vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
L'Epica Omerica
L’epica fu una vera e propria poesia di intrattenimento, che, in più, conservava e trasmetteva le prime forme di cultura, funzionando come una sorta di enciclopedia. Il contenuto dei poemi epici, recitati in modo oggettivo (focalizzazione 0) davanti alla comunità (in occasione di feste), è il mito.
Com’è ben noto, la poesia epica si fonda su miti, e proprio parte del patrimonio mitico dei Greci era già nota, probabilmente, ai Micenei (ecco perché si dice che l’epica abbia un’origine micenea), come si può capire dalla presenza di alcuni nomi di eroi (A-ki-re-u, Achille; A-wa, Aiace), sebbene sia poco probabile che Omero sia vissuto in età Micenea, poiché certi aspetti di civiltà e società nei due poemi omerici appartengono all’età del bronzo (epoca post-micenea).
Dopo la scomparsa della Lineare B (fine età micenea – 1200), l’epica era trasmessa oralmente, sottoforma di rapsodie; solo in una fase successiva alcuni dei poemi epici furono trascritti (vd Pisistrato, che, alla fine del VI secolo, fece trascrivere canovacci e interi poemi, esempio però anche di censura). Tra queste due fasi si collocano l’Iliade e l’Odissea.
L’epica, però, non era l’unica forma letteraria esistente: vi erano tracce anche di carmi eseguiti con l’accompagnamento della cetra (come si faceva anche con alcuni poemi); stiamo parlando della lirica.
Omero – Introduzione ai poemi
I due poemi epici dal maggior valore artistico sono l’Iliade e l’Odissea, attribuiti, per tradizione, al poeta Omero, di cui, però, si sa ben poco. Molte città si vantavano di essere la sua patria: Smirne, Argo, Colofone, e in particolare Chio, dove esisteva una corporazione di poeti chiamati Omeridi, che probabilmente presero il nome da Omero, e non viceversa.
Le prime testimonianze su di lui risalgono a Senofane, che sostiene che il poeta sia vissuto nel secolo VI, e a Erodoto, che invece lo fa risalire all’850 aC. Per quanto riguarda i poemi, invece, abbiamo le testimonianze della Coppa di Pitecusa, del 730 aC, riportante il riferimento ad alcuni versi omerici, e anche dell’archeologia.
La Quaestio Omerica: aperta et insoluta
Molte differenze strutturali tra i due poemi omerici, hanno suscitato a molti parecchi dubbi (nell’Iliade predomina lo spirito eroico, nell’Odissea no).
Tali differenze furono talvolta spiegate dal fatto che Omero avrebbe composto i due poemi in età diverse (come per l’Anonimo autore del trattato sul Sublime); alcuni (pochi) altri, definiti χωρίζοντες (separatori), li attribuiscono a due autori differenti.
imprecisioni (duale per Odisseo, Aiace e Fenice), sebbene alcuni filologi
tentarono di modificare alcune parti per “salvare” la figura di Odisseo.
A mettere in dubbio la reale esistenza di Omero fu, per primo, l’abate
d’Aubignac, seguito da Giambattista Vico, che pensa che i due poemi siano
deposito
frutto di un’opera colletiva, erano quindi una sorta di di miti,
leggende, memorie storiche rese in forma poetica da un intero popolo.
La quaestio omerica entra nella fase moderna alla fine del 1700, col filologo
Wolf. Secondo lui, poiché in età omerica non esisteva la scrittura, i due poemi
sarebbero il frutto dell’unione, all’epoca di Pisistrato, di unità minori, trasmesse
inizialmente oralmente; Omero, quindi, non sarebbe mai esistito. Secondo, poi,
Hermann, sostenitore della teoria dell’allargamento, sarebbe esistita
un’Iliade primitiva, incentrata sull’Ira di Achille, poi ampliata con inserzioni
successive. In aggiunta, Lachmann, scomponendo l’Iliade con metodo
analitico, trovo 16 potenziali canti originari e indipendenti.
