Concetti Chiave
- Nella narrazione sia dell'Odissea che dell'Eneide, la presa di Troia è raccontata da un narratore di secondo grado, ma con prospettive diverse: greca nell'Odissea e troiana nell'Eneide.
- Virgilio, attraverso Enea, offre una visione della caduta di Troia dal punto di vista dei vinti, rendendo il racconto più coinvolgente ed emotivo.
- Enea interpreta gli eventi con consapevolezza posteriore, mescolando descrizione e interpretazione, e alternando toni espositivi e soggettivi.
- La narrazione di Enea svela l'inganno del cavallo di legno, evidenziando l'incapacità dei Troiani di riconoscere il pericolo nascosto.
- Virgilio segue la tradizione post-omerica riguardo al cavallo di legno, ma studi recenti suggeriscono che il "cavallo" fosse in realtà una nave chiamata híppos.
Indice
Differenze tra Odissea ed Eneide
Sia nell'Odissea sia nell'Eneide il racconto della presa di Troia è affidato a un narratore di secondo grado (rispettivamente Demodoco ed Enea); tra i due racconti, però, vi è una piccola ma allo stesso tempo sostanziale differenza, dovuta alla diversa prospettiva in cui si collocano le opere.
I poemi omerici, infatti, sono stati elaborati nel mondo greco: per i Greci, il popolo dei Troiani era il nemico e la presa di Troia costituiva la vittoria di questa grandissima spedizione militare. L'Eneide, invece, è opera di uno scrittore latino che, per di più, è mosso da intenti celebrativi di Roma e delle sue origini, che vengono fatte risalire a Enea. L'eroe troiano, progenitore dei Romani, vede la storia e la fine di Troia dal suo punto di vista: per lui, infatti, Troia rappresenta la patria, la cui caduta è una sciagura e causa di dolore, e i Greci sono gli aggressori e i nemici. Quelle che da parte greca erano considerate virtù, quali l'astuzia con cui concludere vantaggiosamente la lunga guerra, il valore dimostrato nell'abbattere Troia e nello sterminare la sua stirpe, agli occhi di Enea diventano elementi negativi e appaiono l'una come doppiezza, l'altro come crudeltà.Prospettiva di Virgilio
Il ricorso al narratore di secondo grado, dunque, consente a Virgilio non solo di richiamarsi all'Odissea, ma anche di assumere un punto di vista differente da quello dell'epica precedente, e cioè quello dei vinti.
Interpretazione di Enea
Virgilio, dando la parola a Enea, rende il racconto più coinvolgente e appassionato. L'eroe, infatti, conosce ormai gli eventi successivi ed è capace di interpretare ciò che ha vissuto: sa già che il cavallo di legno è un inganno, giudica stoltezza il comportamento dei Troiani, è in grado di valutare le parole di Timete e di Capi, comprende la cecità dei concittadini di fronte all'intervento di Laocoonte e al rimbombo che proviene dal ventre del cavallo. Pertanto, nel suo racconto Enea può procedere su una doppia pista: narra gli eventi mescolando la descrizione delle azioni compiute dai Troiani con l'interpretazione di quanto accade, e passando spesso dal tono espositivo a quello emotivo e soggettivo.
La trappola del cavallo di legno
La narrazione delle peripezie dell'eroe conduce il lettore sulle rive del mare di fronte a Troia, dove il cavallo di legno ha attirato tutti i cittadini, che stanno vivendo il sollievo e la gioia dello scampato pericolo. Tutto poggia però su una tremenda ambiguità e la verità è ben differente da ciò che appare. Enea si rammarica che i Troiani non siano stati capaci di affrontare la realtà, e di intuire la trappola che si nascondeva nelle cavità dell'enorme macchina. In particolare, nel ricordare Laocoonte che scaglia la sua lancia contro il fianco del cavallo producendo un preoccupante rimbombo simile a un gemito, la tensione emotiva del narratore raggiunge il culmine con l'esplosione del suo rancore per il destino avverso.
Tradizione e interpretazione del cavallo
Per quanto riguarda l'interpretazione del cavallo di legno, Virgilio si attiene alla tradizione che si era affermata nei secoli successivi a Omero, sebbene fossero già diffusi dubbi sulla reale forma della costruzione. In realtà lo strumento di inganno dei Greci, secondo studi recenti, avrebbe avuto la forma di una nave della tipologia chiamata híppos, che in greco significa appunto "cavallo".
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra l'Odissea e l'Eneide riguardo alla presa di Troia?
- Come Virgilio utilizza il narratore di secondo grado nell'Eneide?
- In che modo Enea interpreta gli eventi della caduta di Troia?
- Qual è il significato del cavallo di legno nella narrazione di Enea?
- Come Virgilio si attiene alla tradizione riguardo al cavallo di legno?
Nell'Odissea, la presa di Troia è vista come una vittoria greca, mentre nell'Eneide, scritta da Virgilio, è narrata dal punto di vista dei Troiani, con Enea che vede la caduta di Troia come una tragedia e i Greci come aggressori.
Virgilio utilizza il narratore di secondo grado per richiamarsi all'Odissea e per offrire una prospettiva diversa, quella dei vinti, rendendo il racconto più coinvolgente e appassionato.
Enea interpreta gli eventi con la consapevolezza degli inganni greci, giudicando la stoltezza dei Troiani e comprendendo la cecità dei suoi concittadini, mescolando descrizioni oggettive con interpretazioni emotive.
Il cavallo di legno rappresenta un inganno che i Troiani non riescono a riconoscere, e la narrazione di Enea esprime il suo rammarico per la loro incapacità di affrontare la realtà e intuire la trappola.
Virgilio segue la tradizione affermatasi dopo Omero, nonostante i dubbi sulla forma reale del cavallo, che secondo studi recenti potrebbe essere stata una nave chiamata híppos.