Concetti Chiave
- Il racconto della caduta di Troia nell'Eneide si articola in due momenti: la gioia dei Troiani per l'ingresso del cavallo nella città e l'uscita dei guerrieri Achei che portano distruzione.
- Enea esprime amarezza per l'incapacità dei Troiani di riconoscere il pericolo, accecati dalla gioia e ingannati dagli dèi nel giorno della loro rovina.
- La narrazione mescola cronaca e lamento, riflettendo l'esperienza emotiva di Enea di fronte alla devastazione della sua patria.
- La gioia dei Troiani si rivela un'illusione quando la città viene distrutta, con le fiamme che sostituiscono la luminosità della luna e le grida di dolore che prendono il posto degli inni di vittoria.
- Il secondo libro dell'Eneide non è solo un racconto epico di Troia, ma anche un'epopea dei vinti, enfatizzando l'orrore della guerra e il dolore delle sue vittime.
Indice
La Gioia Illusoria dei Troiani
Nella prima macrosequenza si riconoscono chiaramente due momenti successivi con due diverse tematiche: la gioia dei Troiani, che conducono in festa il cavallo dentro la città, e l'uscita dei guerrieri Achei dal ventre del cavallo. I due temi sono accostati rapidamente, con il passaggio dall'immagine dei Troiani che si sono addormentati felici a quella dell'armata nemica che avanza da Tenedo a portare la distruzione e la morte. L'accostamento delle due immagini crea un senso di pietà per il popolo di Priamo ed evidenzia tutta la falsità e l'inganno che l'hanno travolto. Quel cavallo, che esso interpreta come il simbolo della ritrovata libertà, è invece lo strumento della rovina.
L'Amara Consapevolezza di Enea
Nel suo racconto Enea sottolinea con amarezza il destino avverso alla sua patria e mostra l'incapacità dei suoi concittadini di comprendere il pericolo: essi, troppo impegnati nei canti, non si accorsero quanto il cavallo avanzasse minacciosamente; non intesero come segnale infausto il rimbombo delle armi proveniente dal ventre del cavallo; non vollero nemmeno credere alle parole di Cassandra quando previde l'imminente sciagura; ciechi nella loro «follia» (v. 15), ringraziarono gli dei facendo penetrare il cavallo nel luogo più sacro della loro città. Adesso Enea conosce la verità: che gli dèi tolsero il raziocinio ai Troiani nel giorno che per loro «doveva essere l'ultimo» (v. 20).
Il Dolore della Caduta di Troia
La narrazione è giunta al punto più doloroso e unisce la cronaca e il lamento, ed Enea mescola il racconto degli eventi con le espressioni della sua partecipazione emotiva.
Sono finiti i festeggiamenti dei Troiani, addormentati con la felicità per la fine della lunga guerra; ma intanto si apre il ventre del cavallo e ne emergono gli artefici della caduta di Troia. Dal silenzio notturno capace di nascondere i guerrieri che uccidono le sentinelle e aprono le porte, mentre la flotta greca scivola verso la costa e l'esercito penetra dentro le mura si passa allo strepito delle armi e degli uomini; la serena e diffusa luminosità della luna viene coperta dalle violente vampate delle fiamme che bruciano la città. A distanza di poche ore, nelle strade non si diffondono più gli inni di gioia ma le grida di dolore e i suoni delle trombe di guerra.
L'Ingannevole Sollievo della Vittoria
Appare chiaramente che il sollievo per la fine del conflitto e la gioia della vittoria erano solo un'illusione, mentre la verità era costituita dall'inganno dei Greci, dall'aggressione e dall'estrema sciagura.
L'ultimo inno per Troia è un canto di dolore, pronunciato dal sacerdote Panto, che pone il sigillo definitivo alla storia di una grande città: essa e la sua gloria non esistono più!
L'Epopea dei Vinti nell'Eneide
Il secondo libro dell'Eneide non è solo l'epopea di Troia, ma anche l'epopea dei vinti. A partire da Omero, tutta la tradizione aveva raccontato il conflitto dalla parte dei vincitori e aveva esaltato i loro valori. Il poeta romano, invece, si associa agli sconfitti, non solo perché da essi, attraverso Enea, fa discendere i Romani, ma soprattutto per la sua sensibilità umana, in cui predomina l'orrore per la guerra e per le sofferenze da essa generate.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del cavallo di Troia nella narrazione?
- Come viene descritta la consapevolezza di Enea riguardo al destino di Troia?
- Quali sono le emozioni evocate dalla caduta di Troia?
- In che modo viene rappresentato il sollievo della vittoria?
- Qual è il tema centrale del secondo libro dell'Eneide?
Il cavallo di Troia è interpretato dai Troiani come simbolo di libertà ritrovata, ma in realtà è lo strumento della loro rovina, evidenziando l'inganno e la falsità che li travolgono.
Enea esprime amarezza per il destino avverso della sua patria e sottolinea l'incapacità dei Troiani di percepire il pericolo, accecati dalla loro "follia" e ingannati dagli dèi.
La narrazione mescola cronaca e lamento, con Enea che esprime il dolore per la caduta di Troia, passando dai festeggiamenti alla distruzione e al caos causato dall'attacco greco.
Il sollievo per la fine del conflitto e la gioia della vittoria si rivelano un'illusione, poiché la verità è costituita dall'inganno dei Greci e dalla sciagura estrema che colpisce Troia.
Il secondo libro dell'Eneide è l'epopea dei vinti, in cui il poeta romano si associa agli sconfitti, esprimendo orrore per la guerra e le sofferenze che essa genera, in contrasto con la tradizione che esaltava i vincitori.