Per quanto riguarda l’Odissea, invece, Kirchhof rintraccia nel poema 3 minori
composizioni epiche (Telemachia, Peripezie di Ulisse, Vendetta sui Proci),
rielabora- tori.
secondo lui accorpate in seguito da
Dall’altra parte, nel XX secolo, Schadewaldt tentò di dimostrare che
l’architettura dei due poemi, specialmente dell’Iliade, era così complessa e
armonica da dover esserci per forza un’unica mente creatrice (non un
rapsodo, aedo),
ma un che ha attinto da numerose leggende.
Infine, lo statunitense Parry individuò nei poemi epici una grande ricchezza di
formule fisse (es: “L’aurora dalle rosee dita”) tipiche della tradizione orale,
avvalendosi di un cantore serbo analfabeta, utili per mandare a memoria i
versi, da parte, specialmente, di cantori analfabeti.
Iliade
I personaggi (in ordine di apparizione)
Calcante: indovino che rivela ai capi la causa della pestilenza (=Apollo)
Agamennone: capo della spedizione, prende Criseide come bottino,
figlia di Crise, ed è la causa dell’Ira di Achille
Achille: eroe del poema; deve cedere ad Agamennone la sua concubina
Briseide, e per questo si adira e lascia la battaglia
Tetide: madre di Achille, con cui l’eroe si sfoga
Tersite: personaggio plebeo che accusa Agamennone ma viene frustato
da Ulisse
Paride: troiano fratello di Ettore, protagonista del primo scontro del
poema con Menelao. Quando sta per soccombere, Afrodite lo trae in
salvo e lo porta dalla moglie Elena che lo rimprovera per la sua viltà.
Andromaca: moglie di Ettore e madre di Astianatte (scena
dell’incontro alle porte Scee)
Nestore: saggio che consiglia ad Agamennone di mandare Aiace (il +
forte dopo Achille), Fenice (anziano amico di Achille) e Odisseo (per
l’astuzia) da Achille per convincerlo
Diomede: guerriero acheo, mandato da Agamennone con Odisseo a
esplorare il campo di notte (Dolonìa) dove catturano il troiano Dolone
Patroclo: amico di Achille, muore in battaglia con le armi dell’amico nello
scontro con Ettore, di cui predice la morte (Patroclo ha contro Apoll,
protettore di Troia). A causa della sua morte Achille torna in battaglia e
2
fa strage (fiume Scamandro), e uccide Ettore, che per il timore corre
intorno a Troia 3 volte.
Priamo: vecchio troiano che va a chiedere ad Achille la salma di Ettore,
facendolo deporre l’ira.
Analisi del poema e dei personaggi
L’Iliade è un poema organico, che si sviluppa con eccezionale compattezza
narrativa; tuttavia, non è completamente unito: sono presenti qua e là
divagazioni, racconti nel racconto, storie parallele (come nel caso della
Dolonìa, dei giochi atletici o dei funerali di Patroclo).
Questo poema è fondamentale per capire la società del tempo, un mondo non
regolato da un sistema di caste, anzi, spesso si mette in discussione l’autorità
dei capi.
Ettore, rispetto ad Achille, è un personaggio moralmente più completo: se pur
mosso, come tutti, dalla voglia di onore e dalla vergogna, è molto aperto ai
valori collettivi, e meno ossessionato dalla propria autoaffermazione; Achille,
invece, ci appare subito molto più orgoglioso, sebbene ci siano momenti di
sofferenza anche per l’eroe stesso.
Odissea
Sunto delle vicende
Il poema inizia con Atena che ordina a Calipso, col consenso di Zeus, di
rilasciare Odisseo. I primi 4 canti narrano la Telemachia: il figlio di
sotto mentite spoglie,
Ulisse, spinto da Atena si reca per cercare notizie
del padre da Nestore a Pilo e da Menelao a Sparta, che gli parla del
cavallo di legno e delle proprie peripezie (fino in Egitto, dove sa di
Odisseo e Calopso).
