Concetti Chiave
- Il mito di Aracne serve da monito contro la superbia e la sfida agli dei, sottolineando le conseguenze della vendetta divina.
- Aracne, una tessitrice della Lidia, provoca l'ira di Minerva vantandosi di essere superiore nell'arte della tessitura.
- Il racconto mette in evidenza il contrasto tra l'orgoglio umano e il potere divino, mostrando l'ineluttabile superiorità degli dei.
- La reazione di Minerva, nonostante la sua fama di saggezza, sottolinea l'inflessibilità divina e l'inaccettabilità della competizione umana.
- Il mito riflette sul potere dei sistemi religiosi nel definire il bene e il male, e sul prezzo esagerato che Aracne paga per la sua arroganza.
Indice
Il Mito di Aracne e la Superbia
Fra le decine di miti che affollano l'universo delle Metamorfosi, il poema del poeta latino Ovidio, quello di Aracne si pone come un monito a non sfidare gli dei, ma soprattutto come un tragico esempio di vendetta nei confronti di chi cade nel peccato di superbia. Aracne, una semplice plebea della Lidia, vantando
la sua superiorità nell'arte della tessitura presieduta da Minerva, suscita l'ira della dea, offesa dall'arroganza della fanciulla.
A ben vedere, per Aracne, lo scopo della contesa è quello di dimostrare che gli esseri umani possono dar prova di capacita ben superiori a quelle degli dei e che niente è superiore all'ingegno dell'uomo: chi intende sopprimerlo lo fa soprattutto per invidia e per paura.
Sanzionato come uno dei peccati più gravi dell'uomo, l'orgoglio trova una drammatica esemplificazione nel mito di Aracne.
La Sfida tra Aracne e Minerva
Il racconto si sviluppa interamente intorno alla contrapposizione fra le due protagoniste, una umana l'altra divina, accomunate dall'estremo desiderio di primeggiare. Ma l'infinito potere degli dei ha la meglio: poco importa chi sia la migliore fra le due: a prevalere, in ogni caso, è la divinità.
Il Potere Divino e le Sue Contraddizioni
Il mito si presta a considerazioni importanti non solo intorno alla superbia della fanciulla frigia, ma anche riguardo all'immagine stessa che gli dei danno di sé. Pallade, divinità di cui erano noti equilibrio e saggezza, non sfugge tuttavia alla regola che nega ai mortali ogni possibilità di competere con gli dei, anche a costo di mettere in discussione proprio quelle qualità positive che di norma li distinguono. Non conta, infatti, che attributi considerati squisitamente umani, come ad esempio l'invidia, caratterizzino nel mito l'inflessibile dea, con pesanti ricadute proprio sulla creatura che ha suscitato sentimenti così poco nobili: ciò che importa è sottolineare, a torto o a ragione e una volta di più, che l'arbitrio divino non va posto in discussione.
Il Prezzo dell'Arroganza di Aracne
Dunque il mito la dice lunga sul potere di alcuni, anzi di molti sistemi religiosi che si arrogano il diritto di stabilire che cosa siano il bene e il male, al di là di ogni valutazione obiettiva.
Quanto ad Aracne, non si può negare che la sua vistosa arroganza, che la conduce al gesto estremo del suicidio, sia segno di orgoglio, per il quale, tuttavia, ci pare che la fanciulla paghi un prezzo eccessivamente alto.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del mito di Aracne?
- Come si sviluppa la sfida tra Aracne e Minerva?
- Quali contraddizioni emergono nel potere divino nel mito di Aracne?
- Qual è il prezzo pagato da Aracne per la sua arroganza?
Il mito di Aracne si concentra sulla superbia e sull'arroganza umana nel sfidare gli dei, rappresentando un monito contro l'orgoglio e la vendetta divina.
La sfida si basa sulla contrapposizione tra Aracne, una mortale, e Minerva, una dea, entrambe desiderose di dimostrare la propria superiorità, ma alla fine prevale il potere divino.
Il mito evidenzia le contraddizioni del potere divino, mostrando come anche gli dei, come Minerva, possano essere mossi da sentimenti umani come l'invidia, mettendo in discussione le loro qualità positive.
Aracne paga un prezzo altissimo per la sua arroganza, culminando nel suicidio, che rappresenta una punizione eccessiva per il suo orgoglio.