10 oggetti indimenticabili della nostra infanzia. Tu ce l’avevi?

Prima o poi capita a tutti di venir colti dalla nostalgia per il passato: ma vi ricordate davvero tutti gli oggetti della vostra cameretta?

10 oggetti della nostra infanzia che non dimenticheremo mai

Prima o poi capita a tutti di ritrovarsi a fare un tuffo nel passato mentre si è impegnati in un'esplorazione della cantina o del solaio (o più semplicemente quando si è impegnati a rimettere a posto i vecchi cassetti della camera).
Sono momenti in cui il passato e l'infanzia riaffiorano a tradimento, assestando dei possenti ganci nostalgici in grado di farci venire i lacrimoni agli occhi. Tra le cose più pericolose in questo senso ci sono i giochi e gli oggetti con cui ci divertivamo quando eravamo più spensierati e non dovevamo stare dietro a tutti gli impegni che oggi ci pressano di continuo.
Proviamo allora a ricordare 10 oggetti indimenticabili della nostra infanzia, cercando di non farci vincere dall'emozione.

Grillo parlante

Partiamo direttamente dagli albori della storia, ovvero da questo residuato bellico utilizzato per insegnarci la corretta ortografia delle parole. Peccato per quella voce robotica dall'agghiacciante tono metallico, che ci ha procurato tante nottate insonni.

Atmosfear

A proposito di paura, chi si ricorda questa serie di giochi da tavolo in cui la videocassetta (sì, una vetusta VHS) giocava un ruolo chiave? Da provare rigorosamente con a luci spente insieme ad amici fifoni, questi giochi venivano ricordati in realtà più per i "pupazzoni" dei video che per gli spaventi procurati.

iMac G3

Ormai un oggetto d'antiquariato dal design vintage, l'iMac G3 ha rappresentato per molti il primo avvicinamento al mondo dei computer. I più ricordano con un certo affetto l'aspetto allungato e i colori brillanti, decisamente inusuali per un oggetto che veniva visto solo come strumento di lavoro.

Canta tu

All'epoca in cui il karaoke impazza in televisione non ci volle molto per vedere arrivare anche la versione casalinga, vero banco di prova per tutti gli aspiranti cantanti. Le gare canora finivano sempre tra grandi classici italiani e le spernacchiate micidiali agli amici che si rivelavano più stonati. E quante occhiate languide di soppiatto alla persona cui dedicare l'obbligatoria canzone d'amore!

Virtual Boy

Pochi fortunati hanno avuto la fortuna di provare questo tentativo di portare la realtà virtuale nelle nostre case. Infatti il tentativo della Nintendo fu un disastro clamoroso e secondo tanti è stato anche la causa della lentezza con cui si è tornati a parlare di VR (e al giorno d'oggi ancora si fatica).

Tiger Electronics portatili

Meglio conosciuti come i finti videogiochi per chi non poteva permettersi una vera console, questi simpatici giochi elettronici plasticosi dai colori più improbabili mettevano a dura prova i riflessi dei novizi, mentre risultavano delle passeggiate per chi avesse memorizzato tutti i passaggi.

MiniDisc Walkman

Le cassette audio risultavano scomode e poco pratiche, oltre che facilmente danneggiabili, ma nessuno è mai riuscito davvero a capire l'utilità dei minidisc, un formato il cui scopo ultimo è rimasto un mistero. La forma squadrata però finiva per essere molto elegante, motivo per cui il Walkman si vedeva un po' ovunque.

Game Gear

La console portatile della Sony era un po' la croce della disperazione dei suoi possessori. Molto più potente del suo avversario, il GameBoy, finiva però per essere penalizzata dalle dimensioni scomodissime e dall'offerta di giochi tutt'altro che esaltanti.

Emiglio

Ovvero il sogno proibito di ogni bambino pilotare un robot e costringerlo a essere il suo maggiordomo. La mobilità di Emiglio non era proprio delle più esaltanti, ma tutti gli spaventi fatti prendere a parenti e animali domestici pareggiavano appieno la relativa delusione.

Tricky Traps

Alla fine non potevamo non citare questo gioiellino metà elettronico e metà meccanico che vi chiedeva di far seguire a una pallina un intricato percorso pieno di ostacoli. Difficilissimo e scarsamente reattivo, il gioco per molti è stato un'iniziazione all'arte della parolaccia.