Odisseo lascia Calipso a ogigia ma Poseidone suscita contro di lui una
tempesta. L’eroe si salva grazie alla dea Leucotea. All’isola dei Feaci
incontra Nausicaa e Alcinoo, a cui racconta le sue peripezie:
Lasciata Troia, Odisseo sbarca in Tracia (Ismaro) dove si scontra con
o i Cìconi
A seguito di una tempesta, Odisseo e compagni si ritrovano nella
o terra dei Lotofagi, mangiatori di loto, che dona oblio
Sull’isola dei Ciclopi (Campi Flegrei in Campania oppure in Sicilia) si
o scontrano con Polifemo
Approdano in Sicilia, sull’isola di Eolo, che raccoglie in un otre i
o venti sfavorevoli, ma i compagni di Odisseo lo aprono e suscitano
una tempesta
Le navi, tranne quella di Odisseo, vengono distrutte nella terra dei
o giganti Lestrigoni (Sardegna), vicenda che sembra inserita in un
secondo tempo
I superstiti raggiungono Eea, dove avviene l’episodio con Circe,
o che consiglia a Odisseo di recarsi nell’Ade
Nella Terra dei Cimmeri, l’Ade (vekuia), incontra la Madre, Tiresia,
o Agamennone e Achillle
Episodio delle Sirene e di Scilla (che mangia) e Cariddi (crea
o onde) 3
I superstiti raggiungono la Sicilia, dove mangiano, tranne Odisseo,
o le vacche del dio Sole, così solo l’eroe si salva a una successiva
tempesta, e dopo nove giorni raggiunge Ogigia.
Alcinoo riporta Odisseo a Itaca, dove, trasformato in mendicante, va da
Eumeo, dove si fa portare Telemaco e si fa riconoscere. Insieme
tramano la vendetta.
Odisseo si reca come mendicante nella reggia (cane Argo), dove viene
insultato dai Proci e riconosciuto da Euriclea.
Episodio della festa e del tiro con l’arco di Odisseo, seguito dalla
vendetta contro Antinoo e i proci.
Riconoscimento finale di Penelope e visita di Odisseo al padre Laerte.
Il poema si chiude col re insediamento di Odisseo, a seguito di una breve
lotta civile.
Analisi del poema e dei personaggi
Sebbene gli antichi considerassero l’Iliade un poema migliore rispetto
quest’ultima, per via dell’esaltazione, nel primo, dei valori guerrieri,
quest’ultimo è considerato oggi come più completo, che ha cambiato
profondamente l’immaginario collettivo.
Odisseo, l’eroe protagonista, può essere rappresentato da 2 principali epiteti:
πολύτροπος (duttile, dal multiforme ingegno), e πολυμήχανος (dalle molte
capacità artigianali).
L’Odissea è costruita con un vero e proprio carattere romanzesco: il
protagonista opera, infatti, in una grande complessità di situazioni molto più
articolate e ben intrecciate fra loro.
Il mondo di Odisseo è successivo a quello dell’Iliade, siamo, infatti, alla fine del
secolo VIII, cinquant’anni dopo la fine dell’età micenea. Questa differenza è
molto evidenziata:
1. Diferenze politiche: per la prima volta, l’aristocrazia soppianta la
monarchia, i proci si permettono perfino di spadroneggiare.
2. Sul piano sociale, poi, nell’Odissea i protagonisti non sono solo
plebei,
aristocratici: ci sono anche personaggi come Eumeo ed Euriclea;
nell’Iliade, invece, vengono disprezzati (Tersite). Siamo quindi in una
società più evoluta verso nuove figure, ma anche al commercio.
3. Gli dei ci appaiono meno litigiosi, mentre nell’Iliade sono addirittura
violenti.
4. Ci sono nuovi valori morali, e s’introduce il concetto di libero arbitrio
(uomini responsabili delle loro sventure).
5. Abbiamo la presenza di nuovi sentimenti privati, come l’amore o la
nostalgia. Il mondo eroico di Omero
I poemi sono una vera e propria sintesi del mondo eroico, pur non essendo i
poemi omerici libri sacri, e pur non essendo prodotti da sapienti o sacerdoti.
La società mostrata da Omero è tribale e guerriera, che si regge su norme
polis,
non scritte, poiché la come noi la conosciamo, non esiste ancora, bensì ci
clan
sono molti governati da re.
Le caratteristiche dell’eroe omerico vengono evidenziate nell’Iliade: è molto
importante, infatti, la propria autoaffermazione, ed essere il migliore in
battaglia come in assemblea. Lo scopo dell’eroe è raggiungere la κλέος, cioè la
4