giù": così inizi a guarire

Come si esce da una relazione con il cibo (e con se stessi) così profondamente compromessa? Rachele sta ancora combattendo con la sua malattia, ma i diversi tentativi andati a male le hanno permesso di imparare che esistono due alternative: "O risali, o rimani laggiù. Ho già perso troppo tempo, troppa serenità, e troppa vita, e ora voglio godermi tutto quello che finalmente sto scoprendo di essere". Oggi è diventata volontaria Animenta e ha un solo obiettivo: "Accettarmi, andando d’accordo con me stessa, cosa che non credevo più di riuscire a fare".
Data pubblicazione 24 Giugno 2022, Ore 15:54
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