Rosabianca 88
Ominide
4 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Gilgamesh ed Enkidu compiono un'impresa eroica uccidendo il guardiano della Foresta dei Cedri, un atto ambivalente che li rende sia eroi che trasgressori sacri.
  • La vittoria contro il guardiano e il Toro celeste porta a una giustizia ambigua, dove Enkidu, il meno protetto, è destinato a morire.
  • Gli dèi decidono la morte di Enkidu come punizione per l'empietà commessa, inviandogli un incubo che lo conduce a un doloroso vaneggiamento.
  • Enkidu, in preda alla malattia e agli incubi, maledice il suo passato e sperimenta una visione dell'oltretomba, la Casa della Polvere.
  • Gilgamesh, impotente di fronte alla morte, esprime il suo dolore chiamando Enkidu con nomi simbolici, raccontando la loro vita condivisa e affrontando la perdita del suo amico.

Indice

  1. L'epica lotta contro il mostro divino
  2. Il destino ambiguo degli eroi
  3. Il compianto su Enkidu

L'epica lotta contro il mostro divino

Un’impresa eroica, la lotta contro il mostro divino: Molti eroi dell’epica di ogni tempo sono chiamati a dare prova della loro forza, coraggio e abilità affrontando un animale mandato dagli dèi a punire un’offesa nei loro confronti, un peccato di empietà (ossia mancanza di rispetto verso quanto è sacro). Gilgamesh ha compiuto, insieme a Enkidu, compagno di tutte le sue imprese, un’altra empietà, uccidendo il guardiano della Foresta dei Cedri. Il guardiano, su cui trionfano insieme gli uomini (Gilgamesh ed Enkidu) e gli dèi positivi (rappresentati dalla fonte stessa della vita, il dio Sole), era certamente ostile e malefico, dato che impediva l’accesso alla foresta, “un luogo del desiderio”, un vero paradiso terrestre, sia da un punto di vista spirituale, in quanto simbolo e sede della divinità, sia da un punto di vista materiale, in quanto territorio ricco di risorse naturali.

Il destino ambiguo degli eroi

Quello stesso guardiano partecipava però della natura e della forza divina; la sua uccisione rende gli eroi allo stesso tempo meritevoli per aver aperto la via verso la foresta, e colpevoli per aver violato un essere sacro. Dato il carattere ambiguo dell’azione (buona/cattiva) sarà ambigua anche la giustizia: i due eroi vinceranno il Toro, ma poi uno di loro morrà; e naturalmente toccherà a quello meno fornito di protezioni, Enkidu.

Il compianto su Enkidu

Il compianto su Enkidu: Gli dèi si riuniscono in consiglio e, dopo aver considerato il comportamento sacrilego di Gilgamesh ed Enkudu nei confronti del guardiano della Foresta dei Cedri e del Toro celeste, decidono la morte di uno dei due roi: la scelta cade su Enkidu.

Subito gli mandano un incubo, che lo fa cadere in un doloroso vaneggiamento. Enkidu, in preda all’incubo, maledice ad uno ad uno tutti gli episodi della sua vita passata, tutte le persone e le cose con cui aveva vissuto. È l’inizio del processo di morte, il distacco dalla sua storia. Il sogno poi si fa premonizione, quasi esperienza della morte: si accampa la visione della Casa della Polvere (l’oltretomba) e dei fantasmi degli antichi re, “ che avevano governato la terra da tempo immemorabile”. Enkidu passa dall’incubo alla malattia: Gilgamesh lo sveglia, per dodici lunghi giorni è testimone dell’avvicinarsi della fine. Egli è il potente re di Uruk, è figlio di una dea, è un eroe capace di azioni straordinarie, ma non può nulla contro la morte. Può solo chiamare a piangere per Enkidu le cose, i luoghi, le persone in mezzo alle quali erano vissuti, testimoni delle loro imprese comuni. Poi assume su di sé il lamento, e lo invoca con tanti nomi diversi. Prima Gilgamesh chiama il suo amico con i nomi degli oggetti che sono strumento e simbolo della sua funzione di guerriero e di re, poi con i nomi degli animali con cui Enkidu aveva vissuto nei boschi la sua vita “naturale”. È come se volesse rendere per immagini l’intimità reciproca delle loro vite, che si erano unite e per così dire sovrapposte. Il compianto si chiude con un soprassalto di rinnovato orrore: Enkidu sembra passato dal delirio della malattia al sonno, ma questo sonno è quello della morte.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della lotta contro il mostro divino nell'epica?
  2. La lotta contro il mostro divino rappresenta un'impresa eroica in cui gli eroi dimostrano forza e coraggio affrontando un animale mandato dagli dèi per punire un'offesa sacrilega, come nel caso di Gilgamesh ed Enkidu che uccidono il guardiano della Foresta dei Cedri.

  3. Qual è la natura ambigua del destino degli eroi?
  4. Gli eroi, pur vincendo il guardiano e aprendo la via alla foresta, sono colpevoli di aver violato un essere sacro, portando a una giustizia ambigua: vincono il Toro, ma uno di loro, Enkidu, muore.

  5. Come viene descritto il compianto su Enkidu?
  6. Il compianto su Enkidu inizia con un incubo inviato dagli dèi, che lo porta a un doloroso vaneggiamento e alla maledizione della sua vita passata, culminando nella visione della Casa della Polvere e nella sua morte.

  7. Qual è il ruolo di Gilgamesh nel compianto su Enkidu?
  8. Gilgamesh, impotente contro la morte, chiama a piangere per Enkidu le cose e le persone che hanno condiviso le loro imprese, e assume su di sé il lamento, invocando Enkidu con nomi simbolici.

  9. Qual è l'effetto del sogno premonitore su Enkidu?
  10. Il sogno premonitore di Enkidu lo porta a un'esperienza della morte, facendogli vedere la Casa della Polvere e i fantasmi degli antichi re, segnando l'inizio del suo distacco dalla vita.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community