Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • Il mito di Orfeo ed Euridice narra il tentativo disperato di Orfeo di riportare in vita la sua amata sposa Euridice, morta a causa del morso di un serpente.
  • Orfeo, noto per la sua abilità musicale, intraprende un viaggio nell'Ade, dove commuove Ade e Persefone con il suo canto, ottenendo il permesso di riportare Euridice tra i vivi.
  • Durante il ritorno alla luce, Orfeo si volta a guardare Euridice, infrangendo la promessa fatta e perdendola nuovamente per sempre.
  • Dopo la perdita definitiva di Euridice, Orfeo vive isolato, suscitando l'ira delle Baccanti che lo uccidono e spargono le sue membra.
  • Orfeo è ricordato come un musicista divino, capace di incantare con la sua lira, e la sua testa continuò a cantare anche dopo la morte, fino a essere posta tra le stelle.

Indice

  1. Il mito di Orfeo ed Euridice
  2. Il viaggio di Orfeo nell'Ade
  3. La tragica fine di Orfeo
  4. Orfeo: il musicista divino
  5. Le imprese e la morte di Orfeo
  6. Le diverse versioni della fine di Orfeo

Il mito di Orfeo ed Euridice

In questo appunto viene descritto il mito dell'antica Grecia di Orfeo ed Euridice. Orfeo è noto in particolar modo per il suo viaggio presso gli Inferi, con l'obiettivo di riportare in vita la moglie Euridice, la quale era morta dopo avere calpestato un serpente che la morse dopo avere tentato di sfuggire alla pressante corte di Aristeo, il quale tentò di sedurla essendosi innamorato di lei.

Il viaggio di Orfeo nell'Ade

Orfeo partecipò alla spedizioni degli Argonauti e quando la nave Argo giunse in prossimità dell'isola delle Sirene, vinse con il suono della sua cetra, la dolcezza del loro canto di modo che gli Argonauti non cedettero alle loro insidie.

Ma Orfeo è più noto per la grande impresa che lo fece scendere nell'Ade, per cercare di riportare in vita la sua sposa, Euridice. Egli infatti, amò in tutta la sua vita una sola donna: Euridice, figlia di Nereo e di Doride. Il destino però non aveva previsto per loro un amore duraturo. il mito di Orfeo e EuridiceInfatti un giorno la bellezza di Euridice fece ardere il cuore di Aristeo che si innamorò di lei e cercò di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mise a correre ma ebbe la sfortuna di calpestare un serpente nascosto nell'erba che la morsicò, provocandole la morte istantanea. Orfeo, impazzito dal dolore e non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade per cercare di strapparla dal regno dei morti. Convinse Caronte a traghettarlo sull'altra riva dello Stige e circondato da anime dannate che tentavano in tutti i modi di ghermirlo, giunse alla presenza di Ade e Persefone. Una volta giunto al loro cospetto, Orfeo iniziò a cantare la sua disperazione e solitudine e nel suo canto mise tanta abilità e tutto il suo dolore che gli stessi signori degli inferi si commossero; le Erinni piansero; la ruota di Issione si fermò ed i perfidi avvoltoi che divoravano il fegato di Tizio non ebbero il coraggio di continuare nel loro macabro compito. Fu così che fu concesso ad Orfeo di ricondurre Euridice nel regno dei vivi a condizione che durante il viaggio verso la terra non si voltasse a guardarla in viso fino a quando non fossero giunti alla luce del sole. Orfeo, presa così per mano la sua sposa iniziò il suo cammino verso la luce ma durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto Euridice svanì ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta. Invano Orfeo per sette giorni cercò di convincere Caronte a condurlo nuovamente alla presenza del signore degli inferi ma questi per tutta risposta lo ricacciò alla luce della vita.

La tragica fine di Orfeo

Si rifugiò allora Orfeo sul monte Rodope, in Tracia trascorrendo il tempo in solitudine e nella disperazione. Riceveva solo uomini e ragazzi che istruiva all'astinenza e sull'origine del mondo e degli dei. Molte donne tentavano di catturare il suo cuore e tra queste alcune Baccanti . Quest'ultime, irate dalla sua indifferenza e istigate da Dioniso per la mancanza di devozione che Orfeo aveva nei suoi confronti, decisero di ucciderlo durante un'orgia bacchica. Arrivato il momento stabilito, si scagliarono contro di lui con furia selvaggia, lo fecero a pezzi e sparsero le sue membra per la campagna gettando la testa nell' Ebro Le pietre, le selve, gli uccelli piansero la morte del meraviglioso cantore e tutte le ninfe indossarono una veste nera in segno di lutto. Le Muse piangenti raccolsero le membra di Orfeo e le seppellirono ai piedi del monte Olimpo, là dove ancor oggi il canto degli usignoli è più dolce che in qualunque parte del mondo. Poichè il delitto delle Baccanti era rimasto impunito, gli dei colpirono la Tracia con una terribile pestilenza. L'oracolo, consultato dalla popolazione su come porre fine a tanta tragedia, rispose che per farla cessare, era necessario ricercare la testa di Orfeo e rendere al cantore gli onori funebri. Il suo capo reciso fu così trovato da un pescatore presso la foce del Melete e fu deposta nella grotta di Antissa. In quel luogo la testa di Orfeo iniziò a profetizzare finchè Apollo, vedendo che i suoi oracoli di Delfi, Grinio e Claro non erano più ascoltati, si recò alla grotta e gridò alla testa di Orfeo di smettere di interferire con il suo culto. Da quel giorno la testa tacque per sempre.

Orfeo: il musicista divino

Orfeo: Orfeo è una figura mitologica greca, oltre ad essere il più grande musicista e poeta che la storia abbia mai avuto. E’ il figlio del re della Tracia Eagro (o di Apollo) e della musa Calliope ed è nativo della Pieria. Un giorno il dio Apollo gli donò una lira, che lui imparò a maneggiare con tale maestria che ogni volta che la suonava tutto il mondo animale e vegetale cadeva ai suoi piedi, riusciva ad animare le rocce e placava persino le bestie più feroci.

Le imprese e la morte di Orfeo

Le imprese di Orfeo e la sua morte: Orfeo prese parte alla spedizione degli Argonauti: in questa occasione, egli diede moltissime prove della forza della sua arte, salvando la truppa in varie occasioni grazie alla sua lira e al suo canto. Con essi, infatti, riuscì persino a non far cedere gli argonauti dinanzi al canto ammaliante delle sirene.

La sua fama è legata, però, soprattutto alla tragica storia d’amore che lo vede protagonista. Ogni essere vivente amava Orfeo e il suo canto, ma lui aveva occhi solo per una creatura: Euridice, figlia di Nereo e di Doride, che divenne sua sposa, ma non per molto, però. Infatti, Aristeo, figlio di Apollo, si innamorò della fanciulla, incominciando un estenuante corteggiamento. Una giorno, Euridice, si mise a correre per sfuggire alle sue esistenze ma, per sfortuna, calpestò un serpente nascosto nell'erba che la morsicò, provocandone la morte istantanea. Orfeo venne colpito da un dolore straziante e, non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua amata, decise di scendere nell'Ade, gli inferi, con la sua lira, deciso a riportarla in vita. Riuscì a convincere, proprio con la sua musica, Caronte ad accompagnarlo sull'altra riva dello Stige. Sempre con la musica placò l’ira di Cerbero, guardiano dell’Ade. Poi raggiunse la prigionia di Issione che, per aver desiderato Era, era stato condannato da Zeus ad essere legato ad una ruota all’infinito: così, Orfeo, sempre con la sua lira, decise di dar sollievo ad Issione, riuscendo a fermare la ruota, che ripartiva non appena la musica cessava. Sorpassato anche quest’ostacolo, Orfeo si ritrovò davanti all'ultimo: la prigione del crudele semidio Tantalo, che era legato ad un albero ed immerso fino al mento nell'acqua, mentre i frutti crescevano sull'albero. Purtroppo, ogni volta che provava a bere l’acqua, quella si abbassava, e, ogni volta che provava a mangiare i frutti, i rami crescevano. Tutto questo per aver ucciso suo figlio per darlo agli dei e per aver rubato l’Ambrosia per darla agli uomini. Così, Orfeo comincia a suonare la sua lira, su richiesta di Tantalo, e riesce a bloccare il crescere dei rami e l’abbassarsi dell’acqua. Purtroppo, però, al suono della musica anche il semidio rimane paralizzato, non riuscendo a placare il suo tormento. Orfeo continuò e scese dinanzi ad Ade e Persefone: il primo stava dormendo. Lì, sempre con la sua musica, riuscì ad intenerire Persefone ed ad addolcire anche la regina degli inferi che, approfittando del sonno di Ade, decise di esaudire la sua richiesta, ma ad una condizione: Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice nel cammino verso la soglia degli Inferi, e non avrebbe mai dovuto voltarsi. Esattamente sulla soglia degli Inferi, Orfeo venne preso da un dubbio: che lui non stesse guidando la sua amata sposa, ma solamente un’ombra. Così, credendosi già uscito dal regno dei Morti, non riuscì più a resistere al dubbio e si voltò. Nell'istante in cui i suoi occhi incrociarono quelli della sua amata, essa scomparì, tornando nelle Tenebre. Orfeo, allora, per sette giorni cercò di convincere Caronte a riportarlo nel regno dei morti ma questo, per tutta risposta, lo ricacciò alla luce della vita.

Le diverse versioni della fine di Orfeo

Dopo questo fatto, esistono due versioni sullo svolgimento del resto della vita dell'eroe: quella di Virgilio e quello di Ovidio. Il primo racconta che Orfeo capisce che non potrà mai amare nessun’altra ma, nonostante ciò, molte ambiscono ad unirsi a lui. Le donne dei Ciconi, vedendo la fedeltà di Orfeo verso la moglie morta senza spiegazione, vennero sopraffatte dall'ira e dai culti bacchici cui erano devote, così lo fecero a pezzi e ne sparsero i resti per la campagna.

Il secondo, invece, narra che Orfeo incominciò ad istruire i fanciulli e i mariti all'astinenza, traviandoli e provocando l’ira delle donne di Tracia, che si sentivano trascurate. Le Menadi, così, vedendo anche il suo rifiuto ad un loro invito a festeggiare insieme, si infuriarono, dilaniando il poeta e nutrendosi anche di parte del suo corpo.

Comunque, in entrambi i due racconti, si narra che la testa di Orfeo finì nel fiume Ebro, continuando comunque a cantare e a ripetere continuamente il nome di Euridice. Viene poi, recuperato dalle Muse, che seppellirono i suoi resti ai piedi del monte Olimpo. Tra le anime pie, per fortuna, Orfeo trova la sua amata Euridice.

Un’altra versione dice che le Muse riuscirono a recuperare e a seppellire tutte le sue membra tranne la testa, che continuò a galleggiare nel fiume e a cantare, intenerendo Zeus che decise di mettere la testa di Orfeo in cielo, creando la costellazione della Lira.

Hanno contribuito al presente documento: saraasdp, wills.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il mito principale associato a Orfeo ed Euridice?
  2. Il mito principale è il viaggio di Orfeo nell'Ade per riportare in vita la sua amata Euridice, morta a causa del morso di un serpente mentre fuggiva da Aristeo.

  3. Come riuscì Orfeo a convincere gli dei degli inferi a restituirgli Euridice?
  4. Orfeo convinse Ade e Persefone con il suo canto pieno di disperazione e abilità, commuovendo persino le Erinni e fermando la ruota di Issione.

  5. Quali furono le condizioni imposte a Orfeo per riportare Euridice nel mondo dei vivi?
  6. Orfeo doveva condurre Euridice fuori dall'Ade senza mai voltarsi a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole.

  7. Qual è la fine tragica di Orfeo secondo il mito?
  8. Orfeo fu ucciso dalle Baccanti, irate per la sua indifferenza e istigate da Dioniso, e le sue membra furono sparse per la campagna.

  9. Quali sono le diverse versioni della fine di Orfeo?
  10. Secondo Virgilio, Orfeo fu dilaniato dalle donne dei Ciconi, mentre Ovidio narra che fu ucciso dalle Menadi per aver istruito i giovani all'astinenza. In entrambe le versioni, la sua testa continuò a cantare nel fiume Ebro.

Domande e risposte

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