Concetti Chiave
- I fratelli Fixer erano rinomati liutai di origine tedesca, noti per la costruzione di mandolini milanesi durante il Rinascimento.
- Lo strumento è per lo più originale, con modifiche minori come il ponticello sostituito per migliorare l'adesione.
- I tasti in ottone sono stati aggiunti successivamente, poiché originariamente erano presenti legacci in budello.
- Il manico mostra segni di una frattura ricomposta, ma non è mai stato sostituito, evidenziato da un chiodo forgiato originale.
- La tastiera e il cavigliere presentano intarsi in ebano e osso, con una figura incisa, probabilmente legata alla contrada della Balla di Milano.
Mandolino milanese a sei ordini
I fratelli Fixer sono da considerare tra i migliori costruttori di mandolini milanesi del loro periodo e appartengono al grande gruppo di liutai di provenienza tedesca che si stabilirono a partire dal Rinascimento in tutte le città italiane.
Lo strumento è del tutto originale, ad eccezione di alcuni particolari marginali. Il ponticello, di dimensioni maggiori coevi, fu probabilmente sostituito in epoca successiva, come spesso accade in questa tipologia di strumenti, per aumentare la superficie di adesione.
Sono aggiunte posteriori anche i sette tasti in ottone sulla tastiera: questi strumenti infatti in origine montavano legacci in budello.
Sul retro del manico appaiono i residui di una frattura, la cui ricomposizione ha provocato l’accorciamento del manico.
All’interno è presente un cartiglio: Giuseppe e Carlo Fixer, fabbricatori di istrumenti in Milano vicino alla Balla 1759. la tavola armonica è in un unico pezzo di abate con venatura piuttosto stretta dalla parte del cantino, che va progressivamente allargandosi dalla parte dei gravi. La rosetta è composta da quattro strati alternati di legno e pergamena. Il guscio è composto da tredici doghe in legno di difficile identificazione, forse acero, intercalato da filetti scuri; le incollature sono rinforzate all’interno da strisce di carta manoscritta.
La tastiera e il cavigliere sono intarsiati in ebano e osso; sulla placchetta all’estremità del cavigliere è riprodotta una figura umana nell’atto di trasportare un sacco. Questa figura ha forse attinenza con la contrada della Balla, citata nel cartiglio, che anticamente era adibita al trasporto delle merci.