De Andrè, Fabrizio - La ballata dell'amor cieco

La ballata dell'amore cieco

La ballata dell'amore cieco è un brano di Fabrizio de André che narra la storia di un uomo follemente innamorato di una donna. Lui fa di tutto per dimostrare l'amore che prova attraverso delle fatiche scelte dalla donna stessa. Una delle prime fatiche è proprio quella di assassinare la madre dell'uomo, ricavarne il cuore e portarlo all'amata. Quando il povero incosciente esegue quanto richiesto per poi portare il cuore a lei, scopre che in realtà la donna ha in serbo per lui una seconda peripezia: tagliarsi i polsi.

L'uomo nuovamente esegue. Corre dalla donna. Lui muore e alla donna resta poco e nulla di quell'uomo, se non “il sangue secco delle sue vene”. La cosa che salta all’occhio è l’atrocità del brano. Infatti, al verso 11 “Dal petto il cuore le strappò”, il cuore non ha alcuna funzione di allegoria, ma ha un significato letterale. Un’altra cosa interessante sono i personaggi, in particolare la donna. De André la descrive in modo oggettivo, ma fa intendere sin da subito la ventosità che sfocia in vero e proprio disturbo narcisistico. A parer mio, la scelta di non attribuire uno specifico nome a i personaggi è una scelta artistica per lasciare spazio all’ascoltare di immedesimarsi. Il brano mi ha colpito molto principalmente per la metafora che collega le relazioni tossiche all'uccisione dell'uomo, e di quanto spesso siamo ciechi senza avere occhio critico alle cose che viviamo. Il concetto ancora oggi è attuale. Questa è una storia inquietante ma lo stesso tempo molto affascinante che descrive le relazioni tossiche dove vige narcisismo e materialismo.