Concetti Chiave
- Efesto, conosciuto dai Romani come Vulcano, era il dio del fuoco, forgiatore di metalli e costruttore delle dimore divine dell'Olimpo.
- Figlio di Zeus ed Era, Efesto fu gettato dall'Olimpo dalla madre a causa del suo aspetto poco attraente e gracile.
- Salvato da Teti ed Eurinome, due dee marine, Efesto crebbe in una caverna dove dimostrò un talento straordinario nella lavorazione dei metalli.
- La versione romana del dio, Vulcano, era vista come una divinità distruttiva e benefica, protettrice del focolare e associata alla fusione dei metalli.
- I Romani chiamavano Vulcano "mulciber", che significa "fonditore", riflettendo la sua connessione con il fuoco e la metallurgia.
Efesto: il dio del fuoco
Efesto, che i Latini chiamarono Vulcano, fu il dio del fuoco, abile forgiatore di metalli e impareggiabile costruttore delle dimore dell’Olimpo. Figlio di Zeus e di Era, Efesto nacque così brutto d’aspetto e così gracile che la madre, vergognandosi di averlo generato lo precipitò dall’alto dell’Olimpo per liberarsi della sua imbarazzante presenza.
La caduta e la salvezza
Il dio bambino cadde nell’oceano e sopravvisse soltanto perché fu raccolto da due dee del mare, Teti e Eurinome.
Le due ninfe marine lo nascosero in una caverna e si presero cura di lui.
Efesto rivelò subito un’eccezionale abilità nel forgiare metalli.
Vulcano: il dio romano
Al greco Efesto corrispondeva il Vulcano romano, il quale, oltre agli attributi del dio greco, ne possedeva di propri: era considerato infatti dio distruttore e benefico al tempo stesso, divinità che anima e crea e, a volte, protettore del focolare. I Romani gli attribuivano l’appellativo di mulciber, cioè “fonditore”.