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giordano bruno

In questi giorni è in uscita il libro Giordano Bruno Una volgare filosofia, di Emiliano Ventura, Arbor Sapientiae Roma 2016.
L’autore scrive e organizza, sotto un titolo ammiccante, una monografia che affronta temi capitali su cui si è soffermato negli ultimi anni, impegnandosi a conciliare le antinomie dei contrari che popolano la filosofia di Giordano Bruno.


Pochi altri filosofi sono stati interpretati in modi così diversi e distanti l’uno dall’altro, di Bruno si è parlato di eresia, motivo che lo ha condotto al rogo, subito dopo la condanna viene dimenticato per poi essere esaltato come ‘martire’ del libero pensiero; poi viene visto come mago e altri come ‘primo scienziato’. Alla fine dell’Ottocento ci sono immagini che lo ritraggono con l’aureola, la sua ‘carriera’ annovera i titoli di eretico e poi quello di santino e martire.
La verità è naturalmente ben diversa.
L’autore compie un viaggio erudito attraverso la critica bruniana, rivisitando parallelamente i tratti salienti della peregrinatio intellettuale del filosofo, in particolare quella del periodo di composizione delle “opere volgari”, tra il 1582 e il 1585, è in questi anni che nasce la volgare filosofia.
Dalla “Brunomania” di fine Ottocento - inizio Novecento, alla “Bruno Renaissance” coeva al quarto centenario del rogo, a quella che potremmo definire la “New Brunomania” dell’era Internet, un pullulare di studi più o meno attendibili, ha comunque favorito, dopo l’oblio successivo al rogo e alla conseguente damnatio memoriae, la riscoperta del vasto repertorio di opere che Bruno ci ha lasciato.
Giordano Bruno scrive una cinquantina di opere in tutto, la maggior parte delle quali in latino, la lingua ufficiale della scienza e della filosofia rinascimentale, solo sette opere, una commedia e sei dialoghi, sono scritte in volgare italiano. Queste si sono tutte conservate, nonostante il rogo e la messa all’indice, mentre molte opere in latino sono andate perdute.
È proprio sulle opere scritte in volgare che si concentra l’analisi del libro ed è da qui che prende il titolo. Oltre alla riforma cosmologica, il passaggio dalla visione tolemaica a quella copernicana, l’autore del saggio mette in evidenza gli aspetti che rendono Giordano Bruno ancora attuale per la filosofia italiana di oggi. Non ultimo si sottolinea come le problematiche odierne, gli attentati terroristici che flagellano l’Europa, siano simili alle guerre di religione che infestavano l’Europa di Bruno.
Forse tanto volgare non è questa filosofia, così come a volte è stata fatta passare, e se anche lo fosse è nella natura stessa della filosofia, essere a suo agio sul trono di Marco Aurelio e nei panni luridi di Diogene.
Il libro verrà presentato il 10 dicembre a Roma presso Lo Spazio Conservatorio, in via del Conservatorio.