Concetti Chiave
- La musica africana è centrale nelle cerimonie della vita e riflette la diversità culturale del continente, con il ritmo come elemento unificante.
- L'espressione "musica africana" spesso si riferisce alla tradizione sub-sahariana, caratterizzata dall'assenza di spartiti scritti e dalla poliritmia.
- Strumenti tradizionali africani, come la kora e il djembe, sono realizzati con materiali naturali e sono essenziali nella musica tribale.
- La musica africana ha influenzato generi globali come il jazz e il blues, soprattutto attraverso le esperienze degli schiavi africani nelle Americhe.
- Le origini della musica africana risiedono nei rituali tribali, e la musica è strettamente legata alla danza, accompagnando ogni aspetto della vita.
In questo appunto viene descritta nel dettaglio quella che è la musica africana, con descrizione dei suoi principali aspetti e anche delle principali caratteristiche.
La musica africana
In Africa la musica riveste un ruolo fondamentale nelle cerimonie legate al ciclo della vita: nascita, morte, attività lavorative ed occasioni festive. Sono tutti momenti scanditi da musica, danza e canti.
La musica africana è il riflesso di un intero continente vastissimo, dove convivono tantissimi popoli con culture diverse. Questa cultura diversificata e frammentata non si manifesta solo nella musica africana, ma in tutte le forme d’arte. Sicuramente, l’elemento comune che lega la differenza fra stili e generi musicali dell’Africa è il ritmo, che ha un ruolo fondamentale in tutte le musiche del mondo.
Se guardiamo con attenzione questo grande continente, ci rendiamo conto che il ritmo africano assume un significato forte, più profondo, strettamente legato a valori sia religiosi che sociali.
La musica africana è nata grazie agli antichi rituali, in cui la musica tribale, fatta di ritmi e canti, incontrava l’armonia della danza.

Le caratteristiche principali
L’espressione “musica africa” viene usata in modo più specifico per riferirsi alla musica dell’Africa sub-sahariana, essendo la tradizione musicale del Nord-Africa essenzialmente sovrapponibile a quella medio-orientale.
Per tutti i popoli africani, la musica è una componente fondamentale della vita senza la quale non è immaginabile poter vivere. Proprio per questa ragione non esiste una vera distinzione tra esecutori e pubblico poiché la musica è praticata da tutti i componenti della comunità.
Inoltre, la musica conserva ancora una funzione importante nella società africana, ovvero quella di trasmettere conoscenze e valori. In Africa occidentale, i tamburi svolgono un ruolo fondamentale nelle cerimonie di trance, durante le quali le divinità si impossessano del corpo dei devoti. Invece, nell’Africa meridionale, i pastori usano flauti ed altri strumenti per controllare il movimento del bestiame.
La musica africana ha come caratteristica che la distingue dalle altre, quella di essere trasmessa solo oralmente, infatti non esistono molti spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie.
I principi costitutivi della musica africana, come la poliritmia e la polimetria, hanno dato vita a generi musicali che sono nati nel ‘900, come il minimalismo.
Quando parliamo di ritmo dobbiamo ricordarci che ogni popolo ha il suo ritmo ed ogni contesto in cui viene prodotta musica africana ha i propri timbri e le proprie sonorità, a seconda degli strumenti musicali africani utilizzati.
Origini della musica africana
La musica tradizionale è caratterizzata dall’utilizzo di particolari strumenti musicali, spesso prodotti con materiali naturali come zucche, pelli, corna e conchiglie. Fra gli strumenti africani più diffusi ci sono la kora, strumento a 21 corde simile ad una chitarra, alcune suonano perché vengono pizzicate mentre altre risuonano per simpatia, la m’bira, strumento esclusivamente africano, costituito da una serie di strisce di metallo o di bambù fissate ad una piccola cassa di risonanza, il dun dun, chiamato anche “tamburo parlante” e il djembe. Inoltre, sono numerosi anche gli strumenti a percussione, come le bacchette, le campane, le nacchere, gong, zucche, vasi di cetra, tubi e xilofoni.
I mandinka del Gambia suonano la kora. Popolare in Senegal è lo xalam, un liuto a pizzico progenitore del banjo.
I musicisti africani, soprattutto i percussionisti, producono un ritmo che si presenta quasi sempre nella forma poliritmica. Infatti, i ritmi vengono suonati in maniera costante ed uniforme, si sovrappongono, ma non entrano mai in contrasto. La poliritmia è al centro di tutte le canzoni africane.
La musica tribale, che dà inizio alle origini della musica africana, altro non è che la musica suonata, cantata e danzata dalle tribù africane. Questo genere di musica è fortemente legato alle tradizioni sociali e religiose di ogni tribù o etnia africana. La musica tribale è composta dal canto e dalla danza. I canti africani e le danze popolari si fondono a tal punto che alcune parole possono assumere un significato diverso.
Dopo aver delineato questo quadro generale della musica in Africa, possiamo parlare di come sia nato il jazz.
Durante il periodo buio dello schiavismo, milioni di Africani furono catturati e ammassati nelle stive delle navi per andare nelle Americhe. Tra queste persone c’erano molti poeti, cantanti, musicisti africani, griot, percussionisti, suonatori di djeli, kora e djembé. Gli schiavi portarono con loro canti di lavoro ed anche musiche rituali, che insieme rappresentavano la generalità delle canzoni africane.
Andando avanti, dopo il violento incontro con la chiesa, i canti divennero spirituals e gospels. Da qui nacque anche il blues, forma musicale intrisa delle pentatoniche. Alla fine degli anni 70, molti musicisti afroamericani andarono alla ricerca delle proprie radici sonore nella musica africana, ritornando nel continente nero. Per la musica africana, l’incontro con i jazzisti rappresentò un momento cruciale, in cui le musiche del continente nero divennero parte della Word Music e dello scenario Jazz mondiale. La musica africana e la danza devono essere viste in collegamento stretto poiché accompagna ogni aspetto della vita africana, come la nascita, il matrimonio, la caccia ed anche le attività politiche.
Progetto Alternanza Scuola Lavoro.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della musica nella vita africana?
- Quali sono le caratteristiche distintive della musica africana?
- Quali strumenti musicali sono tipici della musica africana?
- Come ha influenzato la musica africana il jazz e altri generi musicali?
- In che modo la musica e la danza sono collegate nella cultura africana?
La musica in Africa è fondamentale nelle cerimonie legate al ciclo della vita, come nascita, morte, attività lavorative e occasioni festive, riflettendo la diversità culturale del continente.
La musica africana è caratterizzata da poliritmia e polimetria, trasmessa oralmente senza spartiti, e ogni popolo ha il suo ritmo e timbro distintivo.
Strumenti tipici includono la kora, la m’bira, il dun dun, il djembe, e vari strumenti a percussione come bacchette, campane e xilofoni, spesso realizzati con materiali naturali.
Durante lo schiavismo, gli Africani portarono canti di lavoro e musiche rituali nelle Americhe, influenzando spirituals, gospels e blues, e successivamente il jazz, con musicisti afroamericani che riscoprirono le radici africane.
La musica e la danza africane sono strettamente collegate, accompagnando ogni aspetto della vita, come nascita, matrimonio, caccia e attività politiche, e sono parte integrante delle tradizioni sociali e religiose.