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Concetti Chiave

  • Efesto, conosciuto dai Romani come Vulcano, era il dio del fuoco, forgiatore di metalli e costruttore delle dimore divine dell'Olimpo.
  • Figlio di Zeus ed Era, Efesto fu gettato dall'Olimpo dalla madre a causa del suo aspetto poco attraente e gracile.
  • Salvato da Teti ed Eurinome, due dee marine, Efesto crebbe in una caverna dove dimostrò un talento straordinario nella lavorazione dei metalli.
  • La versione romana del dio, Vulcano, era vista come una divinità distruttiva e benefica, protettrice del focolare e associata alla fusione dei metalli.
  • I Romani chiamavano Vulcano "mulciber", che significa "fonditore", riflettendo la sua connessione con il fuoco e la metallurgia.

Indice

  1. Efesto: il dio del fuoco
  2. La caduta e la salvezza
  3. Vulcano: il dio romano

Efesto: il dio del fuoco

Efesto, che i Latini chiamarono Vulcano, fu il dio del fuoco, abile forgiatore di metalli e impareggiabile costruttore delle dimore dell’Olimpo. Figlio di Zeus e di Era, Efesto nacque così brutto d’aspetto e così gracile che la madre, vergognandosi di averlo generato lo precipitò dall’alto dell’Olimpo per liberarsi della sua imbarazzante presenza.

La caduta e la salvezza

Il dio bambino cadde nell’oceano e sopravvisse soltanto perché fu raccolto da due dee del mare, Teti e Eurinome.

Le due ninfe marine lo nascosero in una caverna e si presero cura di lui.

Efesto rivelò subito un’eccezionale abilità nel forgiare metalli.

Vulcano: il dio romano

Al greco Efesto corrispondeva il Vulcano romano, il quale, oltre agli attributi del dio greco, ne possedeva di propri: era considerato infatti dio distruttore e benefico al tempo stesso, divinità che anima e crea e, a volte, protettore del focolare. I Romani gli attribuivano l’appellativo di mulciber, cioè “fonditore”.

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