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protesta raccordo anulare romaProsegue la settimana di proteste dei ragazzi di “Ultima Generazione”, la campagna civile che ormai dal 2021 cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle problematiche ambientali.

Anche oggi il gruppo di protesta ha bloccato il Grande Raccordo Anulare di Roma. “No gas, no carbone” recitano gli striscioni esposti dai manifestanti, seduti sull'asfalto in segno di disobbedienza civile.

Per la seconda volta in una settimana, gli attivisti hanno creato un muro umano sull'intera carreggiata, stavolta all'altezza dell'uscita 24. Skuola.net era sul posto, nel tentativo di capire i motivi della protesta e le richieste dei ragazzi di “Ultima Generazione”.

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Le richieste di “Ultima Generazione”

Alle 08:15 circa, il gruppo di manifestanti ha invaso la carreggiata in prossimità dell'uscita 24, che collega la Via Ardeatina al Grande Raccordo Anulare. “Il nostro Governo non sta prendendo delle soluzioni verso il collasso eco-climatico. Un ragazzo ha eseguito sciopero della fame in Piazza della Scala a Milano pretendendo un incontro con i maggiori rappresentanti dei partiti politici, ma non è stato ascoltato” spiega un attivista. Ma cosa chiedono i ragazzi di “Ultima generazione”? ”Ai partiti chiediamo di prendere seriamente in considerazione la chiusura delle centrali a carbone e lo stop alle trivellazioni” racconta Ettore che continua: ”L'unico modo per accompagnare una vera transizione ecologica e che loro si impegnino a portare a termine questi impegni”.

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La riduzione delle emissioni di anidride carbonica è al centro dell'agenda climatica dei Governi. Perché, come sottolinea il Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, ”senza una riduzione immediata e profonda delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi è fuori portata”. Su questa base poggia la protesta di “Ultima Generazione, come ci spiega Simone: ”Siamo ad un bivio, abbiamo 3-4 anni per ridurre al massimo le emissioni di anidride carbonica, e già così è impensabile rimanere nel range di 1,5 gradi di temperatura”.

La folla insorge: "Lasciateci andare a lavorare"

“Se non siamo uniti in questa disobbedienza collettiva, i governi non ci ascoltano” dice Simone con estrema convinzione. Non tutti evidentemente la pensano allo stesso modo, come chi si è visto bloccare la strada per circa mezz'ora. I forti disagi dovuti alla – seppur legittima – manifestazione, hanno scatenato la rabbia degli automobilisti che si sono scagliati contro gli attivisti. Tra urla e insulti, c'era effettivamente chi non aveva tempo da perdere.
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Chi in ritardo per la giornata lavorativa, chi aveva urgenza di cure mediche ma anche chi – come Franco – doveva portare a scuola un gruppo di ragazzi disabili. "Fateci andare a lavorare", questo l'appello della folla nel caos generale.
Eppure nulla ha smosso i manifestanti. ”Anche io ho un lavoro e avrei preferito essere altrove oggi – racconta una manifestante – eppure siamo qui perché non veniamo ascoltati da chi ci governa. Senza incentivi per le energie rinnovabili siamo destinati al collasso eco-climatico”. Per i ragazzi di “Ultima Generazione”, la protesta pacifica è l'unico modo per farsi sentire, anche al rischio di perdere il lavoro, come fa notare un altro manifestante: ”Chiedetevi se ci sarà un lavoro tra 10 anni”.