darksoul98
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Concetti Chiave

  • Le Arpie sono creature mitologiche con testa di donna e corpo di uccello, inizialmente descritte con bei capelli e ali rapide.
  • Originariamente belle, col tempo il loro aspetto è diventato ripugnante e fetido, come descritto nei miti di Giasone e Fineo.
  • Il mito le ha trasformate in mostri con testa, busto e braccia femminili su un corpo di uccello con artigli affilati.
  • Nell'arte ellenistico-romana, le Arpie sono state spesso associate alle Sirene.
  • Si credeva che abitassero nei giardini delle Esperidi o nell'Estremo Occidente, con riferimenti nei lavori di Virgilio e Dante.

Indice

  1. Le Arpie nella mitologia
  2. Evoluzione delle Arpie
  3. Rappresentazioni e dimore delle Arpie

Le Arpie nella mitologia

Del grande numero dei mostri mitologici fanno parte anche le Arpie, figure dalla testa di donna e dal corpo di uccello. Per la verità, inizialmente la descrizione di Esiodo non le ritrae come un orrendo miscuglio di donna e rapace, ma soltanto dotate di bei capelli e di rapide ali, che permettono loro di gareggiare con gli uccelli e con il vento; infatti una di loro , Podarge, "dai rapidi piedi", fu corteggiata con successo da Zefiro e generò Xanto e Balio, i cavalli di Achille.

Le altre erano Aello, Ocipite, Tiella, Oceno.

Evoluzione delle Arpie

Da tre che erano, il loro numero aumentò quanto la loro bruttezza: diventarono ripugnanti e fetide, come sperimentò Giasone che dovette liberare Fineo dalla loro mefitica e sconcia presenza.

Rappresentazioni e dimore delle Arpie

Il mito ne ha mescolato a tal punto carattere e fisionomia nel corso dei secoli che è difficile fare chiarezza: da conturbanti donne alate si ritrovarono mostri con testa, busto e braccia femminili su un corpo di uccello, dotato di aguzzi artigli. Esse furono accostate figurativamente alle Sirene in età ellenistico-romana e si riteneva che dimorassero nei giardini delle Esperidi o comunque nell'Estremo Occidente, in direzione del mondo infero; Virgilio le colloca presso le isole Strofadi, nel mar Ionio, e così farà anche Dante nel XIII canto dell'Inferno.